
Sopravvissuto anche al reclamo della Red Bull, dopo che sull’asfalto era riuscito a tenere lontano dai lombi le unghie affilate di Max Verstappen, George Russell fa suo il Gp del Canada e scrive il numero 4 nella casella dei successi personali. E’ il ritorno al successo della Mercedes – secondo team assieme alla RB a intaccare il monocolore McLaren -, che manda sul podio pure Kimi Antonelli. Il ragazzino che studia da fenomeno è il volto felice di un’Italia depressa per l’inconsistenza della Ferrari.
George Russell:10
Il patriottismo spingerebbe a parlare prima di Kimi Antonelli, ma non si può non cominciare da chi ha vinto con pieno merito, riscattando la beffa di un anno fa (anche nel 2024 era scattato dalla pole, ma era stato battuto). Con l’impresa di Montreal ha certificato la dimensione di pilota di qualità e quasi sicuramente ha messo al sicuro la riconferma alla Mercedes, schivando il fantasma di Verstappen e sconfiggendo Max pure al di fuori della pista.
Kimi Antonelli: 10
Subito una prodezza al via, con il sorpasso d’autore a Oscar Piastri. Poi un Gp di grande solidità e maturità , a dispetto dell’età . Il primo podio della sua vita, a 18 anni, 6 mesi e 21 giorni – terzo nella storia, per precocità , a centrare un «top three» – va al di là del semplice risultato sportivo. E’ infatti anche la prova che Kimi da Bologna è un talento in evoluzione ma già completo di tutto quello che serve per diventare un grande: questo bagaglio contempla anche la capacità di reagire nei momenti duri. E negli ultimi tempi, dopo le fiammate d’inizio stagione, lui ne ha avuti.
Nico Hulkenberg: 8
Dopo i due Mvp del giorno, dal mazzo degli altri meritevoli di buoni voti prendiamo il veterano che porta di nuovo a punti (ottavo) la Sauber, futura Audi, dimostrando che la strategia su una sola sosta non era affatto una cavolata (e Leclerc s’arrabbierà ancora di più con il suo staff che non gliel’ha lasciata seguire). Nico è più che mai l’incredibile Hulk.
Mercedes: 9
Di sicuro non è ancora perfetta, ma le modifiche sul posteriore, ripristinate dopo essere state congelate perché all’esordio non avevano convinto, hanno dato solidità anche sul passo gara. Può essere che c’entri l’atipicità della pista canadese? Vedremo, di sicuro alla Mercedes una direzione giusta sembrano averla trovata.
McLaren: 5
Restiamo nell’area dei team per bocciare chi avrebbe dovuto di nuovo fare sfracelli e invece si è ritrovato con un raccolto misero. Torna un vizietto già notato anche l’anno scorso, ovvero quello di non riuscire a mettere il timbro a fuoco di una superiorità evidente. La McLaren volte assomiglia al calciatore che sbaglia il gol a porta vuota, come il famoso Egidio Calloni di un Milan di tanti anni fa.
Max Verstappen: 8
Condizionato dal degrado delle gomme nei primi due stint, rimescola le carte, anticipa le soste e prova a ruggire. In realtà i suoi piani d’attacco sono soprattutto una strategia di difesa che lo conduce a un secondo posto più che positivo perché Piastri, leader del Mondiale, è alle spalle e quindi qualche punto è rosicchiato. Dove non arriva la macchina, arriva il pilota: da Max un’altra lezione e un messaggio a coloro che pensano che chi è al volante conta relativamente, nella F1 di oggi.
Oscar Piastri: 7,5
Detto in maniera tutt’altro che dispregiativa, sa essere anche un buon ragioniere. Nel Gp del Canada si è proprio seduto dietro alla scrivania e ha fatto i suoi bravi conti. A Niki Lauda sarebbe piaciuto. Però il giovane canguro ha anche attributi di ferro e la resistenza, durissima ma corretta, su Lando Norris, è lì a provarlo.
