
Gli hanno diagnosticato il morbo di Parkinson nel 1991, quando aveva appena 29 anni, e ora che ne ha 64 e sta convivendo con la malattia neurodegenerativa da 35, Michael J Fox comincia a pensare con sempre maggiore frequenza al giorno in cui se ne andrà. «Non c’è una linea temporale, non c’è una serie di fasi da attraversare, come capiterebbe ad esempio con il cancro alla prostata. È tutto molto più misterioso ed enigmatico», ha spiegato l’attore in una recente intervista al “Sunday Times” a proposito del Parkinson, spiegando poi nel dettaglio il suo desiderio di una morte serena. «Non ci sono molte persone che hanno il Parkinson da 35 anni – ha sottolineato infatti la star di “Ritorno al Futuro” – e un giorno mi piacerebbe semplicemente non svegliarmi più. Sarebbe davvero fantastico. Non voglio che sia qualcosa di drammatico, non voglio inciampare nei mobili e sbattere la testa».
Immortalato nell’East Side di Manhattan, New York, mentre scendeva da un auto e saliva su una sedia a rotelle per raggiungere il centro letterario 92Y per presentare il suo ultimo libro “Future Boy: Back to the Future and My Journey Through the Space-Time Continuum”, scritto con Nelle Fortenberry, Fox ha risposto con calore ai fan che lo acclamavano. «Non cammino molto, posso farlo, ma non è una bella visione ed è un po’ pericoloso, quindi ora me la prendo più con calma», ha detto ancora l’attore che, pur avendo annunciato il ritiro dalla recitazione nel 2020, da allora è apparso nella terza stagione di “Shrinking”, commedia drammatica firmata Apple TV+, dove recita accanto ad Harrison Ford che veste i panni del dottor Paul Rhoades, affetto proprio dal Parkinson. «La malattia fa schifo, ma la gente non prova pena per me, mi vede come una forza positiva», ha concluso Fox che grazie alla “Michael J Fox Foundation” da lui fondata nel 2000, ha finora raccolto ben 2,5 miliardi di dollari da destinare alla ricerca sul Parkinson.
15 ottobre 2025
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