
La maggioranza esulta per la due giorni americana di Giorgia Meloni, tra Washington, con il presidente Trump, e Roma, con il vice Vance. Il centrosinistra, fatta eccezione per Carlo Calenda che al contrario degli altri leader dell’opposizione non ha attaccato la premier per il viaggio negli Usa, appare un po’ spiazzato dall’esito del colloquio tra la premier e Trump. Per evitare che Meloni sfrutti troppo a lungo l’effetto mediatico di quell’incontro la minoranza ha deciso di passare al contrattacco. Raffaella Paita di Iv ha chiesto che a Palazzo Madama si tenga un dibattito sul 25 Aprile e la sua proposta è stata sottoscritta dagli altri gruppi dell’opposizione. La premier, peraltro, sarà in Senato per un question time mercoledì 23, dove le opposizioni intendono darle del filo da torcere.
Alla Camera, intanto, Pd e M5S su sollecitazione di Schlein e Conte hanno annunciato per maggio un mese all’insegna dell’ostruzionismo.
Il centrosinistra, dunque, cerca di reagire al successo mediatico del viaggio della premier. Un viaggio che, secondo Schlein, intervistata dal Sole 24 Ore, non ha prodotto «un gran bilancio»: «Il problema — avverte la leader pd — non è dialogare con Trump ma farlo a testa alta». Anche gli altri esponenti dem criticano Meloni. Alessandro Alfieri la invita a «non cercare scorciatoie», perché bisogna «negoziare insieme alla Ue».
Più duri ancora i toni dei 5 Stelle. Secondo Stefano Patuanelli, Meloni ha fatto «una passerella» che «ha portato in dote agli Usa una maggiore spesa in difesa dell’Italia e una maggiore spesa per acquistare il costosissimo gas liquefatto americano».
Matteo Renzi, da Tagadà su La7, declassa quello della premier a «viaggio di ordinaria amministrazione»: «Con una sintesi calcistica, ieri è finita zero a zero». E Iv ha presentato una mozione per impegnare il governo a chiedere di nominare Draghi mediatore tra Ue e Usa sui dazi.
Il verde Bonelli attacca la premier che si «sottomette» al presidente Usa. E Fratoianni critica la premier per l’«obbedienza» a Trump. Il giorno prima aveva definito Meloni «cameriera» del tycoon, ma quel commento, ritenuto «sessista e classista», non era piaciuto a una parte delle donne del centrosinistra.
Al contrario, nel centrodestra mostrano soddisfazione Fratelli d’Italia e alleati. «Meloni è ora l’interlocutore europeo chiave per Trump», dice Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento Ue. «Risultato importante per l’intero Occidente, frutto di un lavoro di squadra», commenta Deborah Bergamini, responsabile Esteri di FI.
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18 aprile 2025
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