Lando Norris: 0
L’assurdo tentativo di sorpassare Piastri, finito con un crash e con la macchina distrutta, dimostra che non è (perlomeno oggi) pilota dal titolo mondiale. Zero punti e zero in pagella.Â
Charles Leclerc: 6
Ha la lealtà e il buon gusto di ammettere che sul risultato hanno inciso gli errori nelle prove, a cominciare dallo schianto del venerdì (ma sull’incrocio con Hadjar in qualifica, che gli ha impedito di completare il secondo tentativo nel Q3, non è responsabile la squadra?). Però era riuscito ad amministrare al meglio le gomme dure nello stint iniziale. Quindi, anche se mancherà sempre la controprova, a naso aveva solo ragione nel voler tentare la strategia su una sola sosta. Aria pesante con il team.
Lewis Hamilton: 5
Dodici gare senza un podio, record negativo nella storia del «fu» Cannibale della F1. Di sicuro, annaspando nella mediocrità , Sir Lewis si immaginava una storia ben diversa alla Ferrari. Ha anche accoppato una povera e malcapitata marmotta, con relativo abbattimento del carico aerodinamico. Per lui il «giorno della marmotta» significherà , più che mai, prevedere se l’inverno che sta vivendo a Maranello sarà ancora lungo oppure no. Ha promesso consigli per uscire dal guado infernale: ma gli daranno retta?
Red Bull: 4
Il ricorso contro Russell è sembrato un gesto di cattivo gusto e un’arrampicata sui vetri: difatti è stato giudicato infondato. Era sbagliato anche psicologicamente, perché solo in presenza di una scorrettezza marchiana dell’inglese in regime di safety car i commissari avrebbero cambiato il risultato. Insomma, ha provato a prendersi a tavolino quello che non aveva ottenuto in pista. Ma non sempre funziona così.
Frederic Vasseur: 4
Ha scaricato sui piloti la controprestazione di Montreal: «no ‘bbuono» avrebbe detto Andy Luotto. Attorno alla Ferrari non c’è un clima ideale e lui ricorda che le pressioni non aiutano. Vero, ma sembra anche avere argini poco solidi per le ondate che arrivano. E in certe risposte pare lo studente che non ha studiato e che balbetta durante l’interrogazione.
Fernando Alonso: 7,5
Ha preparato una gara grintosa con un lavoro durissimo per tutto il week end, quasi fosse un ventenne in cerca di gloria. Invece è un 44 enne che non si sogna anche solo di immaginare il traguardo professionale e che traduce la «garra» nelle parole: «Stiamo correndo, non facendo dei test» ha sparato per radio all’ingegnere che lo invitava ad essere cauto nella gestione delle gomme.
Esteban Ocon: 7
Stavolta è molto concreto, a differenza del compagno di squadra Bearman (voto 5: qualche esagerazione di troppo), e va a punti con la Haas dando un po’ di respiro a un team che si stava perdendo nel deserto dei non risultati.
Isack Hadjar: 5
Un passo inidetro rispetto al solito e nei confronti di una qualifica che l’aveva confermato tra i migliori (partiva nono): in gara non è mai riuscito a graffiare.
Carlos Sainz: 6
Anche lui tiene duro con la singola sosta e va a raggranellare un punto (quello della bandiera) per una Williams peraltro dimessa (voto 3: era giunta in Canada convinta di suonare, ma è finita suonata).Â
Franco Colapinto: 6+Â
Bravo in qualifica, più che sufficiente in gara. Una discreta prova era necessaria perché Flavio Briatore aveva già preso la lente d’ingrandimento per osservarlo meglio.
Alexander Albon: 5
Chiamatelo «rissa continua», ormai con la Williams sono soprattutto scintille e scambi vivaci via radio. Prossimo step: un ring di pugilato.
Yuki Tsunoda: 2
Ormai non va più nemmeno a raccattare qualche misero punto. Ma la vera domanda è: perché la Red Bull non riesce a trovare un decente secondo pilota da affiancare a Verstappen? Con il senno del poi il vituperato Perez, licenziato con disonore, era un gigante.
16 giugno 2025 ( modifica il 16 giugno 2025 | 11:59)
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