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Quel Trentino «dietro le quinte»

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L’anima più profonda e recondita dei piccoli luoghi e delle persone umili eppure straordinarie emerge in maniera delicata eppure roboante dalla mostra fotografica Trentino Unexpected, al Mart di Rovereto fino al 9 novembre. Nata dalla collaborazione tra Trentino Marketing e la casa editrice Gribaudo sotto forma di volume iconografico, poi nelle sale del museo di arte moderna e contemporanea ha cambiato sembianza materica, rafforzando la forza comunicativa delle immagini grazie all’armonia di questi spazi. «L’intento era dare vita a un volume che rappresentasse il Trentino nel mondo. Perciò sono stati compiuti diversi sopralluoghi per individuare posti, situazioni e personaggi inaspettati, un compito non semplice trattandosi di un territorio piccolo e già validamente narrato — spiega il curatore della mostra, Denis Curti —. Siamo riusciti a trovare spazi quasi inediti, incontrando persone che svolgono un’attività particolare, molte tornate nella terra di origine proprio per compiere una missione, dall’allevamento dei cavalli alla pastorizia, dalla produzione di formaggi e salumi a professioni collegate al tema dell’innovazione tecnologica. Va sfatato, infatti, il tabù che vuole il Trentino come meta univoca di passeggiate e sciate». Curti e gli altri ideatori di Trentino Unexpected hanno fatto ricorso a mappe concettuali, tracciando voci guida e keyword richiamanti ad esempio l’idea della verticalità, della cura e rapporto con la terra per poi passare alla stesura di mappe geografiche in grado di aiutare nell’individuazione dei luoghi entrati poi nel percorso espositivo. Il compito più complesso e al tempo stesso esaltante ha riguardato il casting delle persone, trattandosi in primis di un libro che riunisce storie umane. Invece, nella cernita dei fotografi, Curti ha compiuto scelte forti e al tempo stesso di elevato livello. «Ho voluto Massimo Sestini per raccontare il territorio dall’elicottero, scoprendo così che l’acqua è un elemento naturale inatteso di questo microcosmo nel quale si trovano quasi 300 laghi somiglianti a tanti occhi se le li guardi dal cielo, a cominciare dal lago di Tenno — prosegue il curatore —, mentre alla fotografa iraniana Newsha Tavakolian, punta dell’agenzia Magnum e vincitrice di numerosi riconoscimenti per avere saputo trasmettere la drammaticità delle proteste dei giovani del suo Paese di origine, abbiamo dato il compito di entrare in sintonia con quelle persone che resistono, vogliono rimanere nei luoghi anche meno comodi del Trentino perché amano il territorio. Lei ha svolto un lavoro dolcissimo e garbato». Anche Roselena Ramistella, fotografa siciliana apprezzata anche per il lavoro iconografico e antropologico compiuto nei luoghi della sua isola accessibili soltanto a dorso di mulo, ha saputo trasmettere il valore della resilienza, penetrando la marginalità fisica con delicatezza e verosimiglianza. Così come Simone Bramante ha confermato di essere un lettore acuto del paesaggio e della natura trentina, interpretandoli con poesia e attenzione anche nei dettagli più minimalisti, specialmente nelle immagini dedicate ai fiori. «Gabriele Micalizzi è un report di guerra assai dotato, perciò ha goduto di una totale libertà — dice ancora Denis Curti —, che l’ha portato a imbattersi in una coppia di sposi che ha spiccato il volo indossando la tuta alare dopo la cerimonia di nozze, nei fabbri più resilienti e ancora in lottatori che hanno aperto una scuola di arti marziali, nei viticoltori eroici. All’occhio colto di Francesco Jodice è toccato, infine, l’incarico di evidenziare i luoghi di eccellenza dell’arte e della cultura, perché questa è una terra attraversata da autentici geni, rimarcando ulteriormente la portata della nostra narrazione artistica sposata anche dal Mart».

17 settembre 2025 ( modifica il 19 settembre 2025 | 16:44)

17 settembre 2025 ( modifica il 19 settembre 2025 | 16:44)

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