
Un appello a Papa Francesco affinché interceda per «proteggere le vite degli innumerevoli tori che vengono torturati e uccisi durante le corride in occasione delle celebrazioni cattoliche». A lanciarlo – per mezzo di una lettera consegnata a mano a padre Antonio Spadaro, sottosegretario Dicastero Cultura ed Istruzione del Vaticano e contatto diretto del Papa -, è Ingrid Newkirk, presidente dell’organizzazione animalista internazionale Peta (People for Ethical Treatent of Animals), che in vista della Pasqua esprime sollievo e gioia per l’uscita del pontefice dalla situazione critica di salute in cui si era trovato nelle settimane scorse, esortandolo a far valere la sua «sacra autorità» per fermare gli spettacoli di tauromachia, ancora molto diffusi in tutta la Spagna.
Nella missiva si fa riferimento al precedente di Papa Pio V, «che condannò la corrida riconoscendone la violenza e la corruzione morale che alimenta». A maggior ragione, sostengono gli animalisti, una presa di posizione avrebbe senso oggi da parte di un pontefice che ha scelto di assumere il nome di Francesco, il santo protettore degli animali. «Lei ha affermato che ogni atto di crudeltà verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana – scrive ancora Ingrid Newkirk -. La preghiamo, la supplichiamo, di dire a coloro che li fanno soffrire che questa affermazione include anche i tori».
In Spagna negli ultimi anni è cresciuta nell’opinione pubblica una posizione contraria alla corrida e ad altre esibizioni che prevedano lo sfruttamento o il maltrattamento di tori e altri animali. Ma molte manifestazioni considerate folkloristiche e tradizionali, soprattutto nelle aree rurali e periferiche, continuano a godere del favore di un buon numero di persone. E molte avvengono proprio in occasione delle festività religiose, per antichi retaggi che associavano la fede ad atti di dominio sugli animali. Non hanno come protagonisti solo i tori – che oltre che nelle corride sono impiegati in altri eventi come la celebre corsa a scavezzacollo nelle strette vie di Pamplona o che vengono maltrattati in rituali barbari come il cosiddetto «toro embolado», a cui vengono date alle fiamme le corna per provocarne il terrore e la reazione impazzita -, ma anche cavalli lanciati in corsa sopra i roghi durante le Luminarias di Sant’Antonio o gli asini percossi dalla folla durante la ricorrenza di Peropalo in Estremadura.
Ma nel 2025, secondo Peta, tutto questo non è più accettabile. «La preghiamo – si legge ancora nella lettera – per i giovani ragazzi a cui viene insegnato che essere crudeli fa parte dell’essere dell’uomo. La preghiamo per le donne e le ragazze che soffrono per mano di quei ragazzi quando essi divetntano uomini. La preghiamo per i tori che vengono inseguiti per le strade, affogati, dati alle fiamme o giustiziati pubblicamente tra gli applausi delle folle schernitrici».
E infine la richiesta a Bergoglio di «fare della condanna della corrida una parte della sua eredità» per lasciare «che la storia la ricordi come il papa che si è opposto a questa immensa crudeltà, che ha sostenuto la compassione e che ha difeso la sacralità di tutte le creature di Dio».
15 aprile 2025 ( modifica il 15 aprile 2025 | 16:37)
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