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Nobel 2025 a László Krasznahorkai: il suo racconto su «la Lettura»

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Ripubblichiamo il testo, anticipato su «la Lettura» #710 del 6 luglio 2025 e disponibile nell’Archivio dell’App, che László Krasznahorkai ha presentato l’8 luglio 2025 a Letterature Festival Internazionale di Roma. Lo scrittore ha vinto il premio Nobel per la Letteratura 2025

Gentile Commissione, egregi Signori e Signore,
1. vorrei parlare di un sentimento incommensurabilmente profondo, la cui origine non coincide con quella della storia e dell’evoluzione umane, e che in Europa non è nato, dopo un periodo di bestiale, brutale, arcaica purezza, durante l’epoca greco-romana, bensì nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, anche se, in un primo momento, la reazione di queste epoche a tale sentimento sia stata o il più completo rifiuto o un ingannevole e incommensurabilmente profondo misticismo, vorrei dunque parlare di una nuova capacità dell’uomo, di un nuovo mondo che si è formato dentro l’uomo, e quindi del fatto che, in quell’infinito scantinato dei sentimenti umani, l’uomo è diventato capace di vivere un sentimento nuovo, e questo sentimento nuovo ha portato a quello che possiamo definire il più importante risultato della cultura europea, un sentimento di desiderio diverso da qualsiasi altra bramosia l’uomo avesse mai provato prima, perché questo sentimento nuovo lo provava l’uomo per la donna, e lo provava la donna per l’uomo, e tuttavia, sebbene l’uomo avesse già provato tale sentimento, e anche la donna avesse già provato tale sentimento, non era mai successo prima che lo provassero l’uno per l’altra, e che lo provassero in questa forma, questo non era mai avvenuto prima, avveniva solo allora, per la prima volta, solo nell’evanescente luce crepuscolare del Medioevo, solo durante la straordinaria vitalità del Rinascimento, eppure, nonostante ciò, risulta difficile riuscire a stabilire chi possa essere l’artefice di questa scoperta, perché tale scopritore si nasconde da qualche parte nei meandri della storia umana delle epoche precedenti, e noi qui e ora taceremo di Vashti e dell’Antico Testamento, e taceremo dei retroscena del Cantico dei Cantici, e taceremo pure dell’eccezionalità di Catullo, e dei persiani, e degli indiani, e così via, perché soltanto una cosa è certa, ed è che Jaufré Rudel e i trovatori provenzali diffondevano questo sentimento e gli davano forma essendo ormai consapevoli della portata di tale scoperta, avvicinando sempre di più questo sentimento a quegli uomini e a quelle donne che da allora in avanti per i secoli e i secoli a venire lo avrebbero percepito e vissuto, questo sentimento di reciprocità, questo desiderio incommensurabilmente profondo, questa variante sofisticata e sconcertante dell’erotismo, questo nuovo modo di sentire, questo amore puro, perché in questo caso

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si sta trattando solo e soltanto di amore puro, di amore purissimo, e non, invece, di amore non del tutto puro, perché l’amore purissimo era la resistance, la forma più profonda, e forse l’unica forma nobile, della ribellione, poiché soltanto nell’amore l’uomo diventava perfettamente, incondizionatamente, completamente libero, in ogni senso, e di conseguenza, ovviamente, anche il più pericoloso possibile per il proprio mondo, perché era davvero così: se pensiamo all’amore in questi termini, allora solamente l’uomo innamorato era davvero pericoloso, essendo l’unico che, sinceramente disgustato dalle menzogne, diventava incapace di mentire, e che sentiva perciò fino in fondo la differenza incendiaria che intercorreva tra il proprio amore naturalmente puro e i naturalmente impuri costumi e consuetudini della società dell’epoca, perché ciò di cui si sta parlando qui in questo preciso momento non è tanto il fatto che l’amore era la libertà perfetta, quanto il fatto che era nell’amore che la mancanza di libertà diventava del tutto intollerabile, poiché la libertà derivata dall’amore era la più elevata forma di libertà tra tutte le condizioni umane create, eppure, in maniera assai strana e del tutto particolare, questa libertà era allo stesso tempo prevista soltanto per l’uomo destinato a una eterna solitudine, ossia l’amore era al contempo anche uno dei casi di solitudine più difficili da risolvere, motivo per cui non era possibile che i milioni e milioni di amori, e i milioni e milioni di ribellioni, si unissero, e quindi nemmeno i milioni e milioni di esperienze relative all’insopportabilità del mondo esistente in opposizione a quello ideale, e infatti, di conseguenza, questo mondo non ha mai potuto vivere la sua prima rivoluzione radicale, ovvero ciò che sarebbe dovuto arrivare, ciò che sarebbe dovuto seguire: una rivoluzione radicale in un mondo che continuava a esistere beffardamente sempre sotto i vuoti vapori degli ideali, ma non è arrivata, assolutamente non è proprio pervenuta, e ormai non potrà mai più esserci, perché il problema è grande, come si può evincere benissimo anche dalla Risoluzione emessa dalla Vostra rispettabile Commissione, perché a essere diventato inammissibile e anche insopportabile è lo stesso sentimento che tra due corpi possa ancora esserci di mezzo un vestito, che tra due corpi possa ancora esserci di mezzo un villaggio, che tra due corpi ci possano ancora essere di mezzo nove fermate del tram, che la persona che io voglio sia sulla Luna, mentre io sono qui sulla Terra, perché è del tutto intollerabile che tra la carne e la fame possano ancora intromettersi una forchetta e un coltello,

