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Marina Abramovic, l’ultima invenzione: fa suonare un pianista per 16 ore, ripetendo la melodia 840 volte

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 Si asciuga la fronte, allunga le gambe, sbadiglia, si volta a guardare il pubblico, ogni tanto, quando una mano è libera, mangia un chicco d’uva o beve un bicchiere d’acqua. Il pubblico assiste incantato. Non è il comportamento che ci si aspetta da un solista sul palcoscenico, ma chi mai potrebbe avere qualcosa da ridire? Non capita tutti i giorni di sentire a un astro del pianoforte che suona ininterrottamente per sedici ore, un concerto-spettacolo che arriva nella capitale britannica grazie alla collaborazione creativa tra Igor Levit, astro del pianoforte, e Marina Abramovic, artista che ha messo il corpo vivo e la resistenza fisica e mentale al centro delle sue opere.

L’opera in cartellone è Vexations, composta da Erik Satie nel 1893. Lo spartito è una pagina scarsa, ma le istruzioni sono di ripetere la melodia 840 volte. ‘’Sarà bene prepararsi in anticipo e nel massimo silenzio, con seria compostezza’’, scriveva a margine Satie. E per la prima volta, nel 1963, le sue indicazioni vennero rigorosamente seguite, con un’esecuzione pubblica organizzata dal musicologo e compositore John Cage. Allora, però, suonarono una dozzina di pianisti. A Londra, invece, il tutto è affidato a Levit, che è salito sul palco poco dopo le dieci di questa mattina e finirà all’alba di domani.

Vestito di nero, ha saggiamente preferito una sedia con schienale allo sgabello tradizionale. La regia di Abramovic fa sì che non sia mai solo. Mentre lui suona, due aiutanti si muovono silenziosamente, scegliendo a caso membri del pubblico da portare in scena e consigliando loro, a gesti, di ascoltare ad occhi chiusi e cuore aperto. Un balletto muto scandito dalle note ipnotiche del pianoforte, mentre c’è chi entra, chi esce, chi torna dopo qualche ora, chi rimane fermo al proprio posto in profonda meditazione. 150 persone hanno prenotato per l’interno concerto piuttosto che una o due tranches. ‘

’Spesso nella musica classica c’è una barriera fisica tra chi suona e chi ascolta’’, ha spiegato Abramovic prima dell’inizio del concerto. Con l’evento londinese ha voluto abbattere il confine e dare al pubblico un ‘’modo diverso di ascoltare’’. Già nel 2015, l’artista con Levit aveva portato a New York le Variazioni Golberg, di Bach, dove ai presenti era stato chiesto di consegnare telefonini, tablet e orologi prima di entrare. A Londra l’atmosfera, forse anche per la maggiore durata dello spettacolo, è più rilassata, ma Abramovic ha comunque invitato i presenti a lasciare gli impegni, le scadenze, il mondo fuori dalla sala. Dopo qualche consiglio pratico – ‘’non incrociate le gambe, starete più comodi’’ – ha chiesto al pubblico di chiudere gli occhi e allungare il respiro…aspettando la prima nota.

24 aprile 2025 ( modifica il 24 aprile 2025 | 18:00)

24 aprile 2025 ( modifica il 24 aprile 2025 | 18:00)

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