Prima di girare la chiavetta o di premere il pulsante di start della vostra autovettura dovreste fare un piccolo controllo al veicolo. Bastano pochi secondi. Potreste in questo modo salvare la vita ad un gatto. In questa stagione dell’anno, con i primi cali di temperatura che colgono di sorpresa gli animali che vivono per la strada, i vani ancora caldi delle vetture parcheggiate sono infatti un invitante rifugio per molti micetti, spesso di pochi mesi di vita, alle prese con i primi rigori dell’autunno. La zona del motore e quella della marmitta sono le più attrattive, ideali per accucciarsi al caldo. Ma anche gli pneumatici sono spesso caldi o tiepidi al termine di una lunga percorrenza e sono una comoda base su cui acciambellarsi, nello spazio tra la gomma e il passaruota, per provare un lieve tepore. Se però l’auto riparte e l’animale – non solo gatti ma anche ghiri o altri roditori – è ancora rintanato in uno dei suoi anfratti, le conseguenze per lui potrebbero anche essere letali.
Per questo l’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, invita coloro che lasciano i propri veicoli all’esterno a fare un veloce check prima di ripartire al mattino. Basta controllare gli angoli che più si prestano a fare da nascondiglio e verificare che non ci siano ospiti inattesi.Â
Sono soprattutto gli scomparti motore che possono trasformarsi in trappole mortali. Se a veicolo fermo i felini riescono ad intrufolarsi e a districarsi senza difficoltà tra i vari componenti del sistema di trasmissione, una volta iniziata la marcia questo risulta molto più complicato. Le temperature al di sotto del cofano possono alzarsi rapidamente, provocando scottature e ferite. Nel caso in cui l’animaletto riesca a divincolarsi e ad uscire da dove era entrato, se l’auto è in movimento potrebbe cadere sulla strada e ritrovarsi sotto le ruote dell’auto che gli aveva dato riparo o di altre che dovessero sopraggiungere da dietro.Â
L’ultimo caso segnalato dall’Enpa è avvenuto a Novara, dove un gattino di circa 3 mesi, molto docile e in buone condizioni di salute, è stato appunto trovato nascosto nel cofano di un’auto. Non aveva il microchip e dopo essere stato messo al sicuro, i volontari dell’associazione, chiamati per l’occasione, lo hanno portato al rifugio che gestiscono in via Gazzurlo, in attesa che un eventuale proprietario si faccia avanti. «Questa volta è andata bene – spiegano i volontari -, ma poteva finire molto diversamente. Il motore di un’auto può uccidere un gattino nel giro di pochi secondi, senza che il conducente se ne accorga».Â
Non è un episodio isolato: solo pochi giorni fa a Reggio Emilia, una micina soprannominata Lucy è stata trovata all’interno del motore dopo un lungo viaggio in auto, ed è sopravvissuta per miracolo. A Pescara, un altro cucciolo terrorizzato è stato estratto da una macchina in sosta in via Genova.
«Con l’arrivo delle temperature più rigide – commenta Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa – tantissimi gatti randagi o che vivono all’aperto cercano riparo nei motori delle auto. Il vano motore, la marmitta, i passaruota diventano rifugi provvisori, ma potenzialmente fatali. Per questo invitiamo tutti gli automobilisti a fare un semplice gesto prima di partire: controllare l’auto».Â
Sono molti i modi in cui farlo. Per esempio dando alcuni colpi con la mano sul cofano della vettura: il rumore può spingere da solo il gatto ad abbandonare il suo rifugio. Ovviamente va posta attenzione a eventuali e riconoscibili miagolii. Nel caso caso li si senta mentre si è in movimento, occorre accostarsi subito in una zona sicura e aprire il cofano per verificare con i propri occhi la presenza di un eventuale «passeggero». Ma l’intrusione potrebbe manifestarsi anche in nostra assenza e per questo un ruolo importante è quello dei passanti, che potrebbero udire suoni e rumori insoliti provenire da un’auto parcheggiata. In quel caso è bene avvisare la polizia locale o un’associazione di tutela degli animali che opera sul territorio. Se non si ha la possibilità di farlo e neppure di fermarsi ad attendere il rientro del proprietario, è opportuno lasciar un biglietto sul parabrezza avvisando della probabile presenza di un «ospite». Un ultimo consiglio è infine quello di non urlare: in una situazione di stress o paura il gattino potrebbe allarmarsi e scappare senza guardarsi troppo attorno, rischiando così di finire investito da altri veicoli di passaggio.
Piccoli gesti, insomma, possono salvare delle vite. Non sempre le cose vanno per il meglio. E’ successo a Lucy, che abbiamo citato più sopra, e per lei le cose potrebbero solo migliorare se ci sarà una famiglia disposta ad accoglierla. Aveva meno di 50 giorni di vita quando è stata salvata, oggi ha tre mesi. Essendo figlia di una micia vagante ha anche lei uno spirito libero e indipendente, ma con un po’ di pazienza, spiega l’Enpa nella sua scheda di possibile adozione, sarà possibile catturare la sua fiducia. QUI tutte le informazioni su di lei. Â

16 ottobre 2025
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