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Manovra, dall’Irpef alla rottamazione con il nodo banche: cosa c’è e cosa no, si tratta fino all’ultimo

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Con una dote di 16 miliardi, la manovra 2026 si annuncia come la più leggera dal 2014, quando si chiamava ancora «legge di stabilità» (e il 
governo di Enrico Letta la approvò con un valore iniziale di 11,5 miliardi,
saliti poi ad oltre 14 nel percorso parlamentare). Il Consiglio dei ministri è in programma per martedì, ma nella serata di domenica si è tenuto un vertice della maggioranza per definire le misure da includere al documento da inviare alla Camere ed escluderne invece altre, di cui pure si era molto parlato nei giorni scorsi (ne abbiamo scritto qui). Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti fa capire che si tratta fino all’ultimo, con il testo ancora aperto: «Più risorse se il contesto cambia». 

Ecco in sintesi le principali misure attese per il prossimo anno.
IRPEF – Si punta ad un taglio di due punti della seconda aliquota, dal 35% al 33%, per i redditi compresi tra 28 mila e 50 mila euro. La misura dovrebbe costare intorno ai 2,5 miliardi, quindi meno dei 4-5 miliardi che sarebbero stati necessari se la misura fosse stata estesa fino a 60 mila euro. 
Il vantaggio fiscale può portare ai contribuenti un massimo di 440 euro l’anno.
PACE FISCALE  e ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE – Arriva una nuova rottamazione delle cartelle, che nelle ultime ipotesi viene spalmata in nove anni e 108 rate. Saranno probabilmente previsti una serie di parametri che
limiteranno la platea ai contribuenti «meritevoli».
L’ETA’ DELLA PENSIONE – L’età per andare in pensione (sia di vecchiaia che anticipata) dovrebbe salire di tre mesi in ragione della migliorata speranza di vita degli italiani. Ma il governo sta provando a ridurre l’impatto dell’automatismo delineato dalla Legge Fornero, almeno per alcune categorie svantaggiate di lavoratori. La sterilizzazione sarà «selettiva» per l’aumento dell’età pensionabile a partire dal 2027: il blocco di tre mesi potrebbe essere graduale e non per tutti. Secondo quanto trapelato, lo stop completo dell’innalzamento sarebbe riservato solo per chi avrà compiuto 64 anni nel 2027 e per i lavoratori «fragili».
FAMIGLIE – Il pacchetto vale tra i 500 milioni e un miliardo e va dal congedo parentale al bonus per le mamme. Si lavora sulle detrazioni fiscali col quoziente familiare e sulla conferma del congedo parentale
facoltativo all’80% dello stipendio per tre mesi, dopo la fine di quello obbligatorio.
BONUS CASA – L’obiettivo è prorogare il bonus ristrutturazioni al 50% sulle prime case, ma in modo selettivo. Nessuna indicazione sul futuro del bonus mobili a scadenza a fine anno.
IRES PREMIALE – Introdotta lo scorso anno per l’imprenditoria virtuosa che fa utili ma investe in occupazione e innovazione, scade il 31 dicembre e dovrebbe essere rinnovata. Il costo si aggira intorno ai 400-500 milioni di euro. Per le imprese sarebbe anche in arrivo il nuovo incentivo che supererà Transizione 5.0. 
SANITA’ – Per assunzioni e smaltimento delle liste di attesa, il governo ha annunciato 2,5 miliardi in più a favore del Sistema sanitario nazionale in aggiunta ai 4 miliardi già stanziati con la legge di bilancio dello scorso anno.

13 ottobre – 17:03

13 ottobre – 17:03

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