
È morto questa mattina, martedì 9 settembre, lo scrittore Stefano Benni. Era nato a Bologna il 12 agosto 1947. Autore versatile, che non ha esitato a esplorare la scrittura per il teatro, contraddistinto da un umorismo malinconico, si era affermato a partire dai primi anni Ottanta, con titoli come P
rima o poi l’amore arriva (1981), Comici spaventati guerrieri (1986), Il bar sotto il mare (1987), seguiti da successi come La Compagnia dei Celestini (1992) , tutti pubblicati da Feltrinelli, che è stato a lungo il suo editore.
Aveva esordito nel 1976 con Bar Sport, pubblicato per Mondadori e riedito vent’anni dopo da Feltrinelli, il titolo che indirizzò il suo stile giocoso e la sua poetica. Aveva saputo, nelle sue opere più riuscite., a unire il registro comico e quello più sentimentale. «Ho sempre cercato di tenere le due cose insieme. Non sono un battutaro e neanche un serioso. L’ironia fa sognare e aiuta a realizzare qualche sogno, a volte. È una guerriera della letteratura».
Vasta la sua bibliografia: da Terra! (1983) a Stranalandia, illustrato con disegni di Pirro Cuniberti (1984), per arrivare a Baol (1990), Ballate (1991), L’ultima lacrima (1994), Elianto (1996), Bar Sport Duemila (1997), Blues in sedici (1998), Spiriti (2000), Dottor Niù. Corsivi diabolici per tragedie evitabili (2001), Saltatempo (2001), Achille piè veloce (2003), Margherita Dolcevita (2005), Misterioso. Viaggio nel silenzio di Thelonious Monk (2005), La grammatica di Dio. Storie di solitudine e allegria (2007), Pane e tempesta (2009), Le Beatrici (2011), Fen il fenomeno (con Luca Ralli, 2011), Di tutte le ricchezze (2012), Pantera (con Luca Ralli, 2014), Cari mostri (2015), Prendiluna (2017), Dancing Paradiso (2019), Giura ( 2020).
Articolo in aggiornamento…
9 settembre 2025 (modifica il 9 settembre 2025 | 10:29)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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