
Microsoft taglierà 9 mila posti di lavoro, circa il 4% del suo organico globale. Nell’annunciare la decisione, che segue i 6 mila esuberi comunicati a maggio, ieri la big tech ha spiegato che i licenziamenti saranno distribuiti fra i Paesi e le divisioni e che serviranno a snellire l’organigramma, riducendo gli «scalini» gerarchici. Secondo gli analisti, però, il programma di esuberi ha soprattutto l’obiettivo di ridurre i costi di Microsoft che sta spendendo molto per mantenersi alla testa della corsa all’intelligenza artificiale.
Gli investimenti di Microsoft
L’azienda guidata da Satya Nadella si è impegnata a investire su infrastrutture e software per l’AI 80 miliardi nell’esercizio 2025. Uno sforzo finanziario che sta incidendo sui margini di profitto di Microsoft che, comunque, fra gennaio e marzo ha registrato un utile di 26 miliardi di dollari, in salita del 13%. Oltre che per tener a bada i costi, perciò, il maxi-piano di licenziamenti di Microsoft potrebbe anche riflettere il fatto che le spese per l’AI stanno iniziando a dare frutti, in termini di sostituzione di forza-lavoro umana con «robot».
I robot di Amazon
I tagli delle big tech potrebbero allora significare che, per quanto onerosi, i progetti sull’AI stanno funzionando. Da inizio anno, calcola il sito Layoffs, 150 aziende tecnologiche hanno licenziato un totale di oltre 63.800 persone, mentre nel 2024 gli esuberi erano stati 156 mila e nel 2023 oltre 264 mila. Nel frattempo, le big tech hanno avviato massici piani di assunzioni di macchine: la flotta di robot al servizio di Amazon, per esempio, ha raggiunto il milione di unità. «Come per ogni trasformazione tecnologica, ci saranno meno persone che svolgeranno alcuni dei lavori che la tecnologia inizia effettivamente ad automatizzare», ha detto il ceo di Amazon in un’intervista a Cnbc. «Ma ci saranno altri lavori».
3 luglio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA
3 luglio 2025
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