Morto Gilbert, il cane della leader del Minnesota Melissa Hortman uccisa dal killer travestito da poliziotto

Era rimasto accanto ai corpi dei suoi padroni, nonostante anche lui fosse stato gravemente ferito. Gilbert, il Golden Retriever della leader democratica del Minnesota Melissa Hortman – presa di mira e uccisa lo scorso 14 giugno con il marito Mark nella loro casa da un killer travestito da poliziotto con tanto di distintivo -, è stato soppresso a causa delle lesioni riportate. Una scelta inevitabile, presa dai parenti dei coniugi. Gli stessi che hanno voluto che il cane fosse insieme ai suoi umani durante l’ultimo saluto pubblico nella Rotonda del Campidoglio di St. Paul avvenuto il 27 giugno. 

Gilbert è il primo cane della storia del Minnesota, ma in realtà anche di tutta l’America, a ricevere l’onore di «lay in state» (la camera ardente solenne aperta a pubblico). Lì, con un’urna dorata, era tra le bare dei due padroni. Intorno a loro una folla silenziosa, composta da istituzioni e cittadini. Ma anche da tanti cani, per lo più Golden Retriever portati da Helping Paws: un’organizzazione che addestra cani di assistenza, che lo aveva affidato temporaneamente alla famiglia Hortman essendo «troppo amichevole per diventare un cane da assistenza». Fuori qualcuno ha anche lasciato una scatola di biscotti Milk-Bone con sopra un biglietto: «For the best boy, Gilbert» (Per il miglior cagnolino, Gilbert».

L’aggressione

Il 14 giugno 2025, nel giorno della grande parata militare voluta da Donald Trump a Washington per il 250° anniversario delle Forze armate, due deputati del parlamento locale del Minnesota sono stati presi di mira nelle loro case da un killer, travestito da poliziotto con tanto di distintivo, abbigliamento tattico e taser, al punto da essere indistinguibile dai veri agenti. La deputata Melissa Hortman, insieme con il marito, è stata uccisa. Un atto di «violenza politicamente motivata», ha detto in conferenza stampa il governatore del Minnesota Tim Walz. Dopo una caccia all’uomo è stato arrestato l’ex dipendente statale ultracattolico antiaborto Vance Luther Boelterò, responsabile del reato.