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Morto Edmund White, lo scrittore de «La sinfonia degli addii»

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È morto Edmund White, l’uomo che con i suoi libri ha fatto da padre alla letteratura omosessuale. Aveva 85 anni ed è stato uno dei primi intellettuali a parlare apertamente della propria sieropositività e far capire che con l’HIV si può avere una vita normale. Nato il 13 gennaio 1940 a Cincinnati, Ohio — i genitori hanno divorziato quando aveva sette anni — White è cresciuto a Evanston, Illinois, e da ragazzo ha frequentato l’esclusiva Cranbrook School, in Michigan. Ammesso ad Harvard, ha preferito rimanere vicino al suo terapeuta che gli aveva assicurato di poterlo curare dall’omosessualità e laurearsi all’Università del Michigan.

L’arguzia e la bellezza della sua prosa sono state chiare già nel primo romanzo Forgetting Elena del 1973. Da allora ha scritto un’altra trentina di libri (in Italia i suoi titoli sono disponibili per Playground). Il più amato dai lettori è forse Un giovane americano del 1982, primo volume della trilogia in parte autobiografica in cui ha raccontato la formazione di un adolescente che cresce negli Stati Uniti ingenui e moralisti degli anni Cinquanta, tra la paura del confronto con gli altri, la solitudine, la voglia di appartenere a una comunità e il desiderio nei confronti di chi aveva il suo stesso sesso. Gli altri due volumi sono La bella stanza è vuota del 1988 e La sinfonia degli addii del 1997 (un percorso a cui nel 2000 si aggiunge anche L’uomo sposato). Anche quando è entrato nei dettagli sessuali più intimi, White ha saputo farlo con grazia continua e umorismo, e soprattutto un senso di leggerezza che rende immediata la comprensione di cosa significhi districarsi tra le contraddizioni della società e della nostra vita.

Grande ammiratore di Vladimir Nabokov, White ha vissuto a San Francisco, Roma e Parigi e nelle sue storie ha colto le diverse sfumature di Europa e Stati Uniti nel minimo dettaglio, rivelandole con grande precisione. Tra gli ultimi scrittori bianchi d’oltreoceano a essere anche uomo di lettere, in Italia è spesso stato ospite alla Fondazione Santa Maddalena di Donnini, in Valdarno. Nel 1993 è stato nominato Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres di Francia. Nel 2018 ha ricevuto il Pen/Saul Bellow Award for Achievement in American Fiction.

Il 20 giugno Playground pubblicherà il suo ultimo libro, Gli amori della mia vita. Un memoir erotico, tradotto da Martino Adami. Un racconto pieno d’allegria della propria vita erotica. «Ho un’età in cui uno scrittore dovrebbe finalmente dichiarare quel che per lui conta di più», scrive nell’introduzione. «Per me sono le migliaia di partner sessuali che ho avuto».

Sopravvissuto a un infarto, negli ultimi anni Edmund White ha fatto una vita piuttosto ritirata, seduto al grande tavolo del suo appartamento di Chelsea, New York, dove viveva con il marito Michael Carroll, anche lui scrittore. Un appartamento pieno di carte e libri, come ci si può aspettare, ma sempre aperto per accogliere un amico o un giovane autore che avesse voglia di parlare con lui di letteratura. Insieme alla scrittrice Yiyun Li aveva inaugurato il più piccolo book club del mondo, composto esclusivamente da loro due.

Le opere di Edmund White saranno per sempre centrali in ogni riflessione sulla vita gay maschile degli Stati Uniti d’America degli ultimi decenni. Dai soffocanti anni Cinquanta all’euforico post-Stonewall. Dal catastrofico avvento dell’Aids alla scoperta delle terapie salvavita. Dai diritti al matrimonio e alle adozioni per gli omosessuali che abitano negli Stati Uniti, al sesso che nasce nelle app fino agli anni Venti del Duemila, con la lotta contro tutto ciò che si presenta con l’etichetta woke: persone trans, drag queen, libri, farmaci che mettono la pubertà in pausa. Edmund White ha visto i gay passare dal credersi dei malati di mente al rivendicare, attraverso il Pride, l’orgoglio della loro identità.

Quando ha iniziato a scrivere storie di uomini gay, White si è sentito continuamente dire che avrebbe rovinato la propria carriera. A chi gli chiedeva se era infastidito dalla definizione di scrittore gay, lui rispondeva che quell’etichetta scoraggiava molti lettori eterosessuali, così come un tempo l’etichetta di scrittore afroamericano aveva scoraggiato molti lettori bianchi. Qualcosa di molto simile era successo anche a Saul Bellow, a cui tutti dicevano che nessuno aveva voglia di leggere storie di ebrei. Oggi non riusciamo a immaginare la letteratura statunitense senza James Baldwin e Toni Morrison o Grace Paley e Philip Roth. La sua voce, il suo sorriso e la sua lungimiranza mancheranno a tutti.

4 giugno 2025 (modifica il 4 giugno 2025 | 19:09)

4 giugno 2025 (modifica il 4 giugno 2025 | 19:09)

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