
Illusa dalla pole position di Charles Leclerc, la Ferrari chiude il 40° Gp d’Ungheria con una solenne legnata — coproduzione McLaren/Mercedes — che le nega pure un podio di consolazione. E c’è pure il giallo delle dichiarazioni via radio del monegasco che non collimano con le frasi ben più morbide e sospette (ordine di scuderia?) del dopo-gara. Risveglio amarissimo per il Cavallino prima dello scoccare della pausa estiva della F1 e sogni di gloria rinviati sine die: evidentemente le novità introdotte non bastano ancora ad alimentare una svolta chiara in una stagione deludente. E men che meno consentono di insidiare la McLaren, ormai un orco mangiatutto.
McLaren: 200
Le pagelle dell’Hungaroring vanno aperte con le 200 vittorie del team di Woking, che valgono anche, simbolicamente, il voto di giornata. Le monoposto papaya fanno il bello e il cattivo tempo, arrivano a vincere perfino con chi ha commesso un errore (Norris). Scampano pure il patatrac quando Piastri, leader del Mondiale, non ci sta a vedere vincere il compagno che lo insegue nella classifica iridata e va all’attacco, facendo perfino fumare le gomme in frenata e rischiando il botto. Alla fine nel duello tra i due galli è Oscar a dover abbassare la cresta, ma è probabile che nel pollaio seguiranno riunioni e chiarimenti.
Lando Norris: 9
L’anno scorso dovette cedere la vittoria a Piastri, stavolta se l’è presa (quinta nell’annata, la nona della carriera) dimostrando che si può arrivare primi addirittura con il paradosso di uno svarione. Ma è stato proprio l’errore in partenza — start «a palla» ma calcolo sbagliato nell’inserimento nella prima curva: quindi da terzo a quinto — a suggerire a Lando e al suo staff di puntare sulla strategia a una sosta. Non aveva nulla da perdere: o andava, o la spaccava. È andata, alla grande: Lando è di nuovo a -9 da Piastri, la supremazia della McLaren ha ucciso il Mondiale ma almeno il duello tra i due per il titolo non sarà una noia.
Oscar Piastri: 8
La strategia «spaiata» tra lui e Norris stavolta l’ha fregato: «Oggi ero sul lato sbagliato della sorte» ha detto il leader del campionato. Quando ha visto il compagno virare sul piano B ha capito che non avrebbe avuto altra chance se non sorpassarlo in pista. Ci ha provato, ma quando si è spinto al limite è arrivato il minaccioso messaggio del team: «Ricordati come corriamo». The «papaya rules» come first.
Charles Leclerc: 7,5
Il coraggio di essere incazzato e di esternarlo vale un 10. La guida nei primi due stint è da 9 se non di più, ma poi c’è stato il crollo con il secondo set di gomme dure (perché la SF-25 ha avuto problemi solo con quello e non con il primo? Mistero). Inoltre il voto si abbassa per la scorrettezza su Russell costata 5 secondi di penalità: Charles era in chiara trance da frustrazione, avvalorata dalla battuta «a quel punto ero un passeggero». Resta da chiarire la frase «Dovete ascoltarmi per risolvere questi problemi, sarà un miracolo difendere il podio (ndr: previsione azzeccata). Così è frustrante» che fa intendere un altro equivoco con il team. Ma tutto ciò cozza con l’uscita «abbiamo avuto un problema di telaio e non lo sapevo» spesa in Tv. Sinceramente c’è puzza di accomodamento concordato.
