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Navratilova attacca atleta transgender alla Maratona di Boston «Quest’uomo ha barato e lo sa»

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Martina Navratilova torna a far discutere. L’ex tennista, 18 Slam in carriera e 357 titoli vinti (nessuna come lei), ha criticato la presenza dell’atleta transgender Robert Riya Young nella categoria femminile della maratona di Boston, vinta lunedì dai keniani John Korir e Sharon Lokedi: «Quest’uomo sa di aver barato. E non sono qui per assistere a questo», il tweet di Navratilova.

Non è la prima volta che la presenza di un’atleta transgender in una gara femminile suscita critiche e polemiche. Di recente per esempio, la schermitrice americana Stephanie Turner si è rifiutata di affrontare Redmond Sullivan, l’avversaria transgender, al Cherry Blossom Tournament, presso l’Università del Maryland. La maratona di Boston è stata una delle prime grandi gare a creare una categoria per atleti non binari, ovvero atleti che non si identificano né con il genere maschile né con quello femminile. In questa edizione, il vincitore della categoria non binaria è stato Whit Blair, con un tempo di 2h 22′ 47”.

L’icona gay che attacca le transgender

Per quanto riguarda Navratilova — sposata con l’ex modella Julia Lemigova —  non è la prima volta che si espone così sulle atlete trans. Nel 2019 un suo articolo sullo stesso argomento pubblicato dal «Sunday Times» le costò la perdita del titolo di ambasciatrice di Athlete Ally, l’organizzazione statunitense che si batte per i diritti degli sportivi LGBT. «Un uomo – scrisse sul quotidiano britannico – può decidere di essere una donna, assumere ormoni se richiesto da qualunque organizzazione sportiva sia interessata, vincere tutto ciò che vuole e magari guadagnare una piccola fortuna e poi ribaltare la sua decisione e tornare a fare figli se lo desidera». Un commento definito «triste e transfobico» da molte esponenti del movimento trans.

Nell’agosto del 2023 su Twitter si scagliò contro l’iscrizione di Brooklyn Ross, 27enne statunitense, a una coppa a Cheyenne, in Wyoming: «Il tennis femminile non è per atleti maschi falliti, qualunque età abbiano. Non è giusto e non è onesto», tuonò. Navratilova ha sempre invece sostenuto i diritti alla competizione tra le donne delle atlete Dsd, ovvero con differenze dello sviluppo sessuale, come la mezzofondista sudafricana Caster Semenya.

22 aprile 2025

22 aprile 2025

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