E’ stato accertato in Sardegna il primo caso italiano di «Lumpy Skin Disease» (Lsd), o Dermatite Nodulare Contagiosa, in un allevamento bovino dell’Isola. La conferma è arrivata dai laboratori nazionali di riferimento, dopo i primi sospetti clinici registrati su un singolo capo.
Il virus, che colpisce esclusivamente bovini e bufali, provoca febbre, noduli cutanei, riduzione della produzione di latte e, nei casi più gravi, può portare alla morte degli animali. Pur non essendo trasmissibile all’uomo, ha conseguenze economiche rilevanti per gli allevatori, anche a causa delle restrizioni al commercio che impone.
La malattia é classificata dalla normativa europea nella categoria A, cioé tra quelle normalmente assenti nel territorio dell’Unione ma per le quali, in caso di comparsa, devono essere adottate misure immediate e obbligatorie di eradicazione.
A livello di prevenzione, la Regione Sardegna ha diramato delle buone pratiche da adottare, che vanno dalla limitazione di persone e veicoli non essenziali negli allevamenti ad un isolamento dei nuovi animali introdotti in azienda per un periodo di osservazione. Viene inoltre raccomandata la disinfezione accurata e costante di tutti i mezzi di trasporto e delle attrezzature. Si suggerisce poi di prestare attenzione quotidiana allo stato di salute dei capi, con particolare attenzione alla comparsa di sintomi sospetti come febbre, noduli cutanei (specialmente su testa, collo, schiena, perineo, mammella e zampe), lacrimazione, scolo nasale e zoppie. E in caso di sospetto, anche lieve, contattare immediatamente i servizi veterinari delle Asl territoriali.
Un altro fronte riguarda il controllo degli insetti vettori: la Lsd è infatti trasmessa principalmente da insetti ematofagi (zanzare, mosche, zecche) e per questo viene raccomandata l’adozione di misure per ridurre la loro presenza negli allevamenti, per esempio con l’eliminazione di ristagni d’acqua o l’uso di specifici insetticidi.
23 giugno 2025 ( modifica il 23 giugno 2025 | 13:48)
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