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Quando un milione di persone si ritrovò alle Cascine per Berlinguer

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«È stata una giornata indimenticabile, un’emozione che dura ancora oggi». È stata anche la più grande manifestazione politica della storia della Toscana. Era il 10 settembre 1975, 50 anni fa, e oltre un milione di persone raggiunse le Cascine per il comizio di Enrico Berlinguer, segretario del Pci, che chiudeva la Festa dell’Unità nazionale di Firenze.

Tutta la città fu invasa di cortei, per ore e ore, e in molti non riuscirono ad entrare nel prato del Quercione, dove c’era il palco. E ieri mattina, il 10 settembre di 50 anni dopo, in quel prato, alcuni di quei militanti e protagonisti del Partito Comunista Italiano si sono ritrovati per parlare del 10 settembre 1975, di Berlinguer, di Elio Gabbuggiani, il sindaco comunista che pochi mesi prima aveva conquistato Palazzo Vecchio.

Il  ricordo dell’ex segretario del Pci

Così Michele Ventura, allora segretario provinciale del Pci, Anna Bucciarelli e Mauro Sbordoni, assessori della giunta Gabbuggiani, e Massimo Gramigni, all’epoca militante di 17 anni, in una delle iniziative collaterali alla mostra dedicata a Berlinguer in corso fino al 5 ottobre al Mandela Forum di Firenze, hanno intrecciato ricordi, aneddoti, significati di una giornata che tutti sapevano sarebbe stata storica.

«Anche oggi, anche se il prato è deserto e sotto l’acqua, sento una grande emozione — dice Ventura — Quel giorno vennero da tutta Italia per quella voglia di cambiamento che Berlinguer incarnava perfettamente. E lui non solo aveva empatia per le persone, ma partecipò a tutta la giornata, anche con commozione. Quella giornata, cui lavorammo per dodici mesi, fu frutto di una lunga onda, partita con il ‘68 e proseguita con lo statuto dei lavoratori ed il referendum sul divorzio, che sarebbe durata per tutti gli anni Ottanta. E Berlinguer — aggiunge — era anche un leader internazionale e fu decisivo per la difesa della democrazia nel terribile decennio del terrorismo».

Gramigni: «Per me fu come un padre»

Massimo Gramigni, presidente dell’Associazione Mandela Forum, già allora si occupava di musica, di spettacoli — «Usammo altoparlanti che non si trovavano praticamente da nessuna parte in Italia» — e pianse alla morte di Berlinguer: «Come se avessi perso un padre. E siamo contenti che la mostra stia andando bene, ha già avuto 8.000 visitatori in pochi giorni».

L’allora giovane assessora: saldavamo diritti sociali e diritti civili

Anna Bucciarelli era una giovane assessora al sociale e alla casa: «Il partito, la politica era anche emancipazione, era partecipazione. Il segreto di quella stagione è che si saldavano nelle battaglie diritti sociali e diritti civili. Oggi sono rimaste sole le battaglie per i diritti civili: la politica dovrebbe ricordarsi di quella lezione».

«Noi sentivamo di aver dietro una comunità, i candidati venivano selezionati nelle sezioni, c’era un interfaccia continua tra partito, popolo e istituzioni», sintetizza Sbordoni.

Il  ritorno di Pier Luigi Bersani

E per quel 10 settembre, Pier Luigi Bersani, ex segretario dem, nel pomeriggio ha partecipato ad un dibattito al Mandela Forum. «Berlinguer emoziona anche le generazioni che non lo hanno conosciuto, perché comunica un’idea di serietà, di coerenza e fedeltà agli ideali di passione, e anche di intelligenza composta, di una politica che non sbraita — ha detto — I giovani? Forse non sono loro che non vengono da noi, ma noi che non andiamo da loro: dobbiamo metterci gli occhiali giusti». 


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11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 09:14)

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