Il 20 gennaio 2025 Elon Musk assumeva l’incarico di capo del Dipartimento dell’Efficienza governativa (Doge), con il mandato trumpiano di tagliare la spesa federale, consolidare il numero dei dipartimenti ed eliminare il Consumer Financial Protection Bureau. Nell’arco dei tre mesi da quando il plurimiliardario patron di Tesla è «dipendente governativo speciale», secondo le stime di Bloomberg, il suo patrimonio si è ridotto di circa 140 miliardi di dollari, passando da 449 a 310 miliardi di dollari.
Nel dicembre scorso, l’amministratore delegato di Tesla e SpaceX era diventato la prima persona al mondo a valere più di 400 miliardi di dollari. Cifra schizzata, sempre quello stesso mese, a 486 miliardi, in vista dell’ingresso alla Casa Bianca di Donald Trump, che Musk ha platealmente appoggiato. Da quel momento, tutto è precipitato. Sempre secondo Bloomberg, da inizio anno il patrimonio dell’imprenditore di origine sudafricana è crollato del 28%. E tutto a causa della caduta delle azioni di Tesla, l’unica azienda di Musk quotata in Borsa, che quest’anno ha perso il 34% a Wall Street, bruciando oltre 500 miliardi di capitalizzazione.
Un bello schiaffo per l’imprenditore multimilionario che per anni ha visto affiancare al suo nome l’aggettivo «visionario». La visione politica di Musk non ha però sinora portato fortuna alla sua azienda principale, Tesla, che ha sofferto la distrazione del suo ceo e la sua eccessiva esposizione mediatica. Musk, perciò, ha annunciato di voler fare un passo indietro (dal governo) e tornare a occuparsi della sua Tesla, il cui utile netto è crollato da 1,39 miliardi a 409 milioni di dollari nel periodo tra gennaio e marzo, ben al di sotto delle stime degli analisti, a fronte di un fatturato in calo da 21,3 miliardi a 19,3 miliardi di dollari.
Dopo il tracollo di Tesla, la maggior parte del patrimonio netto di Musk deriva oggi dalla sua partecipazione in SpaceX. La sua ricchezza potrebbe tuttavia ricevere nuovi colpi dai dazi annunciati da Trump il 2 aprile scorso (ora, però, il presidente Usa sembra stia tornando, almeno parzialmente, sui suoi passi). Musk, che è stato finora un fedele di Trump, non ha mancato di esprimersi contro i balzelli e chiedendo tariffe «zero» e una «zona di libero scambio» tra Stati Uniti ed Europa. Davanti a un impero economico che scricchiola, non c’è ideologia politica che tenga.
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24 aprile 2025 ( modifica il 24 aprile 2025 | 12:09)
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