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Ora i servizi russi indicano un nuovo nemico: l’euronazismo

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Guardate bene questa illustrazione. Dal 16 aprile campeggia sul sito dell’Sv, l’intelligence esterna della Federazione Russa. La testa di Ursula von der Leyen, in versione vampiro, sovrasta un corpo a forma di croce uncinata con quattro estremità che finiscono in artigli insanguinati. Al centro è il cerchio blu stellato simbolo dell’Unione europea. Ai fianchi, due baionette, con le bandiere russa e americana, infilzano l’immonda creatura. Vladimir Putin ha trovato il nuovo nemico: l’euro-nazismo. 

Nelle parole del suo fedele servitore, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, l’Unione europea, aizzata dalla Francia e guidata dal nuovo Führer di Bruxelles, è la contemporanea incarnazione dell’ideologia hitleriana. E come 80 anni fa, nel sanguinoso cimento della Seconda guerra mondiale, anche questa volta Mosca ha al suo fianco Washington, l’alleato americano insieme al quale l’Unione Sovietica sconfisse il nazismo, salvando sé stessa e l’Occidente. 

Per la verità al tempo c’erano anche la Gran Bretagna e la Francia, ma nel revisionismo putiniano Londra e Parigi sono state rimosse, perché oggi sono di nuovo preda dell’imperialismo liberale, che ovviamente «è più distruttivo del fascismo». E in fondo, ricordano i pifferai del Cremlino, in altri momenti fatali, in Crimea alla metà dell’Ottocento e a Suez nel 1956, Mosca e Washington sbarrarono insieme la strada a Francia e Regno Unito. Dimenticate trent’anni di dura retorica antiamericana. 

Dimenticate le accuse di volontà egemonica unilaterale lanciate contro gli Stati Uniti, i loro «vassalli» europei e «l’Occidente collettivo». Il «nuovo sceriffo» in carica a Washington è un amico, o almeno così sembra. E Putin, che senza nemici non sa e non può vivere, cambia la prospettiva a uso e consumo della sua opinione pubblica interna. 

Certo, l’autocrate del Cremlino sta alzando la posta anche con Donald Trump: vuole stravincere in Ucraina, sogna la partenza delle truppe americane dal Vecchio Continente, tenta di coinvolgerlo in una guerra santa contro i globalisti, facendogli balenare grandi affari. Vasto programma. Ma oggi per Putin la priorità è costruire la narrazione con cui mobilitare il Paese: l’euro-fascismo, che fa dell’Europa e dei suoi Paesi, fin qui snobbati e ridicolizzati, il nuovo e formidabile nemico. Al netto dell’ignobile bugia di un dittatore che nega ogni libertà e democrazia, proprio come il nazismo, dovremmo prenderlo in parola. 

28 aprile 2025 ( modifica il 28 aprile 2025 | 12:11)

28 aprile 2025 ( modifica il 28 aprile 2025 | 12:11)

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