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«Putin sul nucleare iraniano appoggia la linea Trump». Così lo zar ricalibra le alleanze

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La Russia non ha alcuna intenzione di morire per l’Iran. Poco importa se utile alleato o meno, oggi le priorità sono altre. Nei giorni scorsi, alcuni media liberali ai quali viene ancora concessa qualche rara licenza di deviazione dalla linea, hanno pubblicato un retroscena sulla riunione convocata d’urgenza al Cremlino dopo il primo attacco israeliano a Teheran, nella notte del 13 giugno. Presenti al tavolo i vertici della Difesa, del governo e del Consiglio di sicurezza, oltre al padrone di casa.

Un rapporto da salvaguardare

Per una volta, in un consesso di solito abbastanza litigioso, dove spesso vengono espresse opinioni abbastanza divergenti tra loro in attesa che Vladimir Putin si pronunci, erano tutti d’accordo: prima andava salvaguardato il nascente rapporto con Donald Trump, poi quello con Israele, con il quale, nonostante i contrasti recenti, negli ultimi anni è sempre stato mantenuto un difficile equilibrio. Dopo, ma solo dopo, veniva la tutela di un amico storico come Teheran, considerato non certo una causa persa ma la cui vicinanza era considerata in quel momento un elemento di debolezza nei nuovi assetti geopolitici che si stanno profilando dopo il cambio del gennaio scorso alla Casa Bianca. 

Niente conferme ufficiali

L’esito del breve conflitto mediorientale, al quale hanno preso parte in prima persona anche gli Usa, non ha cambiato le determinazioni di quella notte. L’Iran non è certo una causa persa per la Russia, ma ha mostrato la propria debolezza, esponendo di conseguenza anche il Cremlino, il primo anello della sua catena di alleanze. Così, la notizia lanciata dal sito americano Axios del sostegno espresso da Putin a un accordo nucleare che impedisca all’Iran di arricchire uranio, sulla base delle imposizioni dettate da Washington e Israele, non trova ancora conferme ufficiali. Ma ha un senso. La posizione di Mosca sarebbe stata comunicata sia agli Stati Uniti, in colloqui diretti con Trump, sia a rappresentanti iraniani, i quali, secondo Novaya Gazieta, avrebbero già rispedito al mittente quello che ritengono un diktat. 

Scongiurare nuove ostilità

Come noto, l’arricchimento dell’uranio rappresenta da anni l’ostacolo principale a un’intesa. Teheran ha sempre rivendicato il diritto a svolgere questa attività sul proprio territorio, mentre Washington e Israele chiedono l’eliminazione totale di tale possibilità. È il nodo che, in caso di mancato scioglimento, potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase delle ostilità, ipotesi che Mosca vorrebbe scongiurare ma che ritiene possibile, data l’indisponibilità dei vertici iraniani a discuterne. E il Cremlino non ha intenzione di ritrovarsi, come il mese scorso, in una posizione di debolezza. Meglio mettere le mani avanti, con una apertura di Putin che in fondo era stata annunciata dai suoi numerosi distinguo sul diritto dell’antico alleato a un nucleare «pulito» o «civile». 

Luce riflessa

L’allineamento di Putin all’asse israelo-americano potrebbe senz’altro modificare l’attuale scenario diplomatico, distanziando ancora di più la Russia da un alleato comunque scomodo, e al tempo stesso potrebbe garantire al Cremlino una luce riflessa nel caso di un esito positivo dei negoziati sul nucleare iraniano. Gli analisti che preparano i dossier per la presidenza russa erano già stati chiari sui vantaggi secondari che sarebbero potuti derivare dalla nuova crisi. La principale risorsa di Mosca era la sua posizione da «amico distante» di Teheran, in fondo sancita dall’adesione alla risoluzione dell’Onu del giugno 2010 che imponeva sanzioni all’Iran, alla quale fece seguito la decisione di non fornire «in nessuna circostanza» all’alleato sistemi di difesa antiaerea.

Contro le sanzioni

Al Cremlino sono anche convinti che la «neutralità mediatrice» della Russia nel conflitto mediorientale spieghi in gran parte la riluttanza di Trump a inasprire le sanzioni contro Mosca negli ultimi mesi. «Faremo il nostro interesse» era stato detto da fonti ufficiali la mattina dopo l’attacco dell’aviazione israeliana. La tribolata intesa con gli ayatollah non ha mai garantito alla Russia l’influenza cui ambiva in Medio Oriente. Quella con Trump, per il quale invece l’Iran appare fondamentale, potrebbe invece portare a Mosca molti vantaggi. In Ucraina.

12 luglio 2025

12 luglio 2025

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