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Orologi svizzeri, i dazi Trump cancellano l’orgoglio elvetico: esportazioni crollate del 55%

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La Svizzera è il Paese europeo più colpito dalla guerra dei dazi del presidente americano Donald Trump. Dal 1° agosto tutti i prodotti elvetici, tranne farmaci e lingotti d’oro raffinati in Ticino, sono soggetti a tariffe del 39%. Solo cinque Paesi nel mondo sono stati colpiti in modo più pesante. E gli effetti delle tariffe hanno già iniziato a farsi sentire, soprattutto sul mercato degli orologi.

Export in calo, pesano i dazi

Dopo un secondo trimestre già debole, anche nella terza parte del 2025 il commercio estero svizzero ha continuato a registrare un calo, non solo verso gli Stati Uniti. Tra luglio e settembre le esportazioni si sono contratte del 3,9%, scendendo a 66,5 miliardi di franchi, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,6% a 56,3 miliardi. 

Il crollo delle vendite di orologi negli Usa

Quello degli orologi è uno dei settori più colpiti dal crollo delle esportazioni verso gli Usa, a causa dei dazi. Stando ai dati diffusi martedì dalla Federazione dell’industria orologiera (FH), nel nono mese del 2025 le esportazioni si sono attestate a 2 miliardi di franchi, in diminuzione del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le esportazioni di orologi svizzeri verso gli Stati Uniti sono precipitate del 55,6% a settembre, a causa dei dazi imposti da Washington. La Federazione orologiera svizzera ha spiegato che il crollo ha annullato i progressi registrati sui mercati cinesi. Ad agosto, dopo l’entrata in vigore di dazi Usa al 39% sulle importazioni di prodotti svizzeri Oltreoceano, c’era già stato un calo del 23,9%. 

I produttori avevano tentato di anticipare i dazi accumulando scorte negli Stati Uniti, subito dopo l’annuncio del cosiddetto «Liberation Day». Il «front loading» aveva fatto balzare le esportazioni verso gli Usa del 149,2%, per poi crescere ancora del 45% in luglio. «A settembre la maggior parte dei mercati è cresciuta, ma la correzione massiccia registrata negli Stati Uniti ne ha annullato tutti gli effetti», ha spiegato la Federazione in una nota. In Cina e a Hong Kong le vendite sono rimbalzate rispettivamente del 17,8% e del 20,6%. In Europa c’è stato un aumento verso il Regno Unito (+15,2%), ma una flessione verso Francia (-3,5%), Italia (-3,9%) e soprattutto Germania (-14,6%).  In ogni caso, senza il crollo del mercato americano, ci sarebbe stata una crescita dell’export del 7,8%. Invece a causa dei dazi Usa le esportazioni orologiere svizzere sono diminuite del 3,1% su base annua, attestandosi a 2 miliardi di franchi svizzeri (circa 2,1 miliardi di euro).

L’impatto sulla farmaceutica

In generale tutti i settori dell’esportazione hanno segnato un calo.  La chimica-farmaceutica, che è quello più importante, ha segnato un -7,2% (a 35,8 miliardi di franchi); seguono, molti staccati, le macchine e l’elettronica (-0,5% a 8,0 miliardi), l’orologeria (-3,7% a 6,3 miliardi), gli strumenti di precisione (invariati a 4,4 miliardi) e i metalli (+1,0% a 3,5 miliardi). In forte calo le esportazioni verso il Nordamerica (-8,8% a 12,9 miliardi), con gli Stati Uniti che, a causa delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump al Made in Switzerland, hanno segnato un -8,2% a 11,7 miliardi, dopo il -32,9% del secondo trimestre.

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30 ottobre 2025 ( modifica il 30 ottobre 2025 | 19:06)

30 ottobre 2025 ( modifica il 30 ottobre 2025 | 19:06)

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