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gentile e molto rispettata Commissione, ciò non è altro che la scoperta della distance in un sentimento in cui fino a quel momento non c’era alcuna distance, è l’introduzione di una lontananza, la scoperta del desiderio irraggiungibile, il desiderio di una donna per un uomo irraggiungibile, e il desiderio di un uomo per una donna irraggiungibile, ossia l’inserimento di una distanza tra la persona che desidera e la persona desiderata, l’introduzione di una distanza incommensurabilmente bella e apparentemente insormontabile dentro un sentimento che fino ad allora ha conosciuto e riconosciuto solo la crudezza dell’immediatezza, ma noi vogliamo Petrarca invece di Boccaccio, dichiarò in quel frangente lo scopritore del sentimento, vogliamo Catullo invece di Petronio, e vogliamo Dante, Dante, e ancora Dante, al posto di chiunque altro, per sempre, per abolire la pesantezza della gravità, perché questo era il messaggio di tale vita nova,

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gentile e rispettabilissima Commissione, questo nuovo sentimento aveva introdotto un ostacolo per l’uomo storico, un intralcio nella volontà, un peso nel desiderio, una difficoltà nel possedere e nell’appropriarsi, un ostacolo nell’ottenere subito ciò che si vuole, e questo spostamento, questa separazione, questo ritardo è alla base di tutte le grandi civiltà, e quindi anche di questa nostra, qui e ora: l’imposizione di un ostacolo tra la fame e il mangiare, tra la sete e il bere, questa è la civiltà, è così che si crea la forma, ed è, questa, una rivoluzione, perché la forma è un ostacolo nell’immediatezza, è il superamento della fisica nella gravità, è il volo senza spazio, la melodia che non può essere udita, la poesia che nessuno scrive, il silenzio, dunque, in ciò che è suono, l’afferrabilità colà dove la mano può immergersi soltanto in schiuma di fieno, l’introduzione dei sogni da svegli, l’apparizione dell’inimmaginabile sopra la grossolana e volgare realtà, il consumo di nettare al posto della sugna, il concentrarsi su un unico filo d’erba nel fitto del prato, la rappresentazione del dolore sotto forma di un dolce, un cioccolatino, un confetto, un bon bon

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— egregia e profondissimamente rispettata Commissione, a fare la sua comparsa qui è una forma radicale di estasi, perché lo spirito dell’epoca, quello del tardo Medioevo e del Rinascimento, aveva introdotto l’estasi dentro il comune buon senso, ma una forma di estasi che ancora una volta può essere definita solamente come nuovissima: l’estasi rimandata, la cosiddetta estasi posticipata per sempre, ed è proprio questa l’essenza del sentimento, della rivoluzione di un tempo che con noi ha raggiunto la propria fine, ottenendo la propria forma dichiarativa nella entusiasticamente ammirata Risoluzione della Vostra stimata Commissione, perché quest’epoca, dal tardo Medioevo al Rinascimento, e poi avanti ancora e ancora fino al Barocco e al Romanticismo, ha creato con ciò qualcosa a cui per lungo tempo è stato molto difficile rinunciare, poiché in questa estasi differita l’oggetto si estende all’infinito, la sua reale consistenza appare idealmente aumentabile, aumentata, e infine non più aumentabile, l’uomo non ha mai abbastanza della donna, né la donna dell’uomo, perché non esiste il reale, che per l’uomo è la donna, e per la donna è l’uomo, e ciò rende questa realtà più luminosa della luce Celeste, questa realtà si trasferisce nell’ideale e da lì non si muove più, e l’ideale non allenta più la presa sul reale, non lo rilascia, e così il sentimento perde il suo legame con la Terra, mentre il suo oggetto resta in fin dei conti inoccultabilmente terreno, eppure in tutto ciò si perde l’oggetto stesso, perché non solo la donna e l’uomo reali si trasformano in donna ideale e uomo ideale, ma non sarà nemmeno più la donna a essere l’oggetto del desiderio, né lo sarà l’uomo, bensì il desiderio stesso: il sentimento si innamora del sentimento stesso, nel quale, quindi, l’oggetto del sentimento sarà il sentimento stesso, motivo per cui la donna non avrà mortalmente bisogno dell’uomo, e l’uomo non avrà mortalmente bisogno della donna, ma l’uomo e la donna avranno bisogno di sentire il dolore della distanza che li separa, e da quel momento in poi, ormai da secoli e secoli, nulla è altrettanto pericoloso per l’amore di quando l’uomo ottiene la donna, e la donna ottiene l’uomo, perché quando questo accade, si perde la sensazione che era l’essenza stessa del sentimento, si perde tutto, perché si desidera il nulla,

