
Cercare forme comprensibili nel caos di un mondo segnato dai conflitti e da una crisi globale di cui non si intravvede nemmeno lontanamente l’assestamento. È quanto proverà a fare la nuova edizione del «Festival del Presente» promosso da Pandora Rivista, secondo il direttore Giacomo Bottos, studi di Filosofia alla Normale di Pisa. Dall’1 al 19 ottobre riflessioni a tutto campo con uno sguardo internazionale, su politica e scenari globali.
Diciannove giorni con una sessantina di appuntamenti tra incontri, dibattiti, lezioni, talk e interviste a ingresso libero. Con 140 presenze disseminate in 13 luoghi di Bologna e anche a Castelfranco Emilia. Il festival nato otto anni fa, che ha assunto la dicitura «Festival del Presente» dall’anno scorso, scaturisce dalla bolognese Pandora Rivista: un think tank tendenzialmente under 40 che scommette sul fatto che, attraverso il dialogo tra generazioni e l’incrocio di una pluralità di prospettive, sia possibile sviluppare analisi all’altezza della complessità che ci circonda.
Non a caso il titolo scelto quest’anno è «Forme del Caos. Disordine, complessità, trasformazione». Nel programma (su pandorarivista.it) si cercheranno vanamente politici oggi in attività. Ci sarà invece Romano Prodi, in dialogo il 7 ottobre con l’ex ambasciatore Giampiero Massolo, alle 18,30 all’Oratorio San Filippo Neri sul tema «Oltre il caos? Quale ordine per un mondo in conflitto». Prima un focus sull’Iran, alle 16 «Alla corte dello Scià» con Massimiliano Trentin e Farian Sabahi, subito dopo alle 17 Pier Luigi Petrillo parlerà del suo libro L’Iran degli Ayatollah (il Mulino) insieme a Vittorio Emanuele Parsi e ancora Sabahi.
L’apertura, mercoledì alle 17, sempre al San Filippo Neri, sarà salutata da Michele de Pascale, Emily Clancy, Alessandro Curti, Simone Gamberini, Giuseppina Gualtieri e Pierluigi Stefanini. A seguire una lectio molto attesa come quella dell’81enne Derrick de Kerckhove, sociologo di origine belga naturalizzato canadese, considerato l’erede intellettuale di McLuhan. Il suo intervento partirà dalle riflessioni del saggio L’uomo quantistico, dove avverte che la digitalizzazione pervasiva appare oggi come una minaccia per la democrazia e per la convivenza civile. Per il modo in cui ridefinisce in maniera liquida i concetti di verità condivisa e per la polarizzazione delle posizioni a cui ci spinge. Tuttavia, aggiunge lo studioso, l’ulteriore frontiera di questa rivoluzione culturale è quella di un’integrazione dell’intelligenza artificiale con quella umana.
Il festival raccoglierà poi tanti spunti che agitano il dibattito contemporaneo, dal Mediterraneo e le migrazioni all’ascensore sociale che mette in crisi le nostre università, dall’economia sociale alle nuove relazioni industriali. Un’attenzione particolare sarà riservata alle questioni europee, non dimenticando però il caos americano, il 19 ottobre al DumBo con Francesco Costa e Lorenzo Pregliasco, e «Il suicidio di Israele» nella stessa giornata conclusiva a partire dal libro di Anna Foa, che dialogherà con Giorgio Zanchini. Tra gli altri ospiti Marco Aime, Guido Barbujani, Paolo Benanti, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Maurizio Ferraris, Paolo Giordano, Enrico Giovannini, Marc Lazar, Vito Mancuso, Francesca Mannocchi, Cecilia Sala, Federico Faggin (l’inventore del microchip) e il cardinale Matteo Zuppi.
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27 settembre 2025
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