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L’ultimo viaggio degli agnelli, tra fatica e sofferenze. Centinaia di km stipati prima di arrivare al macello

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In questi ultimi giorni è stato intenso il viavai dei camion che trasportano agnelli vivi verso i luoghi di macellazione. Considerati da molti il cibo d’elezione per le festività pasquali, i cuccioli di pecora vengono trasportati in Italia provenienti da diverse nazioni europee. La produzione italiana non è infatti in grado di soddisfare da sola la domanda dei consumatori. Quest’anno la direttrice principale delle importazioni è quella da Spagna e Francia, mentre si è ridotto il flusso dalla Romania a causa di diversi casi di peste ovina che hanno fermato le esportazioni. 

Tutti gli anni in questo periodo le associazioni animaliste Essere Animali, Animal Welfare Foundation, Animals’ Angels ed Enpa presidiano i confini da cui transitano i camion carichi di ovini diretti soprattutto ai macelli di Toscana, Lazio e Puglia. I controlli si sono concentrati nella zona di Ventimiglia e della cittadina francese di Frejus da cui transita la maggior parte dei trasporti; e ai posti di frontiera di Fernetti e Gorizia, al confine con la Slovenia, da cui provengono gli agnelli allevati nell’Est Europa, in particolare in Ungheria, Slovacchia e Polonia. 

Anche quest’anno sono state registrate varie irregolarità nelle modalità di trasporto e di gestione degli animali. Per quanto destinati al macello, e quindi alla morte, i capi trasportati devono infatti essere gestiti, per legge, con metodi rispettosi del loro benessere, assicurando loro cibo, acqua e spazio adeguato. Anche nel loro ultimo viaggio. Ma questo non sempre avviene. 

Gli attivisti hanno monitorato una ventina di camion e segnalato alle forze dell’ordine quelle che apparivano come evidenti violazioni, ma solo in un paio di casi ci sono stati interventi. Tra i casi evidenziati quelli di un autoarticolato spagnolo con a bordo circa 300 pecore diretto a un macello in provincia di Viterbo, che presentava diverse criticità: gli animali erano tutti in piedi e pressati gli uni contro gli altri, a causa della mancanza di spazio fisico per i movimenti. Non potevano poi dissetarsi, per il malfunzionamento del sistema di abbeveraggio. Mancava anche lo spazio sopra alle loro teste e di conseguenza non c’era adeguata ventilazione. Secondo le associazioni questa situazione è tutt’altro che episodica. 

Il mezzo in questione è stato fermato perché considerato non idoneo a proseguire il viaggio. A bordo c’erano tre pecore in condizioni di salute gravi che i veterinari hanno dovuto sopprimere. Due agnellini, parte di un carico di 400 diretto dalla Francia alla Grecia attraverso l’Italia, sono invece morti durante una sosta a Piacenza, per le condizioni di trasporto sommate al freddo e alle intemperie. Altri due sono stati trovati morti su un altro camion. Il rapporto delle associazioni è lungo e dettagliato, ma i casi citati bastano a certificare che sul fronte del trasporto di animali vivi – nella fattispecie quelli più richiesti per le festività pasquali ma il problema si presenta anche nelle situazioni «ordinarie» – sia comunque una sofferenza ulteriore inflitta a i capi diretti al macello. 

«Ogni anno documentiamo i trasporti di agnelli e ovini sulle nostre autostrade e i casi critici non finiscono mai – sottolinea una nota delle associazioni -. Chiediamo agli eurodeputati italiani e al nostro governo di garantire una normativa europea più chiara, accurata scientificamente ed efficace. Serve una riduzione drastica delle ore di trasporto, il divieto dei trasporti verso paesi extra UE e di quello su lunga distanza, oltre a maggiori protezioni per gli animali vulnerabili e la transizione verso altri metodi produttivi». Anche l’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare, aveva rilevato tutte le criticità del sistema di trasporto di animali vivi, suggerendo correttivi alle attuali normativi per prevedere, tra l’altro, più spazio a disposizione sui cassoni, una riduzione delle ore di viaggio consentite e  l’obbligo di non esporre i capi alle intemperie e alle temperature estreme. 

18 aprile 2025

18 aprile 2025

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