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Oceani: ecosistemi a rischio. Ecco le iniziative per salvarli

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Gli oceani sono una meraviglia. Lo sottolineava il tema della Giornata mondiale degli oceani dell’8 giugno. Uno studio dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) e della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli ha per la prima volta applicato un modello climatico 3D basato sulle osservazioni per comprendere lo stato di salute degli oceani negli ultimi 25 anni. L’obiettivo era quantificare e descrivere la dinamica dei cambiamenti avvenuti nell’ultimo quarto di secolo e il loro impatto su fitoplancton e altri organismi marini. La ricerca ha notato che la risposta degli oceani al riscaldamento globale influisce non solo sulla temperatura superficiale delle acque, ma anche sul ciclo idrologico, sulle correnti, sul rimescolamento superficiale e sugli scambi tra gli strati superficiali e profondi. Alcuni dei principali sistemi di correnti marine si stanno spostando verso i poli e gli scambi verticali si stanno intensificando, modificando il rinnovo delle acque oceaniche profonde e l’immagazzinamento di calore da parte degli oceani. 

Ma non sono solo i cambiamenti climatici a minacciare gli oceani che, non dimentichiamolo mai, sono alla base della vita su questo pianeta e del suo contenuto di ossigeno. Ci sono anche la pesca eccessiva e la plastica, anzi le microplastiche. Si stima che ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscano in mare. Ogni anno vengono uccisi 100 milioni di squali e razze, negli ultimi 50 anni il loro numero si è ridotto del 50%. 

Nonostante questi dati non confortanti, nel mondo sono in atto molte iniziative per la salvaguardia degli oceani e della pesca. Per esempio, rende noto l’organizzazione non profit Marine Stewardship Council, nella penisola messicana dello Yucatan i pescatori di polpi hanno collaborato con i ricercatori per sviluppare un’alternativa innovativa alle tradizionali esche a base di granchi vivi, usate da secoli. Si tratta di granchi artificiali luccicanti che hanno permesso di risparmiare circa 1.500 tonnellate di granchi all’anno e, allo stesso tempo, di ridurre gli impatti su uccelli e altri animali che rischiavano di rimanere impigliati nei fili di plastica delle esche naturali abbandonate. Oppure le 330 tonnellate di rifiuti raccolti, i 50 milioni di litri d’acqua preservati dall’inquinamento da oli e idrocarburi, le 8 mila piante marine ripristinate grazie alla Water Defenders Alliance nei porti e darsene italiane, alleanza promossa da LifeGate che unisce i rappresentanti della società civile per difendere le nostre acque dall’inquinamento da plastiche, oli e idrocarburi e dalla fragilità degli habitat. Gocce nel mare? Forse, ma tante piccole gocce fanno un oceano.

7 agosto 2025

7 agosto 2025

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