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Pentagono, fuori Cnn e Fox: ecco blogger e influencer

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DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE 
NEW YORK
 – I principali media americani avevano un reporter fisso all’interno del Pentagono ma sono andati via con gli scatoloni il 15 ottobre: tra gli altri Nbc, Abc, Cnn, Npr, Ap, Washington Post, New York Times, ma anche media conservatori come Fox News dove lavorava in passato l’attuale capo del Pentagono Pete Hegseth, Newsmax, Washington Times, Washington Examiner, Daily Caller. Hanno rifiutato di firmare le nuove linee guidadel dipartimento della Guerra. «Saranno loro a perderci», hanno replicato i portavoce del Pentagono, annunciando una «nuova generazione» di 60 reporter che si uniranno ai 26 rimasti da prima tra cui Oan (One America News), Federalist, Epoch Times. I nuovi arrivati appartengono soprattutto ai «new media» e includono «The Gateway Pundit» che patteggiò dopo essere stato denunciato per diffamazione da funzionari elettorali in Georgia per aver scritto che le elezioni del 2020 erano state «rubate»; il blog «Human Events» del podcaster di estrema destra Jack Posobiec, invitato da Hegseth nel suo viaggio in Europa (rifiutò) ma presente al summit in Alaska; il popolare podcaster e Youtuber Tim Pool, ceo di Timcast che in passato ha lavorato per Tenet Media (accusata dal dipartimento di Giustizia di Biden di essere operata da RT, rete finanziata dal governo russo); «Frontlines», braccio mediatico dell’organizzazione «Turning Point USA» creata dell’attivista di destra assassinato a settembre Charlie Kirk; la newsletter su Substack «Washington reporter»; LindellTV, creata dal ceo di «MyPillow» Mike Lindell, che faceva la pubblicità ai suoi cuscini su Fox News prima di unirsi ai media politici; il National Pulse che sulla pagina che descrive i suoi contenuti include una foto di Trump. Ma anche i media conservatori si sono spaccati sulle linee guida del Pentagono. La tv Oan le ha accettate ma ha licenziato già a giugno l’allora corrispondente dal Pentagono, Gabrielle Cuccia: si definiva una «Maga Girl» (ragazza Make America Great Again) ma aveva criticato le restrizioni di Hegseth sulla stampa.

Le linee guida richiedono di indossare sempre i badge, di essere scortati dal personale se si va in certi uffici o aree del Pentagono per interviste autorizzate, mentre prima i reporter potevano muoversi più liberamente. Il Pentagono sta cercando di evitare i «leak», le rivelazioni sui media imponendo ai funzionari di chiedere approvazione per parlare anche di contenuti non classificati non solo alla stampa ma anche al Congresso. Ai giornalisti non viene proibito di chiedere informazioni classificate ma si avverte che possono esserci «conseguenze» per le fonti e che esiste una «distinzione critica tra chiedere informazioni legalmente o attivamente incoraggiare i funzionari governativi a infrangere la legge… diffondendo informazioni confidenziali»; potrebbero essere considerati un «rischio alla sicurezza».

Alla Casa Bianca non è richiesto ai giornalisti di firmare un simile documento, ma Trump ha appoggiato il capo del Pentagono: «La stampa è molto disonesta». Il presidente è accessibile, risponde quasi ogni giorno a domande del «pool» ristretto; le sue partenze in elicottero sono aperte a tutti i reporter e le conferenze stampa a un numero relativamente ampio. Hanno il suo numero di telefono non solo gli amici di Fox News ma anche giornalisti di Abc, Cnn, Axios. Allo stesso tempo è pronto ad accusarli di diffondere «fake news» e a fare causa (Abc e Cbs hanno ceduto). Ha ordinato la chiusura di Voice of America, la radiotv del governo federale in 49 lingue. L’associazione (indipendente) dei Corrispondenti della Casa Bianca mantiene il controllo di chi siede nella briefing room: in prima e seconda fila ci sono i principali media tradizionali, ma si sono moltiplicati i giornalisti in piedi, che includono media pro-Trump come Oan, Daily Signal, LindellTV, The Daily Wire, Turning Point Usa, Real America’s Voice (il cui corrispondente criticò l’abbigliamento di Zelensky). Secondo il New York Times nei primi 4 mesi la portavoce Karoline Leavitt ha privilegiato i reporter seduti, ma ha lasciato un quarto delle domande a chi sta in piedi. 

Da gennaio c’è un posto a sedere per un «new media» a rotazione, che fa la prima domanda: è toccato a Axios e Semafor, indipendenti, e a molti podcaster e influencer di destra. La Casa Bianca ha preso la gestione la rotazione del «pool» che ha accesso al presidente in spazi privilegiati come lo Studio Ovale e l’Air Force One. Restano i media tradizionali, ma a un certo punto l’Ap, esclusa, fece causa: in appello ha vinto la Casa Bianca. L’Ap è stata comunque riammessa, ma non c’è più un posto a parte per le agenzie: entrano a rotazione come i giornali.

23 ottobre 2025

23 ottobre 2025

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