
Una cornice rossa delimita il palco del Gran Teatro La Fenice per la finalissima del Premio Campiello (trasmessa in diretta su Rai5) — mille ospiti in platea e in galleria — condotta quest’anno da Giorgia Cardinaletti, giornalista Rai e volto noto del Tg1.
Ore 20.30 do sabato 13 settembre, si va a cominciare. Dopo i saluti di Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Veneto-Fondazione Campiello, ecco la chiamata dei cinque scrittori finalisti, a presentare le loro opere (in apertura, il Campiello rende omaggio allo scrittore Stefano Benni, scomparso il 9 settembre). Ma l’attesa è tutta proiettata a scoprire il nome del vincitore di questa 63ª edizione del Campiello. E quando arriva il verdetto della giuria popolare dei 300 lettori, nessuna sorpresa, come più volte è accaduto in passato. In linea con la Giuria dei Letterati, l’opera vincitrice è Di spalle e questo mondo (Neri Pozza, 86 voti) di Wanda Marasco. Amore, scienza, follia: l’opera di Maraschi, ambientata a Napoli di fine Ottocento — protagonisti il medico ribelle Ferdinando Palasciano e la moglie russa Olga de Vavilov — è il romanzo «classico», che i lettori odierni hanno saputo apprezzare. «Questo premio — ha dichiarato la vincitrice — mi dà molta gioia, è come un chiodo duro e morbido dentro alla mia storia. Dedico queste vittoria a tutto ciò che la vita e la letteratura mi hanno dato per la conoscenza».
A seguire gli altri volumi finalisti: Bebelplaz (Sellerio, 83: tre soli voti in meno) di Fabio Stassi; Inverness (Polidoro, 58) di Monica Pareschi; Troncamacchioni (Feltrinelli 36) di Alberto Prunetti e Nord Nord (Einaudi, 19) di Marco Belpoliti.
Sul palco, ad affiancare Cardinaletti c’è Luca Barbarossa, che dedica una canzone famosa a ciascun autore. La prima, per Marco Belpoliti, autore di Nord Nord, è Milano di Lucio Dalla. Poi c’è la canzone per Stassi, L’isola che non c’è di Edoardo Bennato. Per Wanda Marasco, invece, ecco La cura di Franco Battiato. La storia siamo noi di Francesco De Gregori è dedicata ad Alberto Prunetti, autore di Troncamacchioni. Infine Barbarossa dedica a Monica Pareschi la sua canzone La verità sull’amore.
La sintesi più efficace sull’evoluzione nel corso degli anni del Premio Campiello fondato nel 1962 dagli imprenditori veneti è nelle parole di Laura Pariani (Busto Arsizio 1951), vincitrice del Premio Fondazione Campiello 2025 alla carriera. La scrittrice, infatti, può vantare di essere stata quattro volte in cinquina, dal 1998 al 2019: «Indipendenza e trasparenza». E sottolinea: «Ho partecipato a tante manifestazioni. Qui mi sono sempre sentita libera; in altre manifestazioni si sapeva già chi vinceva». Aggiunge: «Dalla mia prima esperienza quasi trentennale ho visto la crescita e la “moltiplicazione” di questo Premio in più sezioni. Trovo positivo soprattutto l’interesse verso i giovani. Dal Campiello junior (libri per ragazzi, ndr) al Campiello Giovani, dedicato a racconti scritti dai talenti in erba». Per inciso, il vincitore della 30ª edizione, il diciassettenne Giacomo Bonato di Arquà Petrarca (Padova), con il racconto Verso Oriente, ha catturato il pubblico dimostrando un’inaudita competenza di «storico in erba».
Il vincitore della terza edizione del Campiello Natura- Premio Venice Gardens Foundation (Presidente Adele Re Rebaudengo), annunciato durante la conferenza stampa conclusiva, è Lauro Marchetti con il volume Memorie di Ninfa (Allemandi Editore). L’esordiente, vincitore del Campiello Opera Prima (istituito nel 2004) è Antonio Galetta (Ceglie Messapica, Brindisi, 1998) con il libro Pietà (Giulio Einaudi Editore). E qui la parola passa alla Giuria popolare dei 300 lettori, selezionati sul territorio nazionale in base alle varie categorie sociali e professionali. Cambiano ogni anno e in quest’edizione si sono espressi in 282.
«Una cinquina di qualità», aveva sottolineato, durante la seduta pubblica dello scorso maggio a Padova, Giorgio Zanchini, giornalista, saggista e conduttore radio-televisivo, neo presidente della Giuria dei Letterati che ha il compito di selezionare i finalisti. Ciò detto, fuori dall’ufficialità, erano emerse alcune perplessità sulla scelta delle opere. Inoltre, da qualche parte si osserva che il Campiello è un premio di Narrativa, ma il concetto si va «affievolendo»: alcuni volumi rimandano piuttosto alla saggistica. In effetti, la tendenza agli sconfinamenti di genere — con i pro e i contro — si è affermata negli ultimi anni. Questa volta la giuria popolare, spiazzando ogni previsione, con la sua scelta ha apprezzato «il romanzo».
La Giuria dei Letterati, presieduta da Zanchini è composta da: Alessandro Beretta, Federico Bertoni, Daniela Brogi, Silvia Calandrelli, Daria Galateria, Rita Librandi, Liliana Rampello, Stefano Salis, Lorenzo Tomasin e Roberto Vecchioni. Personalità rappresentative del mondo culturale italiano.
13 settembre 2025 (modifica il 13 settembre 2025 | 22:41)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
13 settembre 2025 (modifica il 13 settembre 2025 | 22:41)
© RIPRODUZIONE RISERVATA