
Gioca di fino Edmondo Cirielli, a oggi candidato in pectore del centrodestra. Il viceministro agli Esteri si allinea al “lodo Donzelli” («Scegliamo il candidato più forte per vincere, senza voler piazzare bandierine di partito», ha detto 24 ore prima a Napoli il responsabile organizzativo di Fdi); mentre usa fair play nei confronti di Gennaro Sangiuliano (il nome dell’ex ministro della Cultura ancora torna tra le scelte dei possibili candidati alla Regione): «Se vorrà candidarsi gli stenderemo un tappeto rosso». E comunque, il viceministro si dice pronto a scendere in campo e anche eventualmente a dimettersi se si puntasse definitivamente su di lui. «In genere — spiega — non è stato fatto mai. C’è una sospensione dalle funzioni, ma ovviamente è una valutazione che non riguarderà soltanto la mia persona, è una decisione anche della premier e io farò sempre quello che dice Giorgia Meloni».
In attesa di vedere cosa accadrà sull’altro fronte — in quel centrosinistra ancora in preda a tatticismi e con il “gatto da pelare” De Luca — il centrodestra serra le file. «La posizione di Fratelli d’Italia è nota da tempo. Il coordinatore regionale, il sottosegretario Iannone mi ha chiesto una disponibilità. Il partito campano mi ha dato questa investitura e chiaramente nel nostro partito il territorio conta molto. Poi abbiamo avuto dei sondaggi, fatti tra vari candidati possibili del centrodestra, che mi hanno visto come il più forte. Donzelli intendeva dire questo. Ma ha fatto anche un ragionamento che condivido: non vogliamo mettere bandierine, ci interessa il candidato più forte. Se ci saranno nomi che vanno meglio nei sondaggi, non sarà una questione di bandiera», assicura Cirielli, conversando con i giornalisti a margine della kermesse di Ecr Party che si conclude ieri a Napoli.
Il numero due della Farnesina spiega che «bisogna vedere se ci sono altri nomi competitivi. E ancora non sappiamo nemmeno chi sarà il candidato della sinistra. Servono sondaggi veri, contro il candidato del centrosinistra» perché «non è una decisione calata dall’alto, conta il consenso popolare». E Giorgia Meloni «fa bene: vuole candidare chi ha più possibilità di vincere, a prescindere dal partito o se sia un civico». La sua disponibilità a correre per la successione a Vincenzo De Luca in ogni caso «c’è. L’ho data da mesi. Sto facendo già campagna elettorale come se fossi candidato, come faccio sempre per la coalizione. Ovviamente posso dedicare solo uno, massimo due giorni a settimana, per via degli impegni da viceministro. Amo la Campania — aggiunge — mi piace il governo del territorio. L’esperienza più bella è stata fare il presidente della Provincia. Però sto facendo anche un lavoro molto delicato come viceministro degli Esteri, in un momento complesso ma esaltante. Non sgomito per una poltrona».
Poi la cortesia verso Sangiuliano. «Gennaro è una risorsa, sia per l’Italia che per Fratelli d’Italia. È stato un ottimo ministro. L’ho difeso fino alla fine: non ha violato nessuna norma, non può essere costretto alle dimissioni per ragioni personali. È una persona di spessore, farà la scelta giusta. Se vorrà candidarsi, gli faremo il tappeto rosso, altrimenti no. Nessuno lo tirerà per la giacchetta». A stretto giro, Cirielli incassa il placet di Gianfranco Rotondi: «La candidatura di Edmondo Cirielli alla guida della Campania corrisponde all’esigenza di una guida politica accompagnata da salda esperienza amministrativa. Pertanto la Democrazia cristiana sosterrà convintamente questa candidatura con una propria lista caratterizzata dal simbolo della “Dc con Rotondi”».
Come andrà a finire è cosa ancora tutta da vedere, e a quanto pare il “lodo Donzelli” è il punto da cui partire. «La proposta autorevole formulata da Giovanni Donzelli di individuare un candidato senza bandiere ci trova pienamente d’accordo. I nomi proposti da Forza Italia sono infatti a disposizione della coalizione, senza che vi sia alcuna appartenenza politica. Non ci interessa mettere magliette di partito a chicchessia. Accettiamo la proposta di Donzelli. Ora si scelga», ha dichiarato Fulvio Martusciello, europarlamentare e segretario regionale di Forza Italia in Campania.
Che aggiunge, una specificazione di non poco conto. «Il centrodestra vincerà le regionali in Campania, ma nel caso — impossibile — dovessimo perdere, voglio l’impegno del candidato che rimarrà in Consiglio regionale. Abbiamo avuto nel 2005 l’esperienza di Italo Bocchino e nel 2020 quella di Stefano Caldoro, entrambi di Fratelli d’Italia, che persero le elezioni e lasciarono il Consiglio regionale, mutilando la coalizione della figura del capo dell’opposizione. È stata un’esperienza che ha penalizzato il centrodestra. Ecco perché voglio da tutti i possibili candidati del centrodestra la certezza che, se si dovesse perdere, resteranno in Consiglio regionale».
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13 luglio 2025
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