Home / Politica / «Non esiste prova che Israele abbia mitragliato civili inermi»: bufera sul capo ufficio stampa Rai Incoronata Boccia, l’azienda non replica

«Non esiste prova che Israele abbia mitragliato civili inermi»: bufera sul capo ufficio stampa Rai Incoronata Boccia, l’azienda non replica

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Non ci sono repliche, da parte della Rai, alle dichiarazioni del capo ufficio stampa Incoronata Boccia, rese, secondo la medesima, a titolo personale, in una giornata di studio dedicata al massacro del 7 ottobre 2023. «Non esiste una sola prova che l’esercito israeliano abbia mitragliato civili inermi. Vergogna per il suicidio del giornalismo che si è piegato alla propaganda dei set di Hamas» ha detto, tra l’altro, in un lungo intervento sul giornalismo ai tempi della guerra, l’ex vicedirettrice del TgUno, senza mai riferirsi ai giornalisti del servizio pubblico.

Ma a tenere alta la polemica, oggi, ci sono le dichiarazioni rese ieri sera, e rilanciate ora dai social, della relatrice Onu per i territori palestinesi, Francesca Albanese: «Quali prove – ha scritto su X – possiede la direttrice dell’ufficio stampa Rai per negare i crimini Israeliani a Gaza, contraddicendo l’enormità di prove raccolte dall’Onu, Amnesty International, Forensic Architecture e dozzine di altri esperti? La propaganda progenocidio va indagata e punita».

Parole ritenute «gravissime» dal sindacato di area centrodestra UniRai, che si popone come «scorta mediatica» di Boccia e denuncia «le dichiarazioni pubbliche e i toni intimidatori con cui la relatrice Onu Francesca Albanese ha invocato “punizioni” e “indagini”». Rispetto alle quali peraltro intende chiedere alle autorità competenti una valutazione, potendosi «configurare una vera e propria istigazione all’odio e alla violenza». Non basta. Per UniRai, il metodo di Albanese sarebbe «inaccettabile, di sapore brigatista, che rievoca tempi bui e rappresenta un pericolo concreto per la libertà di stampa e per la sicurezza personale della collega».

Per tutta la giornata intanto si sono susseguite le richieste di chiarimento alla Rai. Ne sono arrivate di nuove, assai pressanti, dall’Usigrai e poi dal consigliere d’amministrazione di area centrosinistra, Roberto Natale, secondo cui «un chiarimento resta indispensabile, perché è semplicemente inaccettabile la sommarietà dei giudizi tranciati sul modo in cui l’informazione italiana – anche quella Rai, par di capire – ha lavorato in questi due anni sulla tragedia israelo-palestinese». Si associa il rappresentante dei dipendenti Davide Di Pietro, che posta il teaser di “La voce di Hind Rajab”, il film che racconta l’omicidio di una bambina palestinese di cinque anni uccisa dall’esercito israeliano come «migliore risposta a chiunque possa in mettere in dubbio quanto accaduto».
Dal Parlamento giunge l’iniziativa di Angelo Bonelli (Avs) che insieme con Pd e M5S ha chiesto formalmente un’informativa urgente al ministro vigilante, Adolfo Urso, sulle «gravissime dichiarazioni» pronunciate da Boccia.

A difendere la dirigente Rai, attaccando però l’informazione del servizio pubblico, c’è Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, che ha organizzato l’evento il 12 ottobre scorso, presso il Cnel. «Noi che abbiamo assistito al dibattito (…) riteniamo che quanto (Boccia, ndr) ha espresso sia esattamente il quadro da tenere presente. Non solo descrive la verità ma deve invitare la Rai nel suo insieme e in ogni programma a verificare che questi standard di deontologia professionali siano seriamente rispettati». E ancora: «Solo per pochissime testate, trasmissioni, corrispondenze Rai possiamo dire che vi sia una rigorosa attenzione (…). C’è ancora molto da fare e bene – prosegue – che la dottoressa Boccia sia in tal senso referente, invitandola a essere di supporto per recuperare coerenza e sbilanciamento spesso segnalati».


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14 ottobre 2025

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