Home / Sport / Per l’Italia non è un traguardo, ma almeno ci siamo rimessi in corsa

Per l’Italia non è un traguardo, ma almeno ci siamo rimessi in corsa

//?#

La conquista dei playoff di marzo non è un traguardo che entrerà nella bacheca della nostra Nazionale, ma un cammino si misura dal punto di partenza, e 39 giorni fa il debutto dell’Italia di Rino Gattuso avvenne da molto lontano. Da quella sera sono venute quattro vittorie, e se il successo di ieri non è stato convincente come altri – modesto il primo tempo, un po’ meglio la ripresa – la regola del centravanti esce comunque confermata dalla doppietta di Retegui. Il rigore in prossimità dell’intervallo è stato la chiave del match, perché andare in vantaggio in coda a un periodo nel quale avevamo rischiato ha cambiato tutto. Israele ci ha provato fino alla seconda parata super di Donnarumma, poi Retegui ha tirato fuori dal repertorio un arcobaleno che non gli conoscevamo, e alla fine con Gigio ha fatto match pari: due gol da una parte, due interventi splendidi dall’altra. Mancini nel finale ha dilatato il punteggio portando la media gol del periodo a quattro ogni 90’. Non è davvero male, e questo a prescindere dalle avversarie visto che la nostra cultura contempla lunghi periodi di imbattibilità, non goleade.

Italia-Israele è stata la prima partita della gestione Gattuso ad avere un traguardo in fondo alla serata, ed è una differenza che si avvertiva nel palleggio prudente e faticoso in uscita dalla propria area. Gli avversari hanno pressato alti e aggressivi, l’atteggiamento giusto quando non hai più niente da perdere, e tutto ciò che devi fare è spaventare, che qualcosa magari ne ricavi. Non è così che nel primo tempo sono arrivate le sonanti palle gol di Gloukh e Solomon, due lunghi contropiede gestiti con ottima tecnica, ma è chiaro che Israele ha preparato un terreno alla ricerca delle insicurezze azzurre, e le ha trovate. Una scommessa figlia delle assurdità di Debrecen, dove in pratica ogni tiro finiva in porta, e che Gattuso in qualche modo ha agevolato cambiando modulo e togliendo così ai suoi due riferimenti preziosi, uno tattico e uno psicologico. Quello tattico è il doppio centravanti, salvagente preziosissimo quando le uscite dal basso vengono insidiate e un bel lancio lungo risolve la situazione; quello psicologico è il modulo cambiato davanti al primo obiettivo concreto, messaggio in controtendenza rispetto alla fiducia e alla personalità cresciuta nelle prime tre partite. Sarà un caso, e certo con il 4-4-2 non hai battuto Spagna e Argentina ma due volte l’Estonia, ma per la prima volta in quattro gare ci siamo dovuti ricordare che il nostro pezzo forte sta in porta.

Nel pomeriggio si era fatta davvero apprezzare l’Under 21 di Silvio Baldini, capace di molta pazienza prima di travolgere l’Armenia 5-1 nell’ultima mezz’ora. Ma il gol era un dettaglio all’interno di una prestazione dominante – e infatti poi ne sarebbero arrivati cinque – ricca di spunti individuali e conseguentemente di un preciso senso di squadra. Una gara che ha fatto piacevolmente pensare a qualcosa di coordinato che sta rinascendo nel club azzurro. E dunque tornare finalmente al Mondiale sarebbe importantissimo anche per questo.

15 ottobre 2025 ( modifica il 15 ottobre 2025 | 07:08)

15 ottobre 2025 ( modifica il 15 ottobre 2025 | 07:08)

Fonte Originale