La crisi dell’industria non sembra toccare il settore farmaceutico che, guardando agli ultimi dati Istat sulla produzione industriale, appare l’unico in crescita insieme ai mezzi di trasporto. La produzione della farmaceutica ad agosto del 2025 ha segnato un +16,1% su anno, a fronte di calo dello 0,7% della produzione della manifattura nel suo complesso.
La crescita in Italia
«L’industria farmaceutica italiana, che è fatta da imprese a capitale italiano e a capitale straniero, sta vivendo una fase di strutturale crescita. Questo è dovuto a una serie di fattori, a partire dalla disponibilità di competenze per fare ricerca e sviluppo e di tecnologia industriale. L’Italia oggi rappresenta il primo distretto produttivo di farmaci e vaccini in Europa per crescita della produzione e del valore», sottolinea il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, commentando i dati Istat.
La crescita della produzione farmaceutica è accompagnata da una crescita altrettanto sostenuta dell’export. «L’industria farmaceutica è il settore che fa la più alta innovazione sia a livello mondiale che a livello europeo e nazionale. Questo lo dicono i numeri degli investimenti in ricerca e sviluppo. In Italia siamo siamo il primo settore per crescita della produzione, dell’occupazione qualificata, dell’export e del numero di brevetti», aggiunge Cattani.
«Cambiare l’agenda Ue»
Per mantenere alta la produttività e consentire al settore di non perdere ulteriori posizioni rispetto a Stati Uniti e Cina, ora però servono politiche che stimolino la competitività, sia a livello europeo che a livello nazionale. Per quel che riguarda l’Europa, secondo il presidente di Farmindustria è necessario «cambiare l’agenda delle priorità della Commissione europea, che negli ultimi due mandati ha rischiato di distruggere il patrimonio industriale europeo», sottolinea Cattani.
Come prima cosa, secondo il numero uno di Farmindustria, è necessario assicurare una piena tutela della proprietà intellettuale. «La revisione della legislazione farmaceutica Ue, invece, va nella direzione opposta: accorcia la durata della proprietà intellettuale mentre competitor come Stati Uniti, Cina, Paesi Arabi la stanno rafforzando». Farmindustria chiede anche di correggere la direttiva sulle acque reflue, che «andrebbe a penalizzare l’industria farmaceutica europea e italiana», dice Cattani. «Poi ci sono altri due dossier chiave. Quello sulla definizione di una strategia delle scienze per la vita, dove non è contemplata l’industria che ha un ruolo cardine nel garantire ricerca, sviluppo e produzione di farmaci e medical device, e il Critical medicines act che richiede strumenti di supporto di incentivazione e supporto dell’innovazione».
Le richieste al governo italiano
Per quel che riguarda l’Italia, in vista della Manovra, Farmindustria chiede al governo il superamento del meccanismo del payback. «È una perversione normativa, nata ormai quasi 20 anni fa come misura straordinaria, e oggi non è plausibile che le imprese paghino i conti della sanità pubblica con una misura che nel 2025 avrà un valore di oltre 2,5 miliardi di euro. Questo strangola la competitività», avverte Cattani. «Serve un intervento urgente per innalzare il tetto della spesa farmaceutica ospedaliera dell’1%, pari a 1,5 miliardi – conclude il presidente di Farmindustria – . Bisogna limitare il payback a un livello accettabile e poi in tre anni uscire da questo meccanismo, che dà incertezza alle imprese e crea un’assenza di programmabilità delle risorse per le Regioni».
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13 ottobre 2025 ( modifica il 13 ottobre 2025 | 15:31)
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