
La Liguria resta senza turisti, o quasi. Almeno durante la settimana quando, passeggiando sul lungomare i parcheggi, non solo quelli a pagamento, sono vuoti come le spiagge. Sintomo di come sta cambiando il turismo dei torinesi che scelgono di godersi le vacanze al mare. La colpa non è solo delle autostrade, che trasformano in odissea un viaggio da meno di due ore, ma anche degli aumenti dei prezzi. Così da Varazze a Spotorno, passando per Noli e Varigotti e arrivando a San Bartolomeo a Mare e Ventimiglia, tutti gli stabilimenti hanno lo stesso problema: rimangono vuoti tutta la settimana per poi riempirsi il sabato di turisti mordi e fuggi.Â
Così capita anche ad Alassio, incoronata, ancora una volta, tra le spiagge più care della Liguria. Ci vogliono 340 euro in media a settimana per un ombrellone e due lettini in riva al mare secondo la classifica stilata da Altroconsumo. E alle famiglie non resta che «fuggire dai lidi», che occupano la maggior parte dei litorali. Ad Alassio infatti appena il 20% di arenile è libero, contro il 40% previsto, tanto da portare Adiconsum e Legambiente a denunciare l’ennesima vittoria della lobby dei balneari a danno dei cittadini. E non solo. In una Liguria fatta di case al mare, spesso ereditate dai nonni che avevano investito nel mattone, la maggior parte degli appartamenti oggi ha le tapparelle abbassate e viene usata solo nel weekend.Â
Anche hotel e b&b rimangono vuoti come mai prima. Su booking per una settimana ad Alassio, dal 13 al 19 agosto, ci sono molte strutture rimaste a disposizione, almeno 25 quelle a misura di una famiglia composta da quattro persone. A Santa Margherita Ligure per 7 giorni, e massimo 5 persone, vengono chiesti 1.800 euro. Anche sui social, dove fioccano le disdette e le offerte last minute, soprattutto per Ferragosto in molti offrono ancora i loro appartamenti, rimasti vuoi. Colpa dei costi troppo alti, ovviamente. Conti alla mano trascorrere le ferie in Liguria è diventato caro: affitto della casa e dell’ombrellone ma anche la vita quotidiana. La spesa, il ristorante, il caffè e perfino la focaccia, venduta in media a 13 euro al chilo fino a picchi da 20 euro, fanno raggiungere cifre spesso troppo alte per le famiglie.Â
Anche mangiare il gelato è diventato un lusso. «Tanto che, a inizio agosto, abbiamo già finito le coppette piccole che noi acquistiamo per tutta la stagione – spiega Federico Fontana, dalla gelateria Pappus-. Potrebbe essere letto come un segno positivo, invece non lo è perché vuol dire che abbiamo venduto comunque meno. Noi lavoriamo in ogni caso, per fortuna, perché offriamo un prodotto artigianale e a chilometro zero. Ma la gente, guardando allee scelte, spende meno. Spesso per una coppetta piccola si chiedono anche due cucchiaini».
E poi c’è la polemica delle spiagge libere e delle concessioni che dovranno essere rinnovate entro il 2027. Una legge della Regione Liguria impone, ma meglio sarebbe usare il condizionale, a tutti i comuni della riviera di garantire almeno il 40% di spiagge libere (e nel computo ci sono anche quelle attrezzate, che spesso mascherano una vera e propria privatizzazione). Ad Alassio, ad esempio, di arenile libero c’è appena il 20%, quasi un record, in negativo. La spiaggia infatti è ridotta e ogni metro utile viene sfruttato. Contro Alassio e gli altri comuni che hanno di fatto privatizzato il litorale conduce da anni una dura battaglia Stefano Salvetti, referente regionale di Mare Libero e referente nazionale spiagge Adiconsum.
«Purtroppo in Liguria si è fatto di tutto per favorire la lobby dei balneari, prima con la possibilità di trasformare una libera attrezzata in un simil stabilimento, poi con gli emendamenti voluti dal consigliere regionale Rocco Invernizzi, la cui sorella gestisce ad Alassio uno stabilimento, che consentiranno di non rispettare il vincolo del 40% di spiagge libere in caso di rinnovo – sottolinea Salvetti-. Una grande raggiro, i Comuni in teoria potrebbero riprendersi tutto». Un tema, quello dell’assenza di spiagge libere, che in Liguria è esploso di nuovo pochi giorni fa con il caso di Monterosso al Mare alle Cinque Terre dove gli ombrelloni sono ormai quasi sul bagnasciuga.Â
Stefano Bigliazzi, presidente regionale per la Liguria di Legambiente evidenzia inoltre la «truffa della mappatura». «Nel conteggio delle spiagge libere – spiega – possiamo notare una curiosità , chiamiamola così. Nel conteggio delle spiagge libere della nostra regione, già poche, compaiono anche tratti di costa alle foci di fiumi e torrenti. È incredibile che si possa annoverare nel computo tratti di costa che devono essere invece considerati non fruibili».
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8 agosto 2025
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