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Oltre 600 euro in più per luce e riscaldamento rispetto al 2018 (e altri mille per la spesa alimentare)

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Nei due anni pre-Covid i «beni energetici» (riscaldamento, ma non solo) avevano già iniziato a crescere in modo significativo, per poi calare nel 2020 e iniziare a risalire progressivamente e in misura consistente dalla primavera del 2021, arrivando a toccare incrementi elevatissimi (+72,8% a ottobre 2022) e registrare ancora qualche decremento tendenziale.

Nel 2024 è ripresa una lieve crescita ma tutto, in apparenza, sembra sotto controllo. Leggere però oggi un +1,4% (tendenziale annuo) alla voce spese di «abitazione, acqua, elettricità e combustibili» rischia di ingannare perché in qualche modo nasconde il pregresso degli anni precedenti.
L’ufficio comunale di statistica ha per questo realizzato un corposo lavoro di approfondimento e di confronto tra i prezzi del 2018 e quelli del 2024, anche in termini assoluti (l’olio che è passato da 5 a 10 euro, ad esempio), proprio con l’obiettivo di fornire una percezione più precisa degli aumenti avvenuti in questi anni, «soprattutto considerando che il livello attuale dei prezzi è la risultante degli incrementi e decrementi avvenuti in ciascun anno» e calcolando quindi l’effetto cumulato degli aumenti registrati e dei vari saliscendi.

Apprendiamo quindi che tra il 2018 e il 2024 le spese per la casa sono cresciute del 31,6%. Il che, a titolo di esempio, significa che se nel 2018 si spendevano 2.000 euro all’anno per riscaldamento, acqua e elettricità, a fine 2024 se ne sono spesi 2.632, oltre 600 in più. E per cui, tornando allo stipendio, bisogna valutare se quei seicento e passa euro adesso si trovano anche in busta paga o meno. E che l’aumento dell’1,4% registrato nel 2025 è un aumento rispetto ai 2.632 euro e quindi adesso si parla di 2.668 euro.
Per quanto riguarda la tipologia «beni alimentari», l’analisi fatta dall’ufficio statistica della Loggia entra nel dettaglio degli aumenti di almeno una cinquantina di prodotti, e per cui se le banane sono diminuite di prezzo (da 2,13 euro al chilo a 1,58 di media), le patate novelle sono passate da 1,27 a 1,99 al chilo, le pere da 2,56 a 3,55 euro. Piccoli esempi, insieme a quelli del caffè o dell’olio.

Messi tutti assieme e pesati con cognizione di causa, l’aumento complessivo tra il 2018 e il 2024 è stato del 20,4%.
E per cui, se la spesa per beni alimentari annua di una famiglia ammontava a 5.000 euro nel 2018, nel 2024 se ne sono spesi (a parità di quantità, ovviamente) 6.020, oltre mille euro in più. In questo caso lo studio osserva peraltro che le variazioni tendenziali dei prezzi dei beni alimentari hanno avuto un andamento crescente nella primavera estate del 2018 (+2,8% ad agosto), per poi rallentare nel 2019.

Durante la primavera del 2020, in piena diffusione della pandemia del Covid-19 (primo lockdown), i prezzi dei beni alimentari hanno poi subito un altro aumento considerevole. Successivamente, si è assistito nel 2021 a una forte riduzione, seguita da una fortissima impennata nel 2022. Poi la crescita si è progressivamente appianata ma il risultato è, appunto, il +20% osservato nel periodo.

Una sezione dell’indagine è infine dedicata anche all’aumento degli affitti reali delle abitazioni, una componente che sta diventando sempre più significativa per tante famiglie, vuoi perché è la prima casa, vuoi perché ci sono i figli all’università che hanno bisogno quantomeno di un posto letto.
Lo studio osserva che fino a quasi la fine del 2021 la crescita è prossima allo zero, per poi iniziare a crescere in misura progressiva. L’ascesa non si è ancora arrestata, al punto che nell’ultimo anno l’aumento è stato del 5,5%, oltre il triplo rispetto all’indice generale di aumento dei prezzi registrato a Brescia.


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11 settembre 2025

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