
I democratici della commissione di Vigilanza della Camera dei rappresentanti americana hanno reso nota un’altra tranche di carte relative a Jeffrey Epstein, il miliardario pedofilo morto in carcere nel 2019: si tratta di agende del periodo 2014-2019, di liste di passeggeri del Boeing 727-100 del finanziere noto come «Lolita Express» e di un registro dei beneficiari di «massaggi» nelle residenze di Epstein. Da questi documenti non emergono reati. E non è neanche certo che gli incontri segnati in agenda siano mai avvenuti. Ma il fatto che accanto a frequentatori già noti del finanziere (Bill Gates e il principe Andrea) compaiano o ricompaiano anche nomi di spicco della galassia trumpiana (Elon Musk, l’ideologo Steve Bannon e il confondatore di Palantir Peter Thiel) fornisce combustibile a chi reclama quell’immediato disvelamento di tutta la documentazione secretata che era stato promesso dallo stesso Donald Trump. Anche molti elettori repubblicani, specie i più complottisti, criticano la gestione del caso Epstein da parte dell’amministrazione e questo minaccia la coesione del mondo «Maga».
Per quanto riguarda il fondatore di Tesla, un’agenda del 2014 di Epstein riporta il seguente appunto: «Promemoria: Elon Musk sull’isola il 6 dic. È ancora confermato?». L’interessato, che aveva già detto di aver rifiutato un invito di Epstein sulla sua isola privata, ha ribadito su X: «Questo è falso». Con Thiel, che è un superfinanziatore dei repubblicani e vende software strategici a molti eserciti, Epstein aveva invece programmato un pranzo nel 2017. E con Bannon, che è un «nemico interno» dei tecnocrati à la Musk, Thiel & C. e promuove un «nazionalismo cristiano», Epstein avrebbe invece dovuto vedersi per colazione nel 2019, pochi mesi prima del suo arresto.
Gates, che nel 2022 aveva definito «un errore» l’aver frequentato Epstein, compare in un’agenda del 2014, anche lui per una colazione. E il principe Andrea, che nega di aver commesso illeciti ma ha dovuto abbandonare ogni ruolo pubblico a causa della sua arcinota amicizia con Epstein, ricompare in una lista di passeggeri del «Lolita Express» in occasione di un volo del 2000 (a bordo c’era anche la compagna di Epstein, Ghislaine Maxwell, che sta scontando una condanna a 20 anni per adescamento di minori e altri reati). Inoltre, in un registro, tra molti nomi «pecettati», compare un «Andrew» che, in cambio di 200 dollari, avrebbe usufruito in due occasioni di un servizio di «massaggi, ginnastica e yoga» erogato in una casa di Epstein. Non si sa chi egli sia, ma la Bbc ha ricostruito che proprio in quei giorni il terzogenito di Elisabetta II si trovava in America.
A colpire di più sono però i nomi di Musk, Bannon e Thiel perché più «inediti» e perché, trattandosi di tre prime lame del mondo «Maga», la loro comparsa nelle carte suggerisce, senza confermarlo, che frequentassero Epstein anche dopo che quest’ultimo, nel 2008, era stato condannato per induzione alla prostituzione di una minorenne con un patteggiamento. L’«emersione» dei loro nomi aggrava l’imbarazzo dell’amministrazione che continua ad apparire indecisa su come gestire il caso Epstein. Il portavoce dei repubblicani che siedono nella commissione di Vigilanza non ha potuto far altro che dire: «I dem continuano a pescare specifici documenti per politicizzare l’inchiesta» e «non forniscono quelli in cui compaiono i nomi di persone che appartengono al loro partito». Ma non ha detto chi essi siano.
27 settembre 2025
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