
Vivere in un contesto di massimo comfort e privacy, magari in una villa di lusso sul Lago Maggiore. Un desiderio piuttosto gettonato, da esaudire (per i più fortunati) a caro prezzo. Queste proprietà, spesso immerse in parchi privati con accesso diretto al lago, offrono ampi spazi interni ed esterni, piscine private, terrazze panoramiche e finiture di alta qualità. I prezzi possono variare molto ma nessuno si siede al tavolo per meno di 2 milioni, capaci di impennare, a seconda delle dimensioni e della posizione, fino a 12 milioni.
Le località più richieste
Le location più richieste? Arona, Stresa, Meina e Lesa, ma il mercato è piuttosto vivace anche a Verbania, Belgirate e zone limitrofe, più in Piemonte che in Lombardia. Luoghi capaci di offrire panorami di rara bellezza, tra acque calme e montagne. E qualcuno al suo sogno proprio non vuole rinunciarvi. Così, anche chi non gode di conti milionari, va a caccia dell’affare. Il mattone attorno al lago, per chi ha pazienza e fiuto, può offrire opportunità interessanti. Ma serve fantasia. Nessun alloggio chiavi in mano, ovviamente, ma tanti bilocali, rustici e villette in condizioni piuttosto precarie da acquistare a basso prezzo. Nella maggior parte dei casi serve un’ampia ristrutturazione, ma pezzo dopo pezzo diventa possibile dar vita alla casa dei sogni.
Occasioni di tutti i tipi
Sul Lago Maggiore si possono trovare occasioni eterogenee: dai bilocali alle grandi cascine, dai rustici alla casa indipendente, molto spesso in contesti rurali o semi-rurali. «Un settore in crescita — racconta Alessandro Masserini, dell’agenzia Lakelife di Arona — e dominato soprattutto dagli stranieri. Olanda, Francia, Germania, Polonia, Inghilterra: il nostro territorio fa gola a molti. Se i laghi di Como e di Garda sono ormai saturi, ora il vento tira sul Lago Maggiore, in particolare sulla sponda piemontese. Non mancano gli italiani, ma si tratta quasi sempre di grandi imprese del nord». Questa tipologia di investimento richiede un’attenta pianificazione e, spesso, il supporto di professionisti del settore, ma il risultato finale può rivelarsi parecchio soddisfacente.
La ristrutturazione
«Gli italiani preferiscono soluzioni più comode, virando sugli appartamenti, mentre le villette abbandonate o i rustici nascosti tra i boschi e i piccoli comuni incontrano il gusto degli stranieri — spiega Francesco Antoniazza, architetto specializzato nell’area del Lago Maggiore — . Per questo una città come Arona è ancora in mano ai piemontesi. L’italiano vuole la strada e il negozio, il forestiero il sentiero e il contadino. Quando si acquista, poi, occorre sapere che la ristrutturazione costerà almeno quanto l’immobile, ma spesso si va anche oltre. E quando si interviene gli stranieri sono più rispettosi dell’ambiente circostante. Mantengono i muri in pietra, i vecchi solai in legno, mentre l’italiano vuole un appartamento con materiali di ultima generazione».
Immobili a reddito
Se l’europeo acquista una casa per le vacanze o la pensione, l’italiano invece lo fa quasi esclusivamente per mettere l’immobile a reddito. «Di solito i clienti spendono tra i 50-100 mila euro per la proprietà, a cui ne seguono altri 100-150 mila per la ristrutturazione. Non sono cifre alla portata di tutti, ma l’affare spesso è assicurato. Con un po’ di oculatezza, alla fine realizzi un gioiello che in futuro permettere di rientrare dell’investimento. Tuttavia l’italiano, quando si parla di certe cifre, preferisce virare sul mare o la montagna».
Quei ruderi «low cost»
Eppure, cercando su siti come Immobiliare.it, intorno al Lago Maggiore si può trovare l’offerta per tutti i gusti. Dal rustico abbandonato a 45 mila euro a Oggebbio, all’appartamento da 44 mila euro a Verbania. Oppure si può optare per la baita da 4 locali in legno e pietra a Trarego Viggiona, sul mercato a 45 mila euro (sempre da ristrutturare). Il costo non impenna tanto per lo stato di conservazione, ma in base alla vista sul lago. Le posizioni privilegiate, anche quando si tratta di soluzioni che andrebbero abbattute, prevedono un investimento da 90-100 mila euro.
«I primi a investire sono stati i milanesi, mentre oggi si deve necessariamente parlare inglese — conferma Marco Ravoni, agente immobiliare che si occupa della vendita di diversi alloggi lungo il lago — . Grazie a questo mercato quasi archeologico, anche i piccoli borghi stanno tornando a nuova vita. Una tendenza esplosa negli ultimi tre anni». «Gli unici freni sono i prezzi dei materiali per la ristrutturazione — aggiunge un altro collega, Renato Cattaneo — e la burocrazia italiana. A volte tra permessi del comune, catasto, vincoli paesaggistici, ingegneri, architetti e impresa edile serve aspettare fino a 2 anni per vedere il risultato finale».
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30 giugno 2025
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