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inesprimibilmente e profondamente rispettata Commissione, è di questo che io vorrei parlare, se solo potessi, ma sono consapevole che non posso, né potrò mai farlo, perché non è possibile farlo, già questo tono di voce elevato non è qui appropriato, già questa lenta costruzione architettonica dei pensieri non è qui appropriata, già l’apparizione di argomenti sovrapposti, già l’attaccamento a essi sono sbagliati: un affastellamento di parole e pensieri e argomenti dall’oggetto errato, perché la Risoluzione della Vostra stimata Commissione, che verrà letta di nuovo, qui e ora, tra pochissimo, con questo suo tono particolare ed enfatico rende pubblico ed evidente il fatto che questo sentimento non ha più motivo d’esistere, si è raffreddato, si è estinto, non è più ciò che per un po’ forse è stato, il suo posto è vuoto, al suo posto non c’è più nulla, in quel posto ormai c’è solo la costrizione, la sensazione che bisognerebbe provare qualcosa, che l’uomo dovrebbe provare qualcosa per la donna, e la donna per l’uomo, ma d’ora in poi la donna dovrà rivolgersi all’uomo e l’uomo dovrà rivolgersi alla donna in maniera diversa, suggerisce questa voce, dovranno cioè ammettere che le due parti sono cadute vittime di inganno, l’una dell’altra, invece di lasciarsi cadere semplicemente l’una dentro l’altra, e ciò non può andare avanti così: io, dice questa voce, semplicemente non riesco a credere che oltre al fatto di essere eccitato dovrei anche provare qualcosa, vedo con precisione la donna, dice quest’uomo, e vedo con precisione l’uomo, dice questa donna, vedo bene chi sei, vedo che sei un uomo brutto, o meno brutto, vedo che sei una donna brutta, o meno brutta, e non vuoi altro che quella certa cosa, l’indicazione è chiara, solo il grado è relativo, poiché dipende dalla relazione nella quale stai guardando il femminile, se sei un uomo, e dalla quale stai guardando il maschile, se sei una donna, l’amore, l’amore, oh per carità, smettiamola una buona volta, non si tratta d’altro che di Zwang e pressure e forza e contrainte dal significato vago, ma imbarazzantemente opportuno e conveniente, un incitamento biologico alla lascivia, e con ciò questa Risoluzione della Vostra stimatissima Commissione non fa altro che suggerire l’introduzione di un nuovo sentimento ancora, la cosiddetta nuova-emozione, al posto del sentimento considerato fino a oggi nuovo, ma ormai divenuto antico, e che è il contrario dell’attuale, ossia il sentimento dell’arrapamento al posto dell’amore, ottenendo così, grazie a questa notevole Risoluzione, l’eliminazione di una distanza incommensurabilmente grande, cioè la distanza tra la necessità di montare e farsi montare, nonché l’oggetto magico della nostra incondizionata adorazione, perché questa distanza esisteva, ma ora, dice la voce con rabbia, è arrivato il momento dell’amara disillusione, del resto come potrei sentire io qualcosa là in lontananza per questa persona, che invece è qui, nelle mie immediate vicinanze, non solo sta per venire qui, non solo si sta per sedere qui, non solo si sta per sdraiare qui, ma è già qui, è già seduta qui e sdraiata qui, ma allora di che razza di distanza mi si sta parlando, si chiede l’uomo nell’uomo, e la donna nella donna, è tutto qui, devo solo montare e farmi montare da questa persona, io devo eo ipso accoppiarmi, spogliamo dunque la donna del velo da sposina, spogliamo dunque l’uomo dei bei revers lucenti del suo smoking, e che resti il mero e nudo impennamento per montare da una parte, e il nudo e seducente avvallamento per farsi montare dall’altra,e in questo modo,

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follemente insensatamente incommensurabilmente rispettata Commissione, ecco ritornare l’opportunità, la gravità, il direttamente rozzo, il semplicemente grezzo, la relazione nella nudità, da qui in avanti ciò che scaglio in aria cade giù, ciò che voglio ottengo, e se lo ottengo me lo posso montare, ma a che pro, sbuca il preoccupante quesito tra le righe della stimata Risoluzione della Vostra stimatissima Commissione, da trattare con grande riverenza, spunta dunque questa domanda a cui ci aspettavamo una risposta, e una risposta infatti abbiamo ottenuto, circa vent’anni fa, e continuiamo, si spera, a ottenerla anche oggi, e la domanda si ripropone negli stessi termini: se non lo voglio, perché lo voglio, se non ne ho bisogno, perché ne ho bisogno, se è qui, perché è qui: è a questo che noi qui e ora stiamo cercando una risposta, affidandoci al puro caso. Infinita Commissione!
A voi la parola.

(traduzione di Dóra Várnai)

9 ottobre 2025 (modifica il 9 ottobre 2025 | 14:02)

9 ottobre 2025 (modifica il 9 ottobre 2025 | 14:02)

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