Anche se attraversa un momento di difficoltà, il settore dei cosiddetti wafers, dischetti di silicio alla base dei microchip, tornerà a crescere presto. Ne è convinta Doris Hsu, l’imprenditrice di Taiwan inserita dalla rivista Forbes tra le 50 donne di business più influenti dell’intera Asia. E’ alla guida di GlobalWafers, terzo player al mondo per la produzione di questi dischi. A Novara, dove il gruppo asiatico è presente con la storica Memc (ex Montecatini) Hsu ha inaugurato la Fab 300, un impianto super moderno, realizzato con un investimento da 450 milioni di euro. Primo in Italia e secondo in Europa per dimensioni e capacità produttiva, il plant sarà messo al servizio dei dischetti da 300 millimetri di diametro: un prodotto più performante dei precedenti ed essenziale per realizzare i chip usati in elettronica, automotive, diagnostica sanitaria, intelligenza artificiale e in mille altre situazioni della vita quotidiana. Ottimo per i processori più che per le memorie.
Cento nuove assunzioni
Non era scontata la scelta di investire a Novara per un gruppo che può contare su una dozzina di fabbriche nel mondo in Paesi come Usa, Malesia, Sud Corea, Giappone. «In Italia non c’è soltanto il senso del bello e dell’arte ma, come abbiamo visto negli anni del Covid, avete la capacità di resistere e portare avanti i progetti con passione e coraggio», ha detto Hsu. Al fianco di GlobalWafers ci sono clienti del calibro di StMicroelectronics, Infineon, Bosch e l’investimento in Italia è pensato anche per servire il mercato europeo in una sfida globale, dove la produzione di microelettronica si sta tutta giocando tra l’Asia e gli Stati Uniti. Dal momento che all’orizzonte tecnologico non si vedono soluzioni migliori dei 300 mm, questo mercato si espanderà per i prossimi decenni, dicono gli esperti.
«Abbiamo impiegato due anni per costruirlo, mettendo insieme il governo e la Commissione europea per arrivare alla sovranità tecnologica del Vecchio Continente con l’indipendenza dagli altri mercati», spiega Marco Sciamanna, presidente di Memc che ha voluto con forza il progetto a Novara: «Abbiamo già assunto 50 tecnici ma entreranno altri cento operatori. Qui abbiamo le competenze, i clienti e molte altre aziende di eccellenza: l’Italia non è la periferia del mondo tech».
Emissioni Zero nel 2040
Questo rimane un settore fortemente energivoro anche per un’azienda che chiuderà il 2025 con un giro d’affari attorno ai 400 milioni di euro (compresa la sede di Merano) e mille dipendenti in totale, ma c’è anche un impegno verso la sostenibilità ambientale. Già oggi Fab 300 usa soltanto energia green e ci sono allo studio progetti di cogenerazione dal gas naturale al biometano. L’obiettivo è di essere a Zero emissioni entro per il 2040 ma già green al 70% per il 2028.
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15 ottobre 2025
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