
Un ragazzo d’oro non lo dimentichi mai. Non solo per i gol che hanno fatto saltare un Paese intero nell’estate del 1982, ma per quella luce che portava negli occhi e per un sorriso capace di farsi largo anche nei momenti più tesi. Paolo Rossi era così: semplice, umano, autentico.
Quel sorriso, quella leggerezza, quell’oro che non scolora, oggi rivivono in un flusso ininterrotto di ricordi e iniziative: quasi 150 murales in Italia e all’estero, statue, premi, strade e stadi che portano il suo nome. E ora anche un film, già in lavorazione, che racconterà la sua vita e che potrebbe essere presentato alla prossima mostra del Cinema dei Venezia.
In attesa che le immagini arrivino sul grande schermo, sarà Oderzo (Treviso) a ospitare un nuovo capitolo di questo racconto: a Palazzo Foscolo, dal 12 settembre, «Un ragazzo d’oro – Paolo Rossi & the football legends» porterà in città emozioni, cimeli e storie di campioni.
A pochi chilometri dalla terra di Giorgio Lago – il giornalista che lo «battezzò» Pablito – la mostra promette di restituire ai visitatori quel sorriso che, come dice la moglie Federica Cappelletti, «oggi rischiamo di smarrire».
Cappelletti, negli anni dopo la scomparsa di Paolo, sono nate tante iniziative per ricordarlo. Quale sentimento prevale quando le vede realizzarsi?
«Mi fa piacere vedere l’affetto con cui si portano avanti tutte queste iniziative, dalle più grandi alle più piccole. Ovunque c’è un pezzo di lui, è come se fosse sempre presente. La cosa che mi emoziona è il sentimento che c’è dietro ogni gesto, ed è un’emozione continua».
Cosa le ricordano più spesso le persone quando la incontrano agli eventi?
«L’umanità, la semplicità e il sorriso di Paolo».
Molti si aspettano ancora qualcosa di «grande» per ricordarlo. A cominciare da un grande stadio italiano. Come vive questa attesa?
«Sicuramente c’è questa aspettativa, ma non c’è fretta. Le cose non vanno forzate e tutto arriverà al momento giusto. L’intitolazione di qualcosa di significativo, però, non cancellerà l’importanza delle tante piccole e grandi cose già realizzate.. E poi un film…».
Quindi Paolo continuerà a vivere anche nel grande schermo. E chi interpreterà Paolo?
«Il film che è in lavorazione racconterà la sua vita. Per quanto riguarda l’interprete ci sono più situazioni che stiamo valutando. Partire col progetto è già una buona cosa, vogliamo fare un prodotto fatto bene… È presto per dire se potrà essere presentato al Festival del Cinema di Venezia il prossimo anno, ma il lavoro va avanti».
La mostra di Oderzo arriva dopo esperienze importanti anche fuori dall’Italia…
«Sì, dopo il tour negli Stati Uniti e la mostra al Palazzo di Vetro di New York, dove Paolo è stato ospitato come unico atleta italiano. Un riconoscimento che dimostra la sua internazionalità e la grande stima di cui gode ancora oggi».
Cosa si aspetta dalla mostra opitergina?
«Spero che la gente torni a casa piena di positività e portando con sé il suo sorriso, che oggi la gente rischia di smarrire sopraffatta dalla vita frenetica. Le mostre dedicate a Paolo riescono a trasmettere i suoi tratti più veri: ho visto persone uscire piangendo».
Come presidente della Divisione Serie A femminile, che momento vive il calcio delle donne?
«Il calcio femminile sta crescendo tanto, è un terreno fertile su cui costruire e può guardare avanti con fiducia».
E la Nazionale maschile?
«Il nuovo commissario tecnico Gennaro Gattuso mi piace: trasmette entusiasmo, ha voglia di far ripartire la squadra e di fare gruppo. Spero che ci riesca».
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11 settembre 2025
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