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Patuanelli: «Restiamo indipendenti. Ma saremo ancora alleati dove c’è un progetto chiaro»

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«Mi ha stupito non aver letto una smentita riguardo alla storia delle dimissioni di Chiara Appendino. Io ero presente alla riunione e non ha mai parlato di dimissioni. Invece ha detto che è pronta a mettersi in discussione. Oltretutto in questo momento i vicepresidenti sono in prorogatio fino alla votazione del nuovo mandato di Conte come leader»: Stefano Patuanelli, capogruppo M5S in Senato, interviene così sulle voci di dimissioni di Appendino da vicepresidente del Movimento.

Senta, ma a parte le dimissioni, Appendino ha posto una questione politica sul posizionamento del Movimento.
«Ciò che il Movimento sta facendo è figlio di un percorso e di scelte della nostra comunità, non di una imposizione del presidente. In più quando siamo andati da soli, come in Piemonte, non mi sembra che abbiamo ottenuto risultati tanto diversi». 

Ma lei come valuta i frutti dell’alleanza con i dem?
«Guardi a Nova, la nostra assemblea costituente: gli iscritti hanno definito la nostra collocazione come indipendenti nel campo progressista. Dove c’è un progetto chiaro e condiviso, ci siamo alleati e sarà sempre questa la condizione necessaria per allearci. Mi sembra un discorso coerente. Poi, mi lasci dire con un po’ di leggerezza, leggo di molte critiche a Schlein per essersi schiacciata su posizioni del M5S: evidentemente la nostra voce la facciamo sentire e contare».

Però alle Regionali c’è stato un calo. Secondo i flussi molti vostri elettori hanno preferito non votare.
«C’è stato un forte astensionismo che riguarda tutte le forze politiche. Al di là dei punti percentuale, in Toscana per esempio avremo due consiglieri regionali e potremmo entrare in giunta e inoltre abbiamo i nostri 23 punti nel programma. In più il percorso di radicamento territoriale è una maratona, non sono i cento metri».

Quanto vi giocate con la corsa di Roberto Fico alle prossime Regionali in Campania?
«Faccio fatica a leggere la candidatura di Fico in questo modo. Per me i candidati si scelgono per dare risposte ai territori e sono contento che Roberto corra in Campania, perché a mio avviso è il candidato migliore possibile e con IL progetto politico migliore per la Campania. Noi non facciamo candidature con il bilancino come fanno nel centrodestra».

A proposito di centrodestra: avverte messo nel mirino la manovra.
«Noi siamo il fanalino di coda della crescita. Questa manovra non ha effetto sulla crescita e non è mai successo nella storia della Repubblica. Noi come Movimento vogliamo intervenire con proposte su quattro punti: un aumento della no tax area, un aumento forte dell’assegno unico diventato necessario per sostenere le famiglie, un rilancio del piano Transizione 4.0, perché non c’è nulla per le imprese nella manovra. Infine, un intervento sulla sanità: bisogna smettere di umiliare il settore pubblico definanziandolo». 

Non salva nulla?
«No, guardi. Questo governo è stato coraggiosissimo in campagna elettorale, ma molto pavido da quando è a Palazzo Chigi».

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16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 21:12)

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