
La prima che ha fotografato è stata, paradosso, la Diva che meno appare. Mauro Balletti è stato scoperto da Mina nel 1972. Da allora, in 50 anni di carriera dietro l’obiettivo, ha scattato i ritratti sulle copertine di tanti artisti. «Mi manca Elodie che trovo bellissima: è molto impegnata e non siamo riusciti a farlo», racconta il fotografo milanese, 72 anni. Ma il suo archivio, raccolto nel libro I protagonisti della musica italiana (ed. 24Ore Cultura), è sconfinato: da Vasco Rossi a Raffaella Carrà, da Zucchero ai Pooh. E poi Eros Ramazzotti, Adriano Celentano, Mia Martini. E, appunto, Mina.
«Il nostro rapporto nasce dall’ammirazione per lei che avevo già da ragazzo», spiega. «A 20 anni, nel 1972, sono stato al suo concerto alla Bussola in Versilia, uno degli ultimi. L’ho conosciuta, le ho detto che studiavo e dipingevo. Dopo qualche mese mi ha chiesto di farle delle foto: con incoscienza giovanile, mi sono fatto prestare una Nikon F2 da un amico appassionato e spiegare il funzionamento di otturatore e diaframma». Le foto vengono usate per Frutta e Verdura e Amanti di valore, poi per Milleluci.
Sono scatti che incarnano alla perfezione lo stile di Balletti: non ritratti classici, ma rielaborazioni che bucano le copertine dei dischi. «Dopo essersi fatta ritrarre normalmente per 30 anni, Mina ha avuto l’intuizione di abbinare la sua faccia a un percorso. Un divertimento, un gioco. Ha un viso che può essere cinquecentesco o del futuro: come la sua voce, che con mille sfaccettature può interpretare sia il rock sia la musica classica».
Non è un caso che la foto preferita di Balletti sia quella della cover di Catene di Mina. «Sembra un film espressionista tedesco, mi colpisce ancora oggi anche se l’ho fatta io. La magia del bianco e nero è quasi esoterica, anche nel cinema ha una forza che aiuta l’immaginifico. Ma forse i ragazzi di oggi lo aborrono».
Cambiano le sensibilità e i tempi, certo. «Oggi c’è una regressione dell’importanza delle copertine perché è tutto digitale e relativo, a misura di cellulare. Una volta servivano ad attirare per la vendita in negozio». Nonostante questo, Mauro Balletti ha ritratto anche tante «nuove leve», come Achille Lauro. «Non ho mai fotografato gli artisti in modo legato all’epoca: cerco di fotografare la persona al di là del vestito e del costume. Gli artisti sono totem da scoprire, morfologie estetiche da sottolineare», dice. «Michele Bravi tra le tante proposte che gli ho fatto ha scelto la più difficile, ispirata al pittore britannico Lucian Freud. Per un ragazzo giovane è interessante».
22 agosto 2025
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