Home / Politica / Regionali Veneto, il sondaggio Ipsos: Regione ancora al centrodestra, Stefani avanti di 36 punti. Testa a testa tra la Lega e FdI

Regionali Veneto, il sondaggio Ipsos: Regione ancora al centrodestra, Stefani avanti di 36 punti. Testa a testa tra la Lega e FdI

//?#

Oggi ci occupiamo degli orientamenti di voto della regione Veneto. Le due candidature principali sono quelle di Alberto Stefani per il centrodestra e Giovanni Manildo per il campo largo (centrosinistra e Movimento 5 Stelle). 

La candidatura di Stefani, deputato, vicesegretario della Lega nazionale, nonché segretario della Liga Veneta, non è stata semplice. Due questioni si sono incrociate: da un lato il ruolo del presidente uscente, Luca Zaia, che aveva cercato la possibilità, non riuscita, di esperire un terzo mandato, con tensioni anche con il segretario nazionale; dall’altro lato i malumori in Fratelli d’Italia, partito che, forte dei recenti successi elettorali al Nord, richiedeva la candidatura di un suo esponente. Alla fine si è optato per mantenere un candidato leghista in Veneto (si dice con un accordo che prevede un candidato di FdI alle prossime elezioni regionali lombarde) e Zaia si candida come capolista della Lega in tutte le province. 

Giovanni Manildo, candidato per il campo largo, è stato sindaco di Treviso. La sua candidatura è stata preannunciata da tempo (cosa inusuale negli ultimi tempi) e ha trovato sostegno sia a sinistra che nell’area centrista. Si presenteranno inoltre Riccardo Szumski (Resistere Veneto), Marco Rizzo (Democrazia Sovrana e Popolare) e Fabio Bui (Popolari per il Veneto).

Le preoccupazioni degli elettori vedono anche in Veneto al primo posto la sanità, con il 45% di citazioni, dato che cresce in particolare tra gli elettori di Manildo (63%). Al secondo posto il tema della sicurezza e criminalità, citato dal 25%, decisamente più sentito dagli elettori di Stefani. Seguono altri due temi citati da un quinto o più degli intervistati: i trasporti, mobilità e infrastrutture, il lavoro e l’occupazione.

Veneto ancora al centrodestra Stefani avanti di 36 punti Testa a testa tra la Lega e FdI

L’amministrazione uscente, presieduta da Luca Zaia, ottiene una valutazione davvero lusinghiera, come era immaginabile: i voti positivi, infatti, assommano al 72%, mentre le opinioni critiche sono al 26%. Il giudizio è sostanzialmente trasversale: anche tra gli elettori del principale avversario le opinioni si dividono esattamente a metà, con 50% che apprezzano e altrettanti che criticano. Infine, tra gli elettori indecisi, l’apprezzamento per l’operato di Zaia è al 74%.

La notorietà dei candidati non è elevatissima: Stefani è noto al 58% degli intervistati, Manildo è conosciuto dal 43%, quasi ex aequo con Rizzo (42%). Questo fa supporre che il voto sarà in buona parte, per ora, veicolato dagli orientamenti politici più che dalla valutazione specifica dei candidati. Sembra quindi utile, almeno per il centrosinistra, incrementare la notorietà del candidato nel corso delle ultime settimane di campagna.

La partecipazione al voto vede il 44% degli intervistati sicuri di partecipare e il 16% che pensa che probabilmente si recherà alle urne. La stima attuale, sulla base di queste indicazioni, assomma al 48% di partecipanti, con un netto calo dell’affluenza che era stata del 61% del 2020 (quando però si votò anche per il referendum sulla riduzione dei parlamentari), e del 57% nel 2015.

Le intenzioni di voto vedono la nettissima affermazione del centrodestra: Stefani è infatti stimato al 62,8% dei voti validi, mentre il candidato del campo largo ottiene il 26,9%. Degli altri candidati, Szumski avrebbe il 5,7% dei voti validi, Rizzo il 2,7%, Bui l’1,9%. Stefani, naturalmente, non arriva ai risultati di Zaia, che nella scorsa consultazione ebbe quasi il 77%, ma supera il risultato dello stesso Zaia del 2015. Manildo migliora apprezzabilmente i risultati ottenuti dalla somma di centrosinistra e M5S del 2020 (19,1%) ma non raggiunge il 2015, quando i candidati dell’attuale campo largo ottennero il 34%.

Il dato dei partiti vede una battaglia aperta per il primato: la Lega, col 23,6%, è infatti tallonata da FdI al 23,2%. Si tratterà di capire se la candidatura di Zaia capolista potrà o meno avere un effetto traino per la Lega nell’ultima parte di campagna. Seguono nel centrodestra Forza Italia all’8,5%, Liga Veneta Repubblica al 5,6%, le altre forze della coalizione insieme al 2,5%. Le comparazioni con la fase precedente sono sostanzialmente impossibili: allora infatti nel centrodestra prevalse nettamente la lista Zaia presidente col 44,6%. 

Nel campo largo il Pd è stimato al 14,8% (circa 3 punti in più rispetto al 2020), Avs al 3,8% (in linea con le Politiche del 2022), il Movimento 5 Stelle al 2,6% (era il 2,7% nel 2020), le altre forze della coalizione complessivamente assommano al 5,2%. Le forze minori infine ottengono insieme il 10,2%.

Il risultato di Stefani è ampiamente previsto dagli elettori: pensa che vincerà il 54% degli intervistati, in maniera trasversale, mentre solo il 9% scommette su Manildo.

Anche in questo caso, come per la Puglia, i dati appaiono indiscutibili. Due elementi sembrano da tenere sotto controllo: nel centrodestra l’esito della gara Lega/FdI, segnale importante anche per le prossime scadenze elettorali del Nord. Nel centrosinistra (ma questo vale anche per la Puglia) la tenuta del Movimento 5 Stelle (per quanto con un elettorato ridotto rispetto al voto politico). Il convergere di questo elettorato sul candidato di area Pd può infatti essere elemento di rafforzamento della coalizione in generale e di Giuseppe Conte all’interno del Movimento.

La newsletter Diario Politico

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter “Diario Politico”. E’ dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.

6 novembre 2025

6 novembre 2025

Fonte Originale