
«I piani di Putin contro l’Europa sono già in atto. Capisco non sia una cosa piacevole da sentire ma è realtà». Mykhailo Podolyak, primo consigliere del presidente ucraino, parla dopo l’ultimo vertice Nato cui ha preso parte anche Volodymyr Zelensky.
All’Aia la vostra priorità era ottenere dagli Stati Uniti i Patriot, unico sistema anti missile in grado di proteggere i civili dai raid di Putin. Ma Trump non si è sbilanciato. Come farete?
«Lo stiamo ripetendo da giorni. La Russia sta ora apertamente utilizzando tattiche potenziate di distruzione di massa, aumentando il numero di attacchi missilistici e droni contro aree residenziali e infrastrutture civili (scuole, ospedali, asili) in Ucraina. Anche il numero di droni a lungo raggio utilizzati in un’unica ondata di attacchi è aumentato. La strategia dei raid contro le grandi città è cambiata: prima i russi lanciano droni su un’area residenziale, poi i missili da crociera e, quando sono in corso le operazioni di soccorso per tirare fuori i sopravvissuti dalle macerie, usano i missili balistici o ipersonici per ottenere il massimo numero di vittime civili. Naturalmente, per proteggere le grandi città e il territorio ucraino in linea di principio è necessario aumentare il numero di sistemi antimissile come i Patriot e la fornitura di corrispondenti sistemi antimissile. Non c’è altra via. Uno spiraglio però c’è».
«Si è aperta una buona finestra per un dialogo produttivo con il presidente Trump e i nostri colleghi americani. Credo che insieme troveremo soluzioni efficaci per contrastare il genocidio russo. Inoltre all’Aia, Trump ha affermato direttamente l’importanza per gli Stati Uniti di aumentare significativamente le vendite di armi ai mercati europei. Anche l’Ucraina, che è parte integrante dell’Europa, è estremamente interessata a questo…».
Dell’adesione di Kiev alla Nato all’Aia non si è parlato e addirittura nel comunicato finale si è evitato di insistere sul concetto di aggressione russa. Tutto previsto. Pensate che la rinuncia all’adesione ucraina sia abbastanza per far sedere Putin al tavolo?
«Senza guerra, la Russia si troverebbe ad affrontare un forte aumento di problemi interni che non può risolvere. Sia la società che l’economia sono state orientate a questo scopo senza un’alternativa. Pertanto, ovviamente, non è l’espansione o la mancata espansione della Nato la ragione per cui Putin continuerà l’escalation e l’aggressione. Ecco perché, per fermare davvero l’espansione vanno utilizzati strumenti economici come le sanzioni soprattutto nel settore energetico e quelli militari che si traducono in un forte aumento delle capacità militari dell’Ucraina che sia fuori o dentro la Nato».
Zelensky ha detto di aver informazioni precise sui piani di attacco di Putin all’Europa. Cosa può dire in merito?
«La guerra in Ucraina, purtroppo, è solo l’inizio di una realtà molto più brutale in cui il dittatore russo vuole far precipitare l’Europa. I piani di aggressione contro gli stati dell’Unione, la cui logistica è già stata elaborata e sta iniziando ad essere attuata, sono un altro obiettivo fondamentale della Federazione russa. Mosca sta investendo ingenti somme di denaro in azioni provocatorie in vari Paesi europei e allocando molte risorse in operazione di sabotaggi e provocazione. Ma soprattutto sta accumulando la cosiddetta “forza di invasione primaria” (i mezzi militari necessari per un’invasione, ndr) lungo il confine con la Finlandia e l’Estonia. E se l’area del Mar Baltico è un obiettivo prioritario, è ovvio che la Russia non può e non vuole considerare l’Europa un partner».
In che modo il conflitto tra Israele e Iran può influenzare la posizione di Mosca?
«I conflitti in Medio Oriente, le tensioni nell’Indo-Pacifico e le escalation in Africa sono tutti anelli di un’unica catena globale, in cui l’influenza della Russia è chiaramente tracciabile. Le crisi avvantaggiano Mosca innescando fluttuazioni nei mercati energetici. L’aumento dei prezzi del petrolio alimenta direttamente il bilancio militare russo. Dal punto di vista dell’Ucraina, la situazione in Medio Oriente presenta dei rischi, ma non è catastrofica. Sebbene l’attenzione internazionale possa temporaneamente spostarsi, ciò non equivale a una perdita di sostegno».
E per l’Europa?
«Le élite europee ora comprendono chiaramente che senza un’Ucraina stabile e forte è impossibile dissuadere la Russia dall’entrare in azione mentre gli sviluppi della guerra con l’Iran non fanno che sottolineare l’urgente necessità di accelerare la produzione militare e trasformare l’architettura di sicurezza dell’Unione europea».
27 giugno 2025
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