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«Mektoub, My Love: Canto Due», la malinconica insoddisfazione dei giovani arabi di Kechiche

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Dopo nove anni, Abdellatif Kechiche torna a far vivere il gruppo di giovani arabi che animano l’estate di Séte nel 1994: Mektoub, My Love: Canto Due, in concorso a Locarno, riallaccia il discorso col Canto Uno, dopo che Mektoub, My Love: Intermezzo, nel 2019, era sembrato interrompere tutto (le polemiche alla presentazione a Cannes e le accuse per una scena troppo esplicita di sesso avevano bloccato la distribuzione: il film non era mai uscito e la società produttrice del regista era fallita). Sempre sceneggiato con la moglie Ghalia Lacroix e montato usando l’infinito materiale girato allora (gli attori non sono invecchiati), oggi Canto due torna a parlare del diciannovenne Amin e del suo sogno di fare lo sceneggiatore, del cugino sciupafemmine Toni e della sua storia con Ophélie, che ha un fidanzato sotto le armi, e di tutto il gruppo di sorelle, cugine e amiche che gravitano intorno al ristorante familiare.

E proprio qui, una sera, capita il produttore Jack Patterson con la giovane moglie Jessica, interprete di una soap televisiva. La cucina sarebbe già chiusa ma la popolarità dell’attrice, golosa di couscous, la fa riaprire: in cambio però Jack dovrà leggere la sceneggiatura di Amin. E quello che sembrava un noioso obbligo si rivela una scoperta: Patterson è entusiasta dello script e inizia a fare progetti col giovane.

Tutto bene, allora? Non proprio: l’energia che dava forza a Canto Uno era quella della giovinezza e del suo disinibito e vitale erotismo (i giovani si prendevano e si lasciavano senza troppi problemi), qui la voglia di vivere si colora di una più malinconica insoddisfazione, quasi un senso di finitezza che prende la forma degli agnellini che nascevano nel primo film e qui invece muoiono di scabbia. Ophélie non è più sicura di volersi sposare, Jessica annega nel whisky e nel cibo l’infelicità matrimoniale, Amin fa i conti con un sogno che rischia di diventare un incubo (Patterson inizia subito a proporre correzioni e modifiche alla sua sceneggiatura che rischia di diventare il solito prodotto standardizzato made in Hollywood). E l’unica scena di sesso — tra Jessica e Tony — non solo rischia di finire in tragedia ma non può nascondere una specie di profonda insoddisfazione. Un’infelicità senza desideri che Kechiche racconta con il tocco delicato delle sue opere migliori.

9 agosto 2025

9 agosto 2025

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