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Manovra di bilancio, opposizione all’attacco: «Presentata a tutti ma non a noi, provvedimento letto solo sui giornali»

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Il primo faccia a faccia con Maurizio Fugatti lo avranno solo martedì, quando il presidente della Provincia presenterà la manovra di assestamento in prima commissione. «E pensare che la data indicata inizialmente era quella dell’8 luglio» osserva Lucia Maestri (Pd). Che in conferenza capigruppo, insieme a Francesco Valduga (Campobase) e Filippo Degasperi (Onda), ha sollevato un primo nodo critico del documento già presentato a categorie e sindacati. Di metodo prima ancora che di merito. «I contenuti della manovra — dice Maestri — li abbiamo appresi oggi (ieri, 25 giugno, ndr) dalla stampa. È imbarazzante: i consiglieri, che questa manovra dovrebbero anche votarla, sono gli ultimi a venire informati». Perché l’latro ieri Fugatti ha incontrato categorie e sindacati, oltre alla stampa. E ieri il Consiglio delle autonomie. «Ma senza il voto dell’Aula la manovra rimane lì» avverte l’esponente dem. Che non entra nel merito di un provvedimento «letto solo sui giornali». Così come Valduga. «Non parlo per sentito dire» chiarisce il capogruppo di Campobase. Che osserva: «Commentare un documento che non è ancora stato presentato è umiliante per i consiglieri. È una questione di metodo».

Le critiche di Degasperi

Netto anche Degasperi. «I consiglieri sono gli ultimi a sapere cosa contiene questa manovra di assestamento» tuona il consigliere di Onda. Che però entra anche nel merito di qualche misura indicata dalla giunta. «Parlo di ciò che ho letto sui giornali» ribadisce la stoccata Degasperi. Prima di mettere in fila le critiche alle strategie illustrate da Fugatti. «Come idee siamo fermi a zero» la tocca subito piano il consigliere di Onda. Che per spiegare le misure inserite nell’assestamento, come quelle su Irpef e Irap, usa una immagine che richiama uno dei film più famosi degli anni Ottanta: «Sembra di essere a Karate Kid: “Metti l’Irpef, togli l’Irpef”. Siamo alla situazione di dieci anni fa». Se infatti Degasperi dice di «condividere la soglia di esenzione Irpef, visto che l’avevamo chiesta noi», subito dopo ricorda l’altalena: «Prima Fugatti l’ha tolta e poi rimessa. A questo punto deve spiegare i motivi di queste montagne russe». E lo stesso sull’Irap: «Ai tempi dell’assessorato di Alessandro Olivi c’erano 40 pagine di agevolazioni. Questa maggioranza le ha eliminate quasi tutte. Ora ne rimette una, che c’era già ma che avevano tolto». 

Nel mirino l’assegno per il terzo figlio 

La valutazione del consigliere di Onda è lapidaria: «Sono manovrine tutte in contraddizione tra di loro». Senza contare i dati macroeconomici. «Che mostrano — rilancia Degasperi — l’inutilità delle politiche da buon padre di famiglia di Fugatti: rispetto agli annunci di un aumento del Pil superiore all’Alto Adige, i dati del rapporto di Bankitalia tratteggiano un quadro ben diverso». Infine, il tema della natalità. Con l’introduzione dell’assegno per il terzo figlio. «Due anni fa — rileva Degasperi — ho chiesto in una interrogazione i risultati dell’assegno di natalità erogato: i numeri, la nazionalità dei beneficiari, le risorse complessive. Non ho mai ricevuto risposta. Ora c’è questo nuovo strumento: ma se non si misurano i risultati delle azioni stiamo parlando di soldi regalati, buttati via». Senza contare che «per fare figli serve altro: una casa e un lavoro stabile e ben pagato».

Il nodo della natalità

Considerano l’assegno una misura «inutile e populista» anche le consigliere del gruppo provinciale del Pd. Che si schierano con le esponenti di maggioranza — Eleonora Angeli in primis — che hanno criticato l’iniziativa. «Si tratta dell’ammissione di un fallimento che genererà a sua volta un fallimento» scrivono le dem. «Se non si riesce a rinvigorire la natalità fra le giovani coppie che iniziano la loro vita familiare, dando per inarrestabile e incontrovertibile il trend in discesa di chi mette al mondo il primo figlio — proseguono — e ci si appoggia solo a chi è “rodato”, significa che semplicemente si spende, non che si investe». E, aggiungono, «si spende pure male perché si mettono risorse a favore di chi, nella maggior parte dei casi, per decidere se mettere al mondo il terzo figlio non ha bisogno di incentivi economici». Per provare a invertire il calo delle nascite, secondo le consigliere pd, si dovrebbe invece «tornare a investire: con politiche strutturali a sostegno delle scelte procreative e in nidi pubblici di qualità, presenti in tutte le valli e accessibili a tutti, come prevede la mozione presentata dal Pd, approvata all’unanimità dal consiglio provinciale».

Intanto ieri i sindaci, dopo aver ascoltato l’illustrazione della manovra da parte di Fugatti, hanno posto l’attenzione in particolare sul tema delle politiche della casa. Il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha insistito invece sul ruolo del Consiglio delle autonomie nell’iter di approvazione delle leggi.


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26 giugno 2025

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