
Oltre novanta film all’attivo, con registi come William Friedkin, Oliver Stone, Sydney Lumet, Sam Mendes, due candidature agli Oscar (per Revolutionary Road e Animali notturni), diversi ruoli da villain come il generale Zod, acerrimo nemico di Superman. Un’intensa e assai rispettata attività teatrale (in questi giorni è in scena a Londra con Una luna per i bastardi di Eugene O’Neill), persino una cover band dei Rem con il rocker Jason Narducy. Quello che mancava a Micheal Shannon, nato a Lexington nel Kentucky il 7 agosto 1974, era recitare in un musical. È capitato grazie a Joshua Oppenheimer – acclamato regista di documentari come The Act of Killing e The Look of Silence alla sua prima opera di finzione – The end, in sala dal 3 luglio con I Wonder – un musical distopico dove Shannon ha recitato e cantato al fianco di Tilda Swinton, George MacKay e Moses Ingram. Un film che racconta le vicende di una ricca famiglia, Madre ex ballerina ipercontrollata e glaciale, Padre dominatore, Figlio viziato e ignaro (nessuno dei tre dotato di nome proprio), che 25 anni dopo un’apocalissi ambientale incontriamo in un bunker sotterraneo arredato con tutti i lussi. L’arrivo di una ragazza sconosciuta che proviene dal mondo esterno stravolge la routine e mette in discussione l’equilibrio precario della famiglia.
In trent’anni di carriera, ha interpretato ruoli molto diversi: blockbuster, action e gangster movie, film drammatici, gialli e commedie. Mancava un musical per quanto insolito come The End. In che modo Oppenheimer l’ha convinta?
«Amo cantare. L’ho sempre fatto, quindi non c’è voluto molto per convincermi, sono stato felicissimo di avere l’opportunità di portare nel mio lavoro qualcosa che mi appassiona così tanto. Ho pensato che la musica fosse davvero bella e che quello che Josh stava cercando di fare con questa opera intelligente, avesse molto senso: un’ottima idea da parte sua usare il genere musical. Perché credo che dia al film una complessità emotiva che altrimenti non avrebbe potuto avere. Il cambiamento climatico è un tema molto complesso e può risultare cupo. Cantare invece di limitarsi a ribattere cose che tutti conosciamo sul cambiamento climatico spiazza. Sappiamo bene che il mondo non è esattamente in salute in questo momento. Ma credo che ciò che è affascinante del film sia il racconto della battaglia interiore che queste persone affrontano per mantenere la loro umanità. Il che è diventando, sempre più difficile, lo sperimentiamo ogni giorno».
Ha interpretato diversi villain, il più terribile è il Generale Zod, nemico di Superman. Come considera il padre-padrone di «The End»?
“«Credo che Padre, come molte persone nel mondo di oggi, viva in uno stato di negazione e inconsapevolezza delle conseguenze delle sue scelte e delle sue azioni. Penso anche che, in ultima analisi, la sua spinta sia quella di costruire una vita per sé e per la propria famiglia, il che non è intrinsecamente una cosa malvagia. Penso che il suo amore per moglie e figlio sia genuino. Vuole assicurarsi che, prima di morire, Figlio riuscirà in qualche modo a andare avanti e a tenere viva la sua leggenda. Credo che questo sia stato l’impulso iniziale per Padre a iniziare a scrivere la sua storia. E che a un certo punto abbia iniziato a revisionarla, per mettere a tacere i propri sensi di colpa a causa delle decisioni che ha preso nella sua vita. Penso che le persone veramente malvagie siano in grado di fare del male agli altri senza avere alcun rimorso. Credo invece che lui sia davvero pieno di rimorsi».
È stato un uomo potente e ricco, capiamo che con il suo lavoro ha contribuito alla catastrofe ambientale.
«Sì, ha avuto molto successo in quello che ha fatto. Ci sono tante persone che hanno un enorme successo, ma per molti versi sono molto immature. È un peccato: ci si aspetterebbe che le persone che raggiungono questi ruoli, siano evolute. Ma spesso non lo sono. Per certi versi sono i più vili di tutti noi».
Viene da pensare a un Elon Musk.
“«Una figura ridicola. Che abbia fatto parte del nostro governo senza essere stato eletto dal popolo, non è democrazia. Non ho votato per Elon Musk. Non conosco nessuno che lo abbia votato, quindi perché ha avuto a che fare con il governo? È al di là della mia comprensione. In questa fase storica il denaro ha così tanta influenza in politica che mette in ombra la politica. Biden aveva messo in guardia contro i rischi di un’oligarchia. Ci stiamo arrivando e non potrei essere più d’accordo con lui: ho l’impressione che sia il denaro a comandare. Uno dei motivi per cui Trump è stato eletto è perché le persone molto ricche hanno deciso che era la persona che volevano come presidente e hanno fatto in modo che accadesse”».
Il nuovo corso in Usa nega il cambiamento climatico. Cosa ne pensa?
«Non abbiamo quattro anni da perdere. Non ne abbiamo nemmeno uno. Non c’è più tempo. Il cambiamento climatico è un problema da decenni. Ora è il momento di agire».
Com’è stato girare nelle miniere di salgemma di Raffo a Petralia Soprana, nelle Madonie?
«Abbiamo girato il film in tre location diverse. In Irlanda e Germania eravamo in set costruiti, ma in Sicilia eravamo in una miniera di sale, tuttora in funzione. Non ero mai stato in un luogo simile in vita mia, è stata un’esperienza magica. Una volta che hai trascorso un paio di settimane laggiù inizi a sentirti un po’ meno a proprio agio e si passa molto tempo lontano dal sole e da tutto il resto. Ma non si è mai perso quel senso di meraviglia e di magia. E è stato utile per trovare lo stato d’animo dei personaggi trovarsi in un ambiente come quello. È stato probabilmente il momento in cui mi sono sentito più vicino al mondo descritto nel film».
10 luglio 2025 ( modifica il 10 luglio 2025 | 15:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 luglio 2025 ( modifica il 10 luglio 2025 | 15:34)
© RIPRODUZIONE RISERVATA