Home / Economia / Ma quanto costa importare? La giungla delle tariffe Usa con tre milioni di combinazioni

Ma quanto costa importare? La giungla delle tariffe Usa con tre milioni di combinazioni

//?#

Gonzalez viene inondato da giorni da email, telefonate, messaggini di clienti preoccupati per il costo dei dazi: «L’incertezza è la sfida principale, perché le notizie arrivano all’ultimo minuto» dice al Corriere. Gonzalez è un «customs broker», un mediatore pagato dalle aziende che importano ed esportano prodotti, per aiutarle a rispettare le norme federali sui dazi.

Il confine col Texas

Gonzalez lavora a Laredo, in Texas, il valico di confine terrestre più trafficato e punto chiave per le importazioni di auto, prodotti elettronici e alimentari. Il suo è un settore di nicchia che raramente finisce sotto i riflettori. Ma la politica dei dazi di Trump sta rendendo il lavoro di mediatori come lui snervante, poiché è diventato assai più complicato. Questi mediatori gestiscono per le aziende la documentazione necessaria che inviano ai funzionari della dogana a volte poche ore prima che arrivi un camion al confine e danno consigli ai clienti sulle migliori strategie per importare i prodotti e su come classificare il valore dei costi alla dogana che vanno pagati entro massimo 10 giorni dall’arrivo.

Le tempistiche

Trump ha dato una settimana di tempo prima dell’entrata in vigore dei nuovi dazi imposti il 1° agosto su decine di Paesi, Gonzalez spiega che i programmatori stanno facendo il possibile per aggiornare il sistema automatizzato che calcola le tariffe. La lista usata per questi calcoli si chiama «Harmonized Tariff Schedule of the United States» (Htsus), elenca oltre 5.000 prodotti generali con sei cifre e per ciascuno ci sono tre colonne con tre diverse tariffe: quella «generale» per i prodotti con trattamento di favore in quanto membri dell’Organizzazione mondiale del Commercio, quella «speciale» (tassi più bassi, preferenziali per partner commerciali che hanno accordi specifici con gli Usa) e la «colonna 2» (tassi più alti per Paesi che non sono membri dell’Organizzazione mondiale del Commercio, per esempio l’Iran). 

Oltre 150 tariffe diverse

Applicando dazi diversi a ogni Paese, Trump ha fatto sì che al posto di quelle tre colonne ce ne siano ora oltre 150. Questo significa potenzialmente oltre 150 tariffe diverse per i cinquemila prodotti elencati nell’Htsus, ovvero 750 mila tariffe (a sei numeri) in totale. In più oltre alle colonne si moltiplicano anche le righe con ogni ordine esecutivo: certi prodotti provenienti da certi Paesi possono essere esentati oppure protetti da un precedente accordo commerciale come quello tra Usa e Messico o ancora, se contengono metalli, possono applicarsi altre tariffe. In pratica, si può arrivare a oltre 3 milioni di dazi diversi da calcolare.

Aggiornamenti in itinere

Il sistema è automatizzato ma va aggiornato ogni volta che c’è un cambiamento. «Per esempio sapevamo della scadenza del 1° agosto, ma non abbiamo avuto alcuna informazione fino al 31 luglio a mezzogiorno. Sapevamo degli accordi con due o tre Paesi — Giappone, Unione europea, Vietnam — ma non per tutti gli altri, cioè la maggior parte. E tuttora ci sono Paesi che non hanno annunciato se c’è un accordo». «Monitorare questa nuova lista di dazi è un compito gravosissimo, che richiederà anche nuovi funzionari doganali. Non solo: probabilmente anche le aziende dovranno creare internamente programmi dedicati a questo scopo, dice al Corriere Daniel Tannebaum, esperto di gestione delle crisi normative del centro di Geoeconomia dell’Atlantic Council. «Ora una delle sfide per le aziende con cui ho lavorato, anche quelle che importano, è calcolare nel modo giusto i dazi. Il prossimo passo del governo sarà perseguire coloro che cercano di evadere i dazi. Le aziende dovranno creare programmi per assicurarsi di pagare nel modo giusto. Certo, solitamente le calcolano i customs brokers, ma poiché ci sono rischi legali per le aziende che possono avere problemi se importano attraverso un Paese terzo, le stesse aziende dovranno occuparsi anche di questo e avrà un costo. Chi lo sosterrà?».

Prodotto per prodotto

I dazi vengono applicati prodotto per prodotto; a ognuno viene assegnato un numero fino a 10 cifre e un dazio corrispondente, che dipende dalla sua origine. Il problema più grande del nuovo «regime dei dazi» è pratico, osserva Scott Lincicome, vicepresidente della sezione economia del Cato Institute, un think tank di orientamento libertario. «Ad un livello puramente amministrativo parliamo di migliaia di dazi su prodotti provenienti da 200 diversi Paesi circa. Perciò parliamo di una casistica che va da 750 mila a tre milioni di diverse voci per dazi, mentre oggi si tratta di alcune migliaia. Creare queste liste di dazi, aggiornarle, monitorarle sarà un compito erculeo sia per i funzionari governativi alla dogana che per i privati che già non dormono la notte».

LEGGI ANCHE

  • I nuovi big dell’economia: il patto tra Cina, India e Brasile per riequilibrare gli Usadi Federico Rampini

  • Dazi, Trump avverte: «Se saltano, Grande depressione come nel ‘29»di Giuliana Ferraino

  • Oro, i dazi di Trump fanno volare le quotazioni: la mossa anti Svizzera che cambia il mercatodi Marco Sabella

  • Il conto dei dazi per gli americani: dalle sneakers alle banane, ecco cosa costerà di più negli Usadi Alessia Conzonato

  • Le tariffe di Trump, come cambia il mondo: ecco chi paga più dazi agli Stati Unitidi Giuliana Ferraino

  • Dazi, le ultime notizie in diretta | La media dei dazi Usa sale al 20,1%, livello più alto dal 1910: tariffe anche sui lingotti d’orodi Redazione Economia

  • Pagamenti digitali in chiesa: per l’offerta con il pos arriva il «totem» in 100 chiese (anche ad Assisi e Sant’Ambrogio)di Redazione Economia

  • Salvini contro i no al Ponte: «Anche nel ’400 c’era chi si opponeva alla Cupola del Brunelleschi. Più indennizzi per gli espropri»di Redazione Economia

  • Le notizie del 7 agosto sui dazi | Ue: «Il 15% vale anche per farmaci e chip». La Svizzera punta all’accordo con gli Usa ma «non ad ogni costo»di Diana Cavalcoli

  • Il ponte a campata unica più lungo al mondo: 3,3 chilometri (e un costo di 13,53 miliardi) per l’opera sullo Stretto di Messinadi Redazione Economia

Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.


Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.

9 agosto 2025 ( modifica il 9 agosto 2025 | 07:24)

9 agosto 2025 ( modifica il 9 agosto 2025 | 07:24)

Fonte Originale