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Marina aveva un tumore ai polmoni con metastasi cerebrali: «Ora la mia vita è ritornata come prima»

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Ci vuole fortuna anche quando ci si ammala di cancro. Marina non ne ha avuta molta: ha scoperto il suo tumore ai polmoni quando già erano presenti delle metastasi cerebrali. E la diagnosi è arrivata nel periodo orribile della pandemia Covid: il che l’ha costretta a frequentare l’ospedale in un momento drammatico, con livelli di paura altissimi e pure da sola, visto che l’accesso era consentito ai soli pazienti senza accompagnatori. Inoltre il primo ciclo di cure non ha avuto l’effetto sperato e pochi mesi dopo la  temuta chemioterapia, il tumore ha ricominciato a crescere. Però a volte la fortuna gira e Marina oggi sta bene, non segue nessuna terapia, fa regolarmente controlli. Se è guarita non lo sa, è presto per dirlo. 
«In casi come questo è difficile prevedere se la neoplasia, prima o poi, riprenderà a progredire – spiega il suo oncologo, Massimo Di Maio, direttore dell’Oncologia medica 1 dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza ospedale Molinette di Torino -. E se lo farà non possiamo sapere come reagirà alle nuove, ulteriori, cure che potremo proporre. Comunque siamo soddisfatti, perché Marina è la rappresentante di una nuova “categoria” di persone: quelle con un per le quali aspettiamo di capire se e quando possiamo definirle guarite. E’ fortunata, perché solo pochi anni fa con la sua diagnosi avrebbe avuto mediamente pochi mesi di vita. D’altra parte sta percorrendo una strada relativamente nuova, che la scienza per molti aspetti sta ancora studiando».

Tanta paura e una felicità immane: il «limbo» di Marina

Intanto Marina ha appena compiuto 60 anni e nel suo «limbo» sta bene, ha imparato a convivere con l’ansia dei controlli, ha ripreso le redini della sua vita. Come racconta nel nuovo episodio del podcast «Prima, durante, dopo. Prevenire, affrontare, superare il cancro», una serie del Corriere della Sera in collaborazione con Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica. 
«La spada di Damocle c’è sempre, perché ogni volta che devo andare a fare un controllo inevitabilmente la paura è tanta e quindi sono sempre lì che aspetto l’esito e poi… la felicità è altrettanto grande, immane e quindi questo ti fa andare avanti». 
Certo un bel cambiamento rispetto a cinque anni fa, quando ad aprile del 2020 le è stato diagnosticato un adenocarcinoma polmonare con metastasi celebrali. «Nel momento in cui ti viene diagnosticata un tumore, la tua vita la vedi finita, vedi una strada completamente buia, senza una via di uscita e poi cerchi dentro di te uno spiraglio per andare avanti – dice -. Per me è stata mia figlia che aveva appena iniziato l’università: mi sono fatta forza perché volevo vederla crescere, starle vicino. E non volevo essere una mamma che stava male,  caratterialmente non potevo sopportare una cosa del genere. Mi mi sono sempre fatta molto coraggio anche se alcune volte non stavo bene, non avevo la forza di alzarmi dal letto, andavo avanti lo stesso». 

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Diagnosi spesso tardive e un esame per arrivare prima

Con 44.831 nuovi casi registrati nel 2024, il carcinoma polmonare è il terzo più frequente nel nostro Paese. Ed è, purtroppo, un tipo di tumore che resta difficile da trattare, perché più del 70% dei pazienti arriva alla diagnosi tardi, quando la malattia è già in stadio avanzato e le possibilità di guarire sono ridotte anche se oggi sono disponibili diverse terapie innovative che riescono a prolungare in modo significativo la sopravvivenza dei malati.  «Purtroppo il tumore ai polmoni non dà segni evidenti della sua presenza agli esordi e quando lo fa, è generalmente già diffuso localmente o progredito in fase metastatica – spiega Massimo di Maio, presidente eletto Aiom -: le cose, di conseguenza, si complicano; le cure sono più complesse e le possibilità di guarigione diminuiscono. Per questo è così importante non non fumare, visto che ben 8 casi su 10 sono dovuti al tabacco, cioè colpiscono tabagisti o ex tabagisti». 
Non meno importante è smettere: i vantaggi ci sono sempre, a qualsiasi età, fino a che (dopo circa 20 anni dall’ultima sigaretta) il pericolo di cancro torna uguale a chi non ha mai fumato. Ci sono esami utili per una diagnosi precoce? «Negli ultimi anni è stata dimostrata l’efficacia dello screening, con la TAC spirale a basse dosi nei soggetti a rischio, ovvero quelli con una lunga storia di fumo – risponde l’oncologo -. Ci sono stati vari studi, alcuni anche condotti in Italia, che hanno dimostrato che l’impiego dello screening è in grado di ridurre la mortalità per tumore del polmone e “anticipare” la diagnosi rispetto alla comparsa dei sintomi, consentendo di scoprire la malattia in uno stadio più limitato e quindi più candidato a trattamenti potenzialmente guaritivi». 

