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Mandacarù, la Provincia di Trento finisce nel mirino: «Le cooperative ormai messe ai margini»

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La decisione della cooperativa Mandacarù — di spostare da Trento a Bolzano la propria sede legale — porta inevitabilmente con sé una lunga serie di riflessioni legata all’approccio della Provincia di Trento nei confronti della cooperazione internazionale. «Non vogliamo che si crei un caso politico», aveva detto chiaramente negli scorsi giorni il presidente di Mandacarù, Fausto Zendron. Stesso discorso per quanto riguarda Piazza Dante, che non intende dare una lettura politica alla decisione della cooperativa trentina. Scegliendo quindi di non commentare la vicenda. Tuttavia, lo spostamento della sede legale di Mandacarù a Bolzano lascia intendere che sul territorio altoatesino ci potrebbero essere maggiori opportunità: «Abbiamo deciso di trovare un’alternativa quando ci siamo accorti che i fondi destinati ai progetti di cooperazione internazionale non sarebbero più stati ripristinati in Trentino», aveva raccontato ancora Zendron.

Più opportunità a Bolzano

In questo senso dobbiamo riavvolgere il nastro al 2019, quando la giunta provinciale decise di cambiare i criteri a sostegno del settore, togliendo di fatto il vincolo dello 0,25% del bilancio da destinare ai progetti di cooperazione internazionale. Una scelta ancora oggi non condivisa da chi opera in questo comparto. In particolare, le Acli trentine: «Dispiace molto per la scelta di Mandacarù — commenta Walter Nicoletti —. È vero che parliamo di solidarietà, ma spesso la solidarietà, sebbene sostenuta anche dall’intervento pubblico, è sempre fonte di economia e di lavoro». Infatti, trasferire la sede legale a Bolzano significa, banalmente, pagare le tasse altrove. E questo si traduce in una perdita per il tessuto economico provinciale: «L’investimento in solidarietà è sempre una cosa che ci rafforza — riprende Nicoletti —. Ma se queste realtà non fanno parte delle politiche pubbliche sono destinate a indebolirsi fino a scomparire».

Le polemiche

Decisamente contrariato anche il consigliere provinciale Paolo Zanella (Pd): «Si comprendono perfettamente le ragioni di Mandacarú — afferma —, che vive anche di sostegni pubblici per le iniziative di cooperazione allo sviluppo, ma il trasferimento in Alto Adige significa un impoverimento del tessuto cooperativo trentino, nonché la perdita di uno storico attore del mondo della cooperazione internazionale».

Nel mirino di Zanella ritorna proprio la scelta della giunta Fugatti datata 2019: «Le responsabilità della decisione di Mandacarù sono evidenti e sono da imputare a chi governa il Trentino dall’autunno 2018, che si era candidato con lo slogan “prima i Trentini” e contro l’arrivo dei migranti, che “andavano aiutati a casa loro”». Quindi, secondo Zanella, si tratterebbe di una «promessa tradita fin da subito», considerando la scelta di modificare fin da subito i criteri per il supporto alla cooperazione internazionale. E proprio questo aspetto è quello che preoccupa maggiormente le Acli trentine: «La cosa che dispiace di più — continua Nicoletti — è il venir meno di quelle che sono state in Trentino le politiche coinvolte alla solidarietà internazionale e alla cooperazione». Da qui, l’appello del presidente delle Acli trentine alla politica: «Invitiamo la giunta provinciale a ripensarci. Ripensare a questo disegno che marginalizza le realtà cooperative, che nella loro storia hanno saputo rafforzare il Trentino all’estero».

Progetti tagliati e meno finanziamenti 

Un’importanza riconosciuta anche da Zanella, che tuona ancora contro le scelte politiche della giunta provinciale: «Con le risorse ridotte all’osso gli enti del terzo settore che operano nell’ambito della cooperazione internazionale si sono dovuti ridimensionare: hanno tagliato progetti e si sono dovuti riorganizzare, cercando risorse altrove». Quindi, il parallelo con Bolzano «dove — sostiene il consigliere provinciale — tutto ciò non è accaduto e quindi è comprensibile che chi opera in quest’ambito cerchi un’amministrazione collaborativa e che condivide il valore del sostegno allo sviluppo di parti di mondo più in difficoltà».

Commercio equosolidale

La cooperativa Mandacarù, nata nel 1989, conta undici botteghe in Trentino, tre in Alto Adige e una a Sondrio. Fonda la sua attività sul commercio equosolidale, la finanza solidale e la cooperazione internazionale. A Bolzano Mandacarù trova anche la sede del consorzio Altromercato, che fornisce ai suoi negozi il 90% dei prodotti venduti. La decisione di spostare nel capoluogo altoatesino la propria sede legale è stata presa lo scorso 23 maggio durante una riunione del Cda. Scelta che permetterà a Mandacarù di continuare a costruire relazioni equosolidali con il Sud del mondo.


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20 agosto 2025

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