Fernando Alonso: 8,5
È stato il primo a svelare le carte: gara su una sosta. Si può dire che Fernando, quinto sulla pista che nel 2003 lo vide vincere per la prima volta, sia stato il primo degli altri, essendo le due McLaren fuori quota, Russell troppo in palla e Leclerc comunque lanciato da una pole position. A 44 anni il «ragazzo» di Oviedo continua a stupire, ma forse sta crescendo pure l’Aston Martin (eppur si muove: voto 7; si vede già lo zampino di Adrian Newey?) che manda a punti anche Stroll, peraltro non oltre il 6,5 come voto perché la paga da Nando in termini di scarto è sempre cospicua
Ferrari: 5
Per proseguire con il tema del guaio al telaio sulla monoposto di Leclerc, Fred Vasseur, team principal confermato, non ha avvalorato la tesi, facendo intendere che i guai stiano altrove. Insomma, gira e rigira il Cavallino rimane semi-azzoppato e pascola sempre nel campo delle cento pertiche. E la Mercedes s’è portata a -24 dal suo secondo posto nel Mondiale Costruttori: occhio…
Lewis Hamilton: 4,5
Dodicesimo era al via e dodicesimo è arrivato al traguardo. Continua la crisi inspiegabile del più vincente di sempre assieme a Michael Schumacher: la pausa estiva sarà utile per qualche proficua seduta da un mental coach che sia in grado di scacciare le paturnie di questi giorni («La Ferrari forse ha bisogno di un altro pilota») e magari di aiutarlo a dare una convincente risposta a una domanda che prima o poi dovrà porsi: «Chi me l’ha fatta fare di venire a Maranello?».
George Russell: 8
Un gran podio, mettendo Leclerc in un panino come se fosse un würstel, per superare l’impasse delle ultime gare. La Mercedes che butta via la nuova sospensione posteriore e torna all’antico (voto 8: il realismo paga) gli dà una mano, ma George stavolta ci mette molto del suo. E’ grasso che cola ora che deve definire il rinnovo del contratto (anche se Verstappen, interessato al suo sedile, sostiene che è già tutto fatto).
Max Verstappen: 6
Emblematica la battuta: «Da qui alla fine non vinceremo più». Da quadri-campione del mondo a «travet» che deve accontentarsi di spezzare le reni a quelli del centro classifica, rimediando due punti che sono la foto di una crisi ormai strutturale di una Red Bull irriconoscibile (voto 4) e da ricostruire (inciso: chissà come ride il licenziato Chris Horner, al di là dei 57 milioni dell’accordo economico di fine rapporto con la scuderia). Per la cronaca, il Max privato dei super-poteri è finito alle spalle perfino della Racing Bulls di quel Liam Lawson (voto 7) che aveva cominciato come suo compagno di squadra ma che poi era stato cacciato come se fosse un somaro, non un pilota.
Gabriel Bortoleto: 8
Sesto posto e miglior prestazione stagionale di un «deb» che negli ultimi quattro Gp ha chiuso tre volte nel Top 10. La Sauber sta crescendo nell’alternanza delle buone prove dei suoi due piloti: stavolta Hulkenberg (5) si butta via con una falsa partenza che di fatto lo condanna, ma in compenso ecco il bel momento di chi vuole divertire e riportare in alto il Brasile.
Oliver Bearman: 7
La Haas non gli consente di finire la gara, ma l’allievo della Ferrari Driver Academy continua a rilanciare un’idea per il futuro anche prossimo: non è il caso che sulla Rossa ci vada lui al posto di Hamilton?
Gli inconcludenti: 4
Belzebù ha aggiornato la lista degli ospiti dell’Inferno, girone «inconcludenti»: leggiamo i nomi di Sainz (e lui a non capire la Williams o viceversa?) e del compagno di squadra Albon (new entry, stavolta), di Ocon (diamine, nel 2021 all’Hungaroring aveva vinto), di Tsunoda (un caso umano), di Gasly e Colapinto che però hanno l’idea di proporre al Demonio di aggiungere all’elenco Flavio Briatore, che non sta risollevando la loro Alpine.
John Elkann: 3
Piomba a Budapest e dichiara, riferendosi alla conferma di Vasseur: «L’importante è avere stabilità». Nel senso dei risultati mediocri?
3 agosto 2025 ( modifica il 3 agosto 2025 | 20:05)
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