
Respinge, per ora, il ruolo di federatore del campo largo. Pur sapendo di avere un curriculum che gli consentirebbe di giocarsela con chiunque, non solo con Silvia Salis. Anche perché, dice Gaetano Manfredi, «la mia intenzione oggi è continuare a fare il sindaco a Napoli e completare il lavoro messo in campo. La città ha ancora bisogno di molto impegno e non voglio lasciare il lavoro a metà, ma fare il massimo per Napoli». L’ex rettore della Federico II interviene sul suo futuro politico a un anno dalla conclusione del mandato alla guida del Comune di Napoli, nel corso dell’evento di Repubblica L’alfabeto del futuro. Ricandidandosi, quindi, in un perimetro politico in cui potrebbe ritrovarsi — molto più a sinistra — anche il suo predecessore, Luigi de Magistris.
Parlando da presidente dell’Anci, ha sottolineato che i sindaci «svolgono un ruolo molto importante perché ogni giorno devono confrontarsi con le problematiche dei cittadini a cui bisogna rispondere e, pertanto, ritengo che una nuova proposta progressista nazionale debba partire dalla cura delle persone e non solo dalle battaglie ideali, perché se indeboliamo i servizi pubblici indeboliamo la democrazia». Per poi continuare: «Ritengo che i sindaci devono portare avanti questa battaglia affinché “la politica romana” si renda conto che queste sono le priorità che, purtroppo, non sempre sono al centro del dibattito politico e lo dico guardando a tutto l’arco costituzionale».
Il primo cittadino fa capire che se c’è chi immagina che il ruolo di federatore sia per avere un ruolo «nazionale», si sbaglia: perché già fare il sindaco di Napoli — e presiedere l’Anci — è un ruolo nazionale. E nemmeno semplice. Soprattutto, se si guida una metropoli in trasformazione come quella napoletana, dove, dice che completare le infrastrutture e gli interventi di rigenerazione urbana «sono i focus su cui sarà incentrato il lavoro dell’amministrazione nell’ultimo anno di mandato. In questo ultimo anno — è stato il ragionamento — dobbiamo completare le infrastrutture fondamentali: la linea 1 della metro nel primo semestre del 2027 dovrà arrivare all’aeroporto di Capodichino, per noi è un passaggio fondamentale; così come la messa a regime della linea 6 che ora viaggia a ritmo ridotto, ma avremo i nuovi treni e i nuovi macchinisti. E la nuova linea di tram che completeremo entro fine 2026».
Sul fronte delle opere di rigenerazione si andrà avanti con il progetto di Scampia, di Taverna del Ferro, dei Bipiani di Ponticelli. Attenzione anche all’area occidentale dove, a Bagnoli, nel 2027, con un prologo nella primavera 2026, si disputerà la Coppa America. «La Coppa America — ha evidenziato il sindaco — è una grandissima opportunità per Bagnoli perché finalmente vedremo cose concrete: i cantieri per le bonifiche sono tutti aperti e la competizione ci darà una grande accelerazione alla bonifica a mare. Inoltre la Coppa America rappresenta un riconoscimento del nuovo posizionamento della città a livello globale».
Capitolo elezioni regionali e rapporti con il presidente Vincenzo De Luca. Con il sindaco che ha avuto un ruolo a dir poco determinante nella scelta e nella candidatura di Fico: «Mi auguro — ha aggiunto l’ex rettore — che dopo l’incontro ci sia una maggiore serenità nell’affrontare la campagna elettorale. Tutti i momenti di cambiamento sono sempre complessi, ma auspico che ci si possa muovere in maniera compatta in una regione in cui il centrosinistra è forte, governa le grandi città, la regione negli ultimi 10 anni e si propone per continuare. Oggi — ha rimarcato — abbiamo due grandi sfide: una con il centrodestra, l’altra con l’astensionismo che è il vero vincitore delle ultime elezioni. Questo è un problema non solo per i partiti e per le coalizioni, ma per la democrazia perché in una società in cui la gente non va a votare la democrazia è debole».
E sull’alleanza con i 5 Stelle in vista delle Politiche 2027 — dopo gli scarsi risultati del Movimento nelle Marche, in Calabria e in Toscana — Manfredi è convinto che la scelta fatta da Conte «di un posizionamento chiaro nell’alleanza di centrosinistra sia irreversibile. Se vogliamo incidere nelle scelte e nelle politiche bisogna stare insieme e non credo che tale dibattito interno avrà una conseguenza sul quadro nazionale». Anche perché «Meloni è un osso duro e per batterla occorre attrezzarsi».
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17 ottobre 2025 ( modifica il 17 ottobre 2025 | 07:30)
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