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Nuovo presidente del Veneto, l’apertura di Tajani: «Nessuna preclusione su un leghista»

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Quello su cui tutti — Lega, FdI e FI — concordano è che «si deciderà assieme», quando però si arriverà a una scelta sul nome del candidato del centrodestra in Veneto e di quale partito sarà non è ancora chiaro. Anche se prende sempre più campo l’ipotesi che la Regione resti alla Lega. Di martedì l’apertura dell’alleato, Forza Italia, che più in questi mesi ha messo i bastoni tra le ruote del Carroccio con il suo secco e irremovibile no al terzo mandato e il cui segretario regionale, l’europarlamentare Flavio Tosi, non manca giorno che non critichi l’operato di Palazzo Balbi, in particolare in tema di sanità. «Decideremo tutti insieme ma non abbiamo alcuna preclusione nei confronti di un candidato della Lega», dice il vicepremier e segretario nazionale di FI Antonio Tajani. Una risposta, a distanza, al vicesegretario leghista Claudio Durigon. «Sarà il tavolo nazionale a decidere — aveva premesso quest’ultimo —. Dobbiamo continuare il programma messo in campo, la Lega con tanti amministratori e con il suo radicamento in Veneto sia in continuità». La stessa continuità che è stata decisa per le Marche e la Calabria, con Francesco Acquaroli (FdI) e Riccardo Occhiuto (FI) che tornano in corsa.

«C’è tempo»

«Parliamo di due presidenti uscenti — replica Tajani che ribadisce — ma non abbiamo preclusioni per il Veneto, si deciderà tutti insieme». In ogni caso, «c’è tempo», è la precisazione scontata. Se le elezioni saranno a fine novembre, le liste andranno presentate un mese prima e con il centrodestra veneto dato sicuramente per vincente nessuno a Roma spinge sull’acceleratore. «Siamo ad agosto», aggiunge. E a chi ipotizzava un summit ferragostano dei leader del centrodestra ribatte: «A Ferragosto vado alla messa a Castelgandolfo di papa Leone XIV, che è il mio collegio elettorale». Delle regionali se riparla dopo le feste, dunque.

I nodi da sciogliere

I nodi da sciogliere non sono pochi e tra questi c’è il tema della lista Zaia, fortemente voluta in casa Lega in Veneto. «Vedremo come fare — taglia corto Durigon — non mi pongo il problema delle liste, ne faremo il più possibile». Ogni decisione, anche in questo caso, è demandata al tavolo nazionale. L’urgenza ora è definire il nome del candidato a presidente. «Abbiamo una grande classe dirigente, costruita anche da Zaia e in virtù del lavoro che lui ha fatto, credo che possiamo con gli alleati condividere il nostro nome e possiamo riproporre il buon governo che abbiamo fatto fino a oggi», conclude.

Il sondaggio che «boccia» Stefani

Se l’apertura di Tajani sarà foriera al via libera al Carroccio, il candidato — in pectore da mesi — sarà l’onorevole e segretario regionale Alberto Stefani. Che però, stando a un sondaggio condotto da Swg tra il 12 e il 19 maggio a un campione di mille residenti in Veneto non risulterebbe un volto noto all’elettorato: su una platea di cinque leghisti — il sottosegretario Massimo Bitonci, la vicepresidente regionale Elisa De Berti, l’assessore allo Sviluppo Roberto Marcato, il sindaco di Treviso Mario Conte e appunto Stefani — a lui spetta l’ultimo posto. Il primo va a Bitonci che si aggiudica anche più punti nell’indice di gradimento (78%) tra i soli militanti della Lega. Tra i mille, invece, il 51% va a Marcato e Conte, solo il 40% all’onorevole e segretario. Alla domanda: «Chi voterebbe?», la maggior parte ha risposto «non so», il 10% al sottosegretario, solo il 3% a Stefani. La Lega storce il naso: dettagli e committente non sono pubblici, sorgono dubbi sulla liceità dell’analisi del voto. «E sui risultati — dice Marcato —in particolare sulla popolarità di Bitonci e sul fatto che Stefani sia ultimo, non vorrei sia fuoco amico, il committente di sicuro non è un fan di Stefani».

Zaia farebbe la parte del leone

Sul fronte liste, per il sondaggio, a fare la parte del leone quella di Zaia (25,5% ma era a quasi 45% cinque anni fa). «La lista non è la mia gratificazione, è l’opportunità per il centrodestra di avere un bel po’ di consiglieri in più e di blindare maggiormente l’amministrazione, coinvolgendo più cittadini, che altrimenti non voterebbero», torna sull’argomento Zaia. Ma anche lui, come Tajani, fa notare come «manchino ancora mesi — spiega — , siamo ancora al riscaldamento a bordo campo. Sarà il candidato presidente l’unico che potrà mettere la parola fine ad un eventuale lista Zaia». A fronte però «delle tante cose che ci sono da fare per il Veneto — conclude il presidente — non perdo tempo su questa cosa».


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6 agosto 2025

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