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Negli ultimi tre anni sono stati numerosi i libri e le rievocazioni che hanno avuto per protagonista Benito Mussolini. Dal centenario della marcia su Roma a quello dell’assassinio di Matteotti si può dire che non sia passato mese senza che il Duce del fascismo venisse ricordato in ambito storiografico o divulgativo, nei mass media o anche nel dibattito pubblico. Per quanto esistano ancora approcci e interpretazioni dissimili, vi sono ormai dei punti fermi unanimemente riconosciuti, che fanno di Mussolini il protagonista principale sia della crisi della democrazia liberale d’inizio secolo che aprì la strada alla dittatura fascista, sia della tragedia che avrebbe condotto l’Italia in guerra e alla successiva disfatta del fascismo stesso, che il Duce pagò in prima persona con la vita per mano della Resistenza armata.
All’interno di questa feconda stagione di interesse per Mussolini e per il fascismo, il contributo di Antonio Carioti si pone al tempo stesso con grande originalità, ma anche nel solco di quella che potrebbe apparire una tradizionale storia evenemenziale, quella histoire événementielle contro la quale si sono formate generazioni di storici dagli anni Sessanta del secolo scorso in avanti. Carioti, infatti, organizza la sua ricostruzione storica attorno a trentotto schede «annuali» (solo il 1943 ne comprende due) che partono dal 1909 e arrivano al 1945, cui si aggiungono quelle relative al 1883, l’anno della nascita del Duce, e al 1904, un momento simbolo dell’ingresso nell’arena pubblica e politica del giovane romagnolo di Predappio.
In ognuno degli anni che scandiscono i capitoli di questo racconto storico Carioti individua un momento, un evento, un discorso, una dichiarazione che ha Mussolini come protagonista, ma che è capace di illuminare il contesto più generale entro cui il Duce opera e si trova inserito: un contesto che nella maggioranza dei casi è quello della politica internazionale, spesso della politica interna, ma a volte anche quello — più intimista — della vita privata o della reazione agli eventi della psicologia mussoliniana. Le fonti su cui Carioti fonda il proprio racconto sono molteplici, pubbliche e private, politiche e istituzionali, per la maggior parte riconducibili ad amici e sodali ma anche ad avversari o nemici, che introducono con vivacità una sintesi della situazione storica più generale, ma soprattutto delle motivazioni che spingono Mussolini ad agire in una certa direzione e a optare per determinate scelte e decisioni.
Non è un caso, forse, che il primo evento ricordato nella sequenza continua tra 1909 e 1945 sia lo scontro pubblico con De Gasperi avvenuto a Merano, all’epoca territorio asburgico, su una vertenza sindacale che contrapponeva socialisti e cattolici; e che l’ultimo sia il fortuito incontro tra Mussolini e Pertini sulle scale dell’arcivescovado di Milano il 25 aprile 1945, con il primo che sta scendendo dopo avere compreso l’impossibilità di una resa concordata e il secondo che sta raggiungendo, in ritardo, i membri azionista, democristiano e liberale del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia e il comandante militare della Resistenza. La presenza, all’inizio e alla fine di questa lunga parabola politica ed esistenziale, di due figure di spicco dell’Italia repubblicana che nascerà dalla sconfitta del fascismo sembra ricordarci il peso dell’eredità di quel regime nella memoria e nell’identità della democrazia italiana. E quindi la necessità di confrontarsi, ancora dopo ottant’anni, con quell’esperienza e con la figura del suo protagonista.
Il racconto cronologico, man mano che si dipana, riesce a offrirci un orizzonte tutt’altro che evenemenziale e assolutamente non cronachistico. Ogni anno, infatti, è denso di problemi, di prospettive, di scelte, che rimandano a quelle precedenti e a quelle successive, rendendo il vivissimo racconto di momenti isolati e intensamente significativi della storia più generale un sentiero di cui via via si comprendono la necessità o la casualità, le dinamiche prevedibili e i risultati inattesi, le scelte azzardate e le pulsioni personali che governano l’orizzonte razionale della politica.
I momenti che Antonio Carioti sceglie anno dopo anno per illuminare gli eventi e le tensioni, le possibilità e i risultati effettivi, i successi e gli errori, offrono uno sguardo non completo ma generale sulla storia dell’Italia dagli anni precedenti alla Prima guerra mondiale alla fine della Seconda, come anche sul terreno internazionale in cui il nostro Paese è inserito.
Una storia globale dove sono presenti protagonisti dell’epoca (da Nenni a Matteotti, da Hitler a Pio XI), eventi che restano nella storia (Caporetto, Fiume, El Alamein, la campagna dell’Armir in Russia), intrecci di privato e pubblico (la ferita in guerra, le nozze della figlia Edda, i momenti con l’amante Claretta Petacci), ma anche le masse e il popolo, il consenso e l’ostilità, e il passaggio — rapido e intenso negli anni di guerra — tra questi due sentimenti che accompagnano la vita intera, pubblica e politica, del figlio del fabbro di Predappio.
In edicola e in libreria
Il saggio di Antonio Carioti, «40 giorni nella vita di Mussolini. Da Predappio a piazzale Loreto», esce il 14 febbraio per Solferino (Solferino, pp. 216, in edicola a euro 15,50 più il prezzo del «Corriere», in libreria a euro 17,50). Il libro ha l’introduzione di Marcello Flores: qui sopra ne pubblichiamo un estratto
13 febbraio 2025 (modifica il 13 febbraio 2025 | 21:41)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
13 febbraio 2025 (modifica il 13 febbraio 2025 | 21:41)
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