Terapie anche per chi è inoperabile

«Quando mi hanno detto che il mio tumore era inoperabile inevitabilmente sapevo che l’unica strada era la chemioterapia, avevo tanta paura – riprende Marina -. Oltretutto io l’ho fatta durante il Covid quindi nessuno poteva entrare con me in ospedale. Dovevo andare da sola: entravo alla mattina, uscivo alle cinque e mezza del pomeriggio, dovevo stare da sola.  Sembra stupido, ma ho trovato forza nella settimana enigmistica. Mi portavo quella, il giornale da leggere, il lavoro da fare. Mi sono messa nelle mani dell’equipe medica. Mi sono fidata e tutto quello che mi dicevano di fare l’ho fatto. La cosa importante è avere fiducia, non perdersi in ricerche su internet o spaventarsi degli effetti collaterali di una terapia che ti possono dare, ma guardare proprio solo ed esclusivamente noi stessi».
Quando la malattia è operabile, l’intervento chirurgico ha lo scopo di eliminarla, e quindi potenzialmente portare alla guarigione del paziente.
Quando la malattia è avanzata, e quindi non operabile, l’obiettivo dei trattamenti è di controllarla il più a lungo possibile. «Negli ultimi anni, grazie alla disponibilità di nuovi trattamenti, le chance di controllo nel tempo sono aumentate e c’è una minoranza di pazienti che ottiene un controllo di malattia lunghissimo – dice di Maio. Questo capita, ad esempio, con l’immunoterapia (la cura somministrata a Marina): purtroppo all’inizio del trattamento non sappiamo prevedere chi risponderà benissimo e chi male, ma in questi anni abbiamo visto casi di persone che hanno ottenuto un controllo di malattia e una sopravvivenza molto lunga. Quando c’era solo la chemioterapia, questo risultato era molto improbabile». 

Il test fondamentale per decidere la cura migliore

C’è una cosa che è fondamentale sapere se si deve fare i conti con questa neoplasia: un numero crescente di persone può trarre beneficio dai nuovi farmaci mirati contro le specifiche mutazioni che provocano il tumore (cosiddetti a bersaglio molecolare o target therapy). Con vantaggi sia in termini di un allungamento della sopravvivenza (passata da pochi mesi anche a diversi anni), sia sul fronte della qualità di vita.
«È fondamentale conoscere se e quali alterazioni genetiche sono presenti all’interno della neoplasia di ciascun paziente perché è proprio in base al cosiddetto “profilo molecolare” del tumore che possiamo scegliere le cure più efficaci caso per caso – ricorda l’esperto -. Già oggi circa un terzo dei tumori del polmone si può affrontare con un approccio nel contesto della medicina di precisione: ricercando cioè target molecolari per i quali sono stati sviluppati farmaci mirati. Rappresentano il trattamento migliore quando il tumore presenta l’alterazione “bersaglio” per quei farmaci e la lista dei bersagli e dei rispettivi farmaci si è molto allungata negli ultimi anni».
Per poter parlare di guarigione servono molti dati, numeri, evidenze, che oggi non ci sono ancora. Marina, intanto va avanti, un passo dopo l’altro: «Ho sospeso l’immunoterapia a gennaio 2024  e ora non prendo nessun tipo di farmaco. Faccio i miei controlli (ora ogni sei mesi), ovviamente l’addensamento al polmone continua ad esserci, ma io non ho nessun effetto, sto bene, la mia vita è ritornata praticamente come era prima. Non sono cambiata. So che la malattia può far cambiare, io non sono cambiata così tanto, ma apprezzo le piccole cose che magari prima potevano sfuggirmi».

16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 08:30)

16 ottobre 2025 ( modifica il 16 ottobre 2025 | 08:30)

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