
Accogliere un cane o un gatto in casa è una decisione che cambia la vita della famiglia. La cambia in positivo, perché l’inserimento di un nuovo membro non umano coincide quasi sempre con la creazione di momenti di gioia e di felicità. Ma comporta anche impegno, soprattutto nelle fasi iniziali. Ecco perché è importante valutare bene quanto giovane debba essere il cucciolo.
La fase di svezzamento è molto importante per dare all’animale la sicurezza e quel bagaglio di minima esperienza che gli consentirà di affrontare senza troppi problemi la nuova vita lontano dalla madre. Bisogna dunque fare attenzione a non prenderli troppo piccoli, anche se spesso allevatori frettolosi, negozianti, persone che hanno cucciolate domestiche e anche trafficanti che importano gli animali illegalmente e per ovvi motivi cercano di sbarazzarsene il più in fretta possibile – ma questo, va da sé, è un canale che non bisognerebbe mai alimentare, senza farsi attrarre dai prezzi spesso convenienti, trattandosi di attività criminale – tendono a venderli o ad affidarli quando ancora non sono del tutto pronti.
E anche nelle prime fasi della loro vita nella nuova famiglia hanno bisogno di ricevere stimoli adeguati, che contribuiscono alla formazione del loro carattere. Con Simona Cannas, medico veterinario e docente all’Università degli studi di Milano, cerchiamo allora di capire quali sono gli elementi di cui tenere conto dopo avere deciso di compiere il grande passo di diventare compagni di un cane o di un gatto.
«Bisogna considerare che cane e gatto, quando nascono, sono completamente dipendenti dalle cure materne – sottolinea la dottoressa Cannas -, perché lo sviluppo neurologico non è ancora completo e si completerà nel tempo. Questo permette all’animale di adattarsi al meglio all’ambiente in cui dovrà vivere».
Questo processo di maturazione comporta alcuni aspetti fondamentali: cani e gatti attraversano delle fasi sensibili, ovvero periodi durante i quali sono predisposti a conoscere tutti quegli stimoli – fisici e sociali – che faranno parte della loro vita futura. Per esempio, nel cane il periodo di socializzazione va dalle 3-4 settimane fino alle 12-14 settimane, mentre nel gatto va dalle 2-3 alle 7-10 settimane. Se durante questo intervallo critico l’animale non viene esposto agli stimoli fondamentali (persone, rumori, ambienti, altri animali), da adulto potrà mostrare paura, evitamento o persino aggressività verso quegli stessi stimoli. Potrebbe inoltre non sviluppare risposte comportamentali adeguate.
«Durante queste fasi – spiega ancora la veterinaria – è fondamentale che il cucciolo sia esposto in modo graduale e positivo agli stimoli fisici e sociali. Deve conoscere l’ambiente in cui vivrà: se nasce in campagna ma dovrà vivere in città, per esempio, è importante che faccia esperienza anche di rumori urbani, auto, persone, traffico».
L’ideale è che cani e gatti restino con la madre e i fratelli almeno fino ai due mesi, perché da loro imparano l’autocontrollo, la tolleranza alla frustrazione, la comunicazione e la gestione del morso. «La madre gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo emotivo e sociale del cucciolo».
Quando accogliere un cane in famiglia
Nel caso del cane, se l’allevatore si impegna a stimolare il cucciolo adeguatamente già nelle prime settimane di vita – facendogli conoscere città, auto, rumori, persone – l’adozione può avvenire anche intorno ai tre mesi. Diversamente, se il cucciolo proviene da privati o contesti dove non è possibile garantire una stimolazione adeguata, allora è bene che rimanga con la madre almeno fino ai due mesi. Il restante periodo di socializzazione potrà essere completato nella nuova famiglia, che dovrà assicurarsi di offrirgli tutte le esperienze necessarie.
Tra gli stimoli da considerare non ci sono solo suoni e rumori, ma anche esperienze sociali: altri cani, persone di varie età ed etnie, bambini, individui in sedia a rotelle o con caschi. «Se il cane non è abituato a tutto questo da cucciolo, da adulto potrà rispondere con timore o diffidenza» aggiunge Cannas. «È essenziale che le esperienze siano sempre positive e non traumatiche».
Quando accogliere un gatto in famiglia
Il discorso cambia leggermente per i gatti, la cui fase di socializzazione è più breve, con una finestra che si chiude intorno alle 10 settimane. «Nel gatto l’“effetto madre” è ancora più importante – sottolinea Cannas – perché aiuta a sviluppare l’autocontrollo e la capacità di gestire la frustrazione».
Per questo motivo, l’ideale è adottare il gattino intorno ai tre mesi o comunque il più tardi possibile, per consentirgli di ricevere tutti gli insegnamenti comportamentali fondamentali dalla madre.
9 giugno 2025 ( modifica il 9 giugno 2025 | 08